CERAMICA. MAIOLICHE E PORCELLANE DAL XVI AL XIX SECOLO

AN IZNIK PLATE, 17TH CENTURY

PIATTO, IZNIK, XVII SECOLO

in ceramica invetriata, cavetto profondo, piede ad anello molto rilevato, parete ricurva e breve tesa obliqua. La decorazione, delineata in nero su fondo bianco, è dipinta in blu, verde e rosso. Sul retro piccoli fiori. Il piatto presenta nel cavetto il tipico cespuglio di foglie e fiori con tulipani, giacinti e garofani, mentre la tesa è decorata con fiori e foglie stilizzate disposti simmetricamente; diam. cm 25,5, diam. piede cm 13, alt. cm 6

A PLATE, MANISÈS?, SECOND HALF 16TH CENTURY

PIATTO, MANISÈS?, SECONDA METÀ SECOLO XVI

in maiolica decorata a lustro metallico, l’intera superficie dipinta con motivi floreali e geometrici che si sviluppano intorno ad una sorta di grande fiore quadripetalo, riempito con decori alternati. Sul retro serie di cerchi concentrici con spirale centrale; diam. cm 23, alt. cm 3,5

Bibliografia di confronto

X. Dectot, Céramiques hispaniques (XII-XVIII siècle), Parigi 2007, p. 115 n. 77

A LARGE UMBONATE PLATE, SEVILLE, FIRST HALF OF THE 16TH CENTURY

GRANDE PIATTO UMBONATO, SIVIGLIA, PRIMA METÀ SECOLO XVI

in maiolica decorata a lustro metallico e in blu, caratterizzato da larga tesa e umbone poco rilevato, dipinto sul fronte con un motivo a stella parzialmente bordato di blu che occupa l’intera tesa, che fa da cornice ad una riserva circolare centrata da testa di animale crestato e circondata da una banda pseudo-epigrafica; decori secondari di varie tipologie riempiono il resto della superficie. Al retro sottili cerchi concentrici; diam. cm 34,5, alt. cm 4

Comparative Bibliography

X. Dectot, Céramiques hispaniques (XII-XVIII siècle), Parigi 2007, p. 141 n. 102

A PLAQUE, DERUTA, 16TH CENTURY

TARGA, DERUTA, SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia di foggia circolare con decoro rilevato, raffigurante emblema di San Bernardino tra fiammelle o serpentine; l’orlo incorniciato da un motivo a corona fogliata. La targa è accompagnata da una targa coerente in foggia d cartiglio con la dicitura Pars Mea Deus (Salmo 73, 26). Lo stile grafico e pittorico della targa è sicuramente quello delle fornaci dell’Italia Centrale, ma ci pare evidente una marcata affinità con le opere delle botteghe di Deruta; tondo diam. cm 32,6, spessore cm 4; cartiglio lungh. cm 24,5, spessore cm 2

A PLATE (TONDINO), FAENZA OR ROMAGNA, LATE 15TH - EARLY 16TH CENTURY

TONDINO, FAENZA O ROMAGNA, FINE SECOLO XV – INIZI XVI

in maiolica dipinta in policromia, decorata al centro del cavetto con l’emblema di San Bernardino, mentre sulla balza si sviluppa un motivo a raggio e il decoro “bianco su bianco” ancora gotico e sulla tesa motivo ad archetti. Al verso motivo a calza larga listata di blu. Il piatto appartiene alla copiosa produzione conventuale che caratterizza il periodo produttivo di fine quattrocento a Faenza, qui in una accezione particolarmente evoluta che unisce motivi ancora tradizionalmente gotici, come la fiamma, ad un decoro decisamente più vicino al gusto tardo quattrocentesco; diam. cm 25, diam. piede cm 8,8, alt. cm 3,6

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, p. 177 n. 33

A CHARGER, DERUTA, FIRST THIRD 16TH CENTURY

PIATTO DA POMPA, DERUTA, PRIMO TERZO SECOLO XVI

in maiolica dipinta in blu cobalto e lustro metallico dorato, mostra un umbone appena rilevato al centro, mentre il cavetto corre piano con stacco arrotondato che porta a una tesa breve, piana con orlo rilevato e arrotondato. Il verso è liscio interamente smaltato di bianco. L’intera superficie è ricoperta da un fitto decoro “alla damaschina” di derivazione islamica, tipica delle opere metalliche, mutuata in occidente attraverso le ceramiche ispano moresche,tipo di decoro, datato abbastanza precocemente nel Cinquecento, comunemente usato nelle opere prodotte a Deruta; diam. cm 33,6, alt. cm 3,5

Comparative Bibliography

J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, pp. 198-200 nn. 643-647

A BOWL, SIENA (?), EARLY 15TH CENTURY

CIOTOLA, SIENA (?), INIZIO SECOLO XV

In maiolica decorata a zaffera, forma concava tesa piana, poggiante su basso piede a cercine. Smalto azzurrato, motivo gotico con foglie di quercia a contornare una iniziale V. Sulla tesa decoro a fior di cappero. La forma e il decoro in assenza di una provenianza certa ci suggeriscono una posibile produzione in ambito faentino agli inizi del secolo XV quando nella città romagnola e nelle fornaci dei dintorni si producevano queste raffinate ceramiche con predilezione per le forme chiuse. Le ciotole e le forme aperte in particolare quelle a calotta con tesa sono invece piuttosto rare; diam. cm 17, diam. piede cm 5,4, alt. cm 5

Comparative Bibliography

AA.VV:, Zaffera et similia nella maiolica italiana, Viterbo 1991, p. 135 fig. 39

A DISH, FAENZA, LATE 15TH CENTURY

PIATTO, FAENZA, FINE SECOLO XV

in maiolica dipinta in policromia, forma con largo cavetto poggiante su alto piede ad anello ingobbiato e smaltato. Il fronte è centrato da stemma bernardiniano IHS attorniato da serpentine, mentre sulla tesa si sviluppa un motivo con foglia di quercia in ghirlanda sinuosa, ancora nei modi di ispirazione italo moresca in transizione con il periodo gotico floreale. Il piatto, di grandi dimensioni, probabilmente apparteneva ad una committenza conventuale; diam. cm 30, diam. piede cm 11,1, alt. cm 6,4

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 150-151 n. 26

A MUG, FAENZA OR ROMAGNA, 14TH CENTURY

BOCCALE, FAENZA O ROMAGNA, SECOLO XIV

in maiolica dipinta in verde ramina e manganese, corpo piriforme su basso piede con bocca trilobata e ansa a cordolo. Una treccia orizzontale corre sul collo e motivi geometrici sul corpo, entro le consuete riserve geometriche; alt. cm 18, diam. piede cm 8,7

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 62-63

A MUG, FAENZA, 14TH CENTURY

BOCCALE, FAENZA, SECOLO XIV

in maiolica dipinto in verde ramina e manganese, corpo piriforme su largo piede a base piana. Il decoro mostra un motivo a catena sul collo, mentre sul ventre nn emblema nobiliare non identificato. La foggia panciuta con emblema ci pare meno comune in Romagna rispetto a quella con corpo più allungato o con basamento più angolato, ma il decoro e la qualità dello stesso ci pare prossimo alle produzioni faentine arcaiche; alt. cm 21, diam. piede cm 10

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 89-90 n.7

A MUG, FAENZA, LATE 15TH CENTURY

BOCCALE, FAENZA, FINE SECOLO XIV

in maiolica dipinto in verde ramina e manganese, corpo piriforme su largo piede a base piana. Il decoro, di tipo arcaico, mostra un motivo a catena sul collo, e sul ventre la figura di un uccello, probabilmente un pavone, che incede verso destra. L’uccello stilizzato è motivo tipico dal ‘300 fino alle prime decadi del ‘400, ma con grafismo differente. L’opera trova pieno riscontro in esemplari pubblicati, ed in particolare con le opere tratte dagli scavi di Corso Mazzini a Faenza; alt. cm 23, diam. piede cm 10

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 89-90 n.7

A CHARGER, UPPER LAZIO, 1578

PIATTO DA POMPA, ALTO LAZIO, 1578

in maiolica dipinta in policromia, con cavetto profondo e largo, tesa breve e appena obliqua che termina in un orlo rifinito a stecca appena rilevato, poggiante su piede ad anello che presenta i consueti fori di sospensione predisposti prima della cottura. Il fronte è interamente occupato dalla raffigurazione di un albero genealogico di una famiglia non identifica, completo della data 1578; diam. cm 41,8, diam. piede cm 14,2, alt. cm 10,2

A PHARMACY JAR (ALBARELLO), MONTELUPO, CIRCA 1580-1600

ALBARELLO, MONTELUPO, 1580-1600 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, corpo cilindrico rastremato al centro, piede a disco e alto colletto con orlo estroflesso. L’intera superficie mostra il caratteristico decoro a “palmetta persiana”, delimitato sul collo e alla base da una serie di filetti sovrapposti delineati in verde, giallo e arancio, arricchiti sul collo da un giro di pennellate con trattini disposti in diagonale in blu; alt. cm 26,5, diam. bocca cm 9,3, diam. base cm 9,6

Comparative Bibliography

F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo, Vol. III, Montelupo 1999, p. 285 n. 118

A DISH, MONTELUPO, CIRCA 1570-1590

PIATTO, MONTELUPO, 1570-1590 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, ampio cavetto e larga tesa a orlo profilato poggiante su piede ad anello. L’intera superficie presenta un decoro che deriva dal “nodo orientale evoluto”, caratterizzato da una fitta decorazione che si sviluppa intorno ad un fiore centrale a quattro petali. Il retro, smaltato di bianco, mostra tre anelli concentrici tracciati in bruno; diam. cm 31,5, diam. piede cm 15,4, alt. cm 5

Comparative Bibliography

F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo, Vol. II, Montelupo 1998, p. 364 n. 283

A PLATE, FAENZA OR ROMAGNA, LATE 15TH CENTURY

PIATTO, FAENZA O ROMAGNA, FINE SECOLO XV

in maiolica dipinta in policromia, ha forma con largo cavetto poggiante su alto piede ad anello ingobbiato e smaltato. Il motivo decorativo è centrato da stemma bernardiniano IHS attorniato da raggera di fiamme o serpentine, completato sulla tesa da un motivo a semi-palmette, decoro questo ascrivibile all’ambito del gotico floreale faentino; diam. cm 28,8, diam. piede cm 10,2, alt. cm 6,2

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 150-151 n. 26

A PLATE (TONDINO), FAENZA, LAST QUARTER 15TH CENTURY

TONDINO, FAENZA, ULTIMO QUARTO SECOLO XV

in maiolica dipinta in policromia, al centro del cavetto motivo alla “palmetta persiana”, sulla balza e sulla tesa motivo ad archetti e al retro motivo “a calza”. Il motivo a palmetta è qui protagonista, posto al centro in una versione “a fiore” accompagnata da una fitta decorazione complementare che ne esalta l’importanza. Per modalità stilistiche e materiche l’opera si può inserire nella produzione faentina del secolo XV e trova numerosi confronti nei materiali provenienti dagli sterri della città romagnola; diam. cm 18,2, alt. cm 4,6

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, p. 177 n. 33

A DISH, DERUTA, CIRCA 1530

PIATTO, DERUTA, 1530 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia e lustro. La superficie del fronte mostra un fitto decoro a fiori e tralci, intervallato tra lo stacco della tesa e il cavetto da un’ampia fascia monocroma in lustro, che si ripete in maniera più sottile sull’orlo. Un interessante esemplare di confronto è presente nella Donazione Conti al Museo del Bargello a Firenze; diam. cm 22,4, diam. piede cm 9, alt. cm 3,5

Comparative Bibliography

G. Conti (a cura di), Museo Nazionale di Firenze, Palazzo del Bargello. Catalogo delle maioliche, n. 143

A PLATE, FAENZA, EARLY 16TH CENTURY

PIATTO, FAENZA, INIZIO SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia, forma a conca su basso piede ad anello centrato da cerchio. Al centro del cavetto l’emblema di San Bernardino IHS in medaglione arancio con alonatura gialla, mentre la restante superficie è interessata da motivo gotico a palmetta persiana su fondo azzurro con minuti motivi a spirali e punti. Al verso motivo a calza larga listata di blu. Il piatto, probabilmente di destinazione conventuale, è ancora vicino ai modi della tradizione tardo gotica; diam. cm 27,5, diam. piede cm 9,2, alt. cm 4,6

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 206-207 n. 42

A PLATE, VITERBO, 1565

PIATTO, VITERBO, 1565

in maiolica dipinta in policromia, raffigurante sul fronte un cavallo alato in corsa. Sul retro in blu di cobalto la data 1565. Opere analoghe sono state variamente attribuite all’ambito toscano e laziale, ma l’attribuzione piò convincente sembra essere quella riferita alle manifatture attive a Viterbo alla fine del XVI secolo; diam. cm 20,7, diam. piede cm 10,2, alt. cm 5,6

AN EWER, DERUTA, 16TH CENTURY

VERSATOIO, DERUTA, SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia, corpo di forma globulare con alto collo cilindrico, ansa a nastro e alto cannello anch’esso cilindrico. L’intera superficie è decorata dal tipico motivo con foglie accartocciate, interrotto sul fronte da un’ampia fascia risparmiata in bianco, dove trova spazio l’iscrizione farmaceutica redatta in caratteri capitali S. D. ACETOSI. CITRI; alt. cm 20,5, diam. bocca cm 9,5, diam. piede cm 8,5

A PAIR OF EWERS, DERUTA OR GUBBIO, EARLY 17TH CENTURY

COPPIA DI VERSATOI, DERUTA O GUBBIO, INIZIO DEL SECOLO XVII

in maiolica dipinta in policromia, corpo fortemente globulare con collo stretto, cannello breve portato rilevato e ansa a nastro piuttosto larga; il decoro, che si sviluppa principalmente sul fronte, prevede un medaglione con cornice a ghirlanda sormontato dall’emblema dello Spirito Santo, ad incorniciare un’ampio cartiglio con voluta marcata ai lati, iscritto rispettivamente AQA.DE.BURAGINE e AQA.VIOLATA. Due vasi analoghi, già nella collezione Serra con attribuzione a Faenza, hanno recentemente trovato una proposta attributiva a manifatture eugubine del XVII secolo. Altri esemplari, accompagnati anche da albarelli dello stesso corredo, sono conservati nel museo di Gubbio, mentre una coppia è presente al MIC di Faenza con attribuzione a Casteldurante; alt. cm 30 e 31, diam. bocca cm 9,8 10,4, diam. piede cm 13,5 e 13,2

Comparative Bibliography

Le maioliche della collezione D. Serra, II parte, Milano (1964), pp. 16-17 nn. 42a-42b, tav. 22 (come Faenza, secolo XVI);

G. C. Bojani, C. Ravanelli Guidotti, A.Fanfani (a cura di), La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, p. 135 n. 323;

E. Sannipoli in L. Pesante (a cura di), La ceramica del Seicento tra Lazio, Umbria e Toscana, Firenze 2014, pp. 158-162

A DISH, CASTELDURANTE OR PESARO, FIRST HALF 16TH CENTURY

PIATTO, CASTELDURANTE O PESARO, PRIMA METÀ SECOLO XVI

in maiolica decorata in giallo arancio, giallo antimonio, blu di cobalto, verde ramina, bruno di manganese. Il piatto ha cavetto piano e larga tesa inclinata con orlo assottigliato poggiante su piede a disco appena rilevato. L’ornato del cavetto mostra al centro, su un paesaggio erboso delimitato da alberelli e da uno steccato, un putto legato a un albero con gli occhi bendati secondo la simbologia dell’Amore cieco. La tesa, separata da una sottile fascia con un motivo corrivo a formare una catenella, mostra un decoro a trofei, ombreggiati a tinte aranciate e lumeggiati a bianchetto, con nastri graffiti su fondo blu, e la sigla S.P.Q.R. entro un cartiglio, mentre l’orlo è sottolineato da una linea gialla filettata di arancio; diam. cm 26,2, diam. piede cm 9,4, alt. cm 4,5

Comparative Bibliography

L. Fontebuoni, Raccolta D. Mazza. Ceramiche rinascimentali, IV, 1985-1986, scheda n. 88;

L.S. Fakhri, C. Fiocco, G. Gherardi, Majoliques italiennes de la renaissance. Collection Paul Gillet, Touloise 2015, pp. 190-191 n. 60

A PAIR OF SPOUTED PHARMACY JARS, PESARO, CIRCA 1580

COPPIA DI ORCIOLI, AREA METAURENSE, PESARO, 1580 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, corpo piriforme largo al centro su piede alto a calice con base a disco piana, collo troncoconico con imboccatura con orlo appena estroflesso; sul fronte un beccuccio a cannello e sul retro ansa a nastro larga. L’intera superficie dei vasi è interessata da un decoro “a trofei”, sul collo con scudi e armi in giallo arancio delineato in blu adagiati su un fondo giallo, sul corpo distribuito in due fasce orizzontali che interessano anche l’ansa e il cannello nei medesimi toni di colore ma su fondo blu cobalto. Il piede è decorato da una corona continua di foglie e piccoli fruttini, mentre sotto l’ansa corre un cartiglio farmaceutico largo e lumeggiato in blu. Il grande numero di frammenti di opere con decoro “a trofei”, specialmente redatti in colore ocra, e la morfologia dei vasi ci fanno propendere verso una probabile produzione pesarese; alt. cm 21,8 e 20,8, diam. bocca cm 10,2 e 10, diam. piede cm 10,8 10,2

Comparative Bibliography

P. Berardi, L'antica maiolica di Pesaro dal XIV al XVII secolo, Firenze 1984, p. 259 fig. 39 e pp. 312-313 nn. 109-110

A DISH, PESARO, ATTRIBUITED TO "PITTORE DI ZENOBIA", CIRCA 1550-1560

PIATTO, PESARO, PITTORE DI ZENOBIA (ATTR.), 1550-1560 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, largo cavetto, balza bassa e ampia tesa orizzontale. La decorazione sul fronte raffigura l’episodio biblico (Genesi, 27) in cui Isacco, l'anziano patriarca ormai cieco, riceve alla presenza di Rebecca una ciotola di cibo dal figlio minore Giacobbe, travestitosi per essere scambiato per il fratello Esaù. Lo stile particolare con cui è dipinta la scena trova un riscontro assai calzante nelle opere prodotte dalle fornaci di Pesaro tra il 1550 e il 1560 e concordemente attribuite al Pittore di Zenobia. Sul retro iscrizione in blu: Iacob per Astutia/ de la moglia benedice/ il figolo minore; diam, cm 22,8, diam. piede cm 8,4, alt. cm 3,5

Comparative Bibliography

C. Ravanelli Guidotti (a cura di), Maioliche italiane. Collezione Chigi Saracini del Monte dei Paschi di Siena, Firenze 1992, pp.155-159 nn. 25-27

A BULBOUS JAR, VENICE, SECOND HALF 16TH CENTURY

VASO A BOCCIA, VENEZIA, SECONDA METÀ SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia su rivestimento a smalto spesso e brillante. Sul fronte, entro un medaglione con cornice bianca con punte sottolineate da elementi triangolari rossi, è raffigurato un uomo di profilo con il volto barbato, mentre il resto del vaso è ricoperto da tratti sinuosi di volute fogliate con fiori polipetali e campanule e con piccole virgole graffite sullo smalto blu a dare tocchi di luce; alt. cm 27, diam bocca cm 12,8, diam. piede cm 14,5

Comparative Bibliography

M. Vitali, M. Ansaldi, La raccolta di maioliche Cini: problemi di attribuzione, in “Saggi e Memorie di storia dell’arte”, Vol. 18 (1992), p. 120 nn. 56-27, p. 217

A DISH, VENICE, WORKSHOP OF MASTRO DOMENICO, CIRCA 1570

PIATTO, VENEZIA, BOTTEGA DI MASTRO DOMENICO, 1570 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, raffigurante una figura femminile seduta nei pressi di un albero in un paesaggio lacustre. La qualità pittorica del piattello in esame è alta: il personaggio è dipinto con lo stile sicuro dei pittori istoriatori su uno sfondo impreziosito da elementi pittorici accurati. Alla produzione della bottega veneziana di Mastro Domenico tra il 1560 e il 1575 furono spesso attribuite opere caratterizzate dalla presenza di un personaggio solo che spicca nel paesaggio agreste, lo stesso che spesso si riconosce anche come sfondo nei vasi farmaceutici; diam, cm 24,4, diam. piede cm 9,6, alt. cm 2,6

A LITTLE BOTTLE, VENICE, CIRCA 1560-1580

PICCOLA BOTTIGLIA, VENEZIA, 1560-1580 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, secondo il tipico decoro veneziano con fiori e larghe foglie su fondo blu, interrotto sul fronte da un medaglione circolare nel quale è raffigurato San Gerolamo, reso secondo le modalità stilistiche del cosiddetto “Maestro dei piccoli santi”, a cui sono state attribuite diverse opere della Bottega di Mastro Domenico; alt. cm 23, diam bocca cm 8,4, diam. piede cm 10

Comparative Bibliography

M. Vitali, Omaggio a Venezia. Le ceramiche della Fondazione Cini, cat. della mostra, Faenza 1998, p. 28

A PAIR OF APOTHECARY BOTTLES, VENICE, 16TH CENTURY

COPPIA DI BOTTIGLIE, VENEZIA, SECOLO XVI

in maiolica dipinta in monocromia blu di cobalto, corpo globulare con alto collo cilindrico che si apre in una imboccatura con orlo basso e tagliato a stecca, su piede a disco. Il decoro occupa l’intera superficie con un motivo a girali fogliate disposte orizzontalmente al di sopra e al di sotto del cartiglio, che si sviluppa al centro riempito dalle iscrizioni apotecarie in caratteri gotici. Questo decoro, generalmente definito “alla porcellana”, ricorre frequentemente nelle maioliche veneziane del cinquecento, come ad esempio nella fiasca da farmacia del MIC di Faenza (inv. 24984); alt. cm 18,8, diam. bocca cm 10,5, diam. piede cm 10,8

Comparative Bibliography

R. Perale, Maioliche da farmacia nella Serenissima, Venezia 2021, pp. 81-82 n. 63

A PHARMACY JAR (ALBARELLO), VENICE, FIRST HALF 16TH CENTURY

ALBARELLO, VENEZIA, PRIMA METÀ SECOLO XVI

in maiolica dipinta in monocromia blu, corpo cilindrico appena rastremato al centro. Il decoro occupa l’intera superficie del vaso con un motivo a girali fogliate, in due versioni, disposte orizzontalmente al di sopra e al di sotto del cartiglio che corre al centro riempito da una scritta apotecaria in caratteri gotici. Il motivo alla porcellana ricorre spesso nelle maioliche veneziane del cinquecento, e il confronto più prossimo deriva da un esemplare, simile per morfologia e progetto decorativo, conservato al Mic di Faenza (inv. 21455/c), che costituisce un exemplum di come alcuni vasi da farmacia di questa tipologia, per largo tempo attribuiti alle manifatture faentine, fossero da avvicinare invece al corredo della Spezieria dei Padri Cappuccini di Mestre, e quindi attribuibili a Venezia; alt. cm 18,8, diam. bocca cm 10,5, diam. piede cm 10,8

Comparative Bibliography

G.C. Bojani, C. Ravanelli Guidotti, A. Fanfani, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, p. 311 n. 801;

R. Perale, Maioliche da farmacia nella Serenissima, Venezia 2021, pp. 80-83

A VENETIAN PLATE, CIRCA 1540 

PIATTO, VENEZIA, 1540 CIRCA 

in maiolica dipinta in policromia, cavetto profondo e tesa larga leggermente inclinata, con orlo arrotondato listato di giallo, e poggia su un piede ad anello. Sul recto una decorazione a grisaille, nei toni del grigio-azzurro, su fondo blu con ornato “a trofei” che occupa l’intera superficie del piatto con, al centro, un elmo e un insieme di scudi, attorno al quale si vedono quattro gruppi di trofei, disposti simmetricamente, con loriche, elmi e strumenti musicali. Il fondo è occupato da sottili nastri graffiti a mentre le armi e gli elementi maggiori sono lumeggiati da tocchi di stagno e impreziositi da una fitta trama di decori in bruno di manganese. L’ornato appartiene alla decorazione “all’antica” detta “a trofei”, un fortunato motivo decorativo molto diffuso in tutta l’area adriatica grazie alle incisioni, presente in molte manifatture del Ducato di Urbino, ma che ebbe esiti di prestigio nelle maioliche rinascimentali di Venezia. Johanna Lessmann ha proposto un interessante campionario di piatti, presenti all’Herzog Anton Ulrich Museum di Braunschweig, coerenti morfologicamente e stilisticamente con il piatto in esame. Si veda in particolare il piatto centrato da un cartiglio, ma comunque decorato con gruppi di trofei disposti simmetricamente (inv. n. 1166). Alcune opere coerenti per stile e decoro, delineato in modo più manieristico rispetto ai grandi piatti da parata delle due note botteghe veneziane, sono presenti in collezioni private, e alla serie del Museo di Amburgo si possono associare, pertanto alcuni altri esemplari come il piatto del Museo di Lindenau centrato da strumenti musicali e datato 1545, o il piatto con soldato romano al centro del Museo del Bargello a Firenze. Oramai superata la difficoltà attributiva tra le botteghe veneziane di Mastro Ludovico e di Mastro Jacomo da Pesaro sembra oggi, grazie anche agli studi più recenti, in particolare a quelli di Elisa Paola Sani, propendere per l’assegnazione di questa tipologia di piatti a trofei alla bottega di Mastro Jacomo, comunque avvicinandoli all’area adriatica pesarese. Sul retro timbro ed etichetta di provenienza Collezione Simonetti, Roma”; diam. cm 24,6, diam. piede cm 9,8, alt. cm 4

A VENETIAN PLATE, CIRCA 1540 

Bibliografia di confronto 

J. Lessmann, Herzog Anton Ulrich-Museum Braunschweig, Italienische Majolika, Katalog der Sammlung. Brunswick 1979, pp. 382-384 nn. 549-554;