15th to 19th CENTURY SCULPTURES

26 OCTOBER 2023

15th to 19th CENTURY SCULPTURES

Auction, 1236

FLORENCE


h. 3.30 p.m.
Lots 1-108
Viewing
FLORENCE
Saturday 21 October 2023 10 am - 6 pm
Sunday 22 October 2023
10 am - 3 pm
Monday 23 October 2023
10 am - 6 pm
Tuesday 24 October 2023
10 am - 6 pm
Wednesday 25 October 2023 10 am - 6 pm
 
 
 
Estimate   200 € - 60000 €

All categories

1 - 30  of 106
1

Giovanni Antonio Amadeo (Pavia circa 1447 - Milano 1522), Saint Bernard of Chiaravalle, 1480-1484, Condoglia marble, 52x18x14 cm

 

Giovanni Antonio Amadeo

(Pavia 1447 ca. - Milano 1522)

SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE, 1480-1484

marmo di Condoglia, cm 52x18x14

 

Opera dichiarata di interesse ai sensi del D.Lgs. 22/01/2004 e ss.mm.ii.

 

Provenance

Firenze, Contini Bonacossi Collection

Firenze, Carlo De Carlo Collection

Firenze, Private Collection

 

Bibliography

M. Seidel, Studi sulla scultura del primo Rinascimento: Francesco di Giorgio, Giovanni Antonio Amadeo, in M. Seidel, Arte italiana del Medioevo e del Rinascimento.Collana del Kunsthistorisches Institut in Florenz, 8, 2003, vol. 2, pp. 677-704;

M. Tanzi, Novità per l’”Arca dei martiri Persiani”, in "Prospettiva", 63, 1991, pp. 51-62.

 

La scultura a tutto tondo, di piccole dimensioni rappresenta San Bernardo di Chiaravalle stante, mentre regge un libro con la mano sinistra e con la destra trattiene saldamente per i capelli un piccolo demonio, accovacciato e sogghignante. Si tratta di un’opera dai tratti stilistici molto ben definiti, tali da accordarsi pienamente con l’attribuzione, già avanzata all’inizio del secolo scorso, allo scultore lombardo Giovanni Antonio Amadeo, figura centrale del Rinascimento dell’Italia Settentrionale.

L’opera, ben nota alla critica, fu studiata in particolare da Max Seidel negli anni Novanta, il quale arrivò a collocare l’opera nel periodo cremonese dell’artista, fra il 1480 e il 1484, anni in cui fu impegnato nella realizzazione delle disperse tre arche un tempo collocate nel Duomo di Cremona: l’arca di Sant’Imerio, di Sant'Arialdo e quella dei Martiri Persiani. Delle arche sono rimasti in loco solo pochi frammenti, e ancor più sporadici sono gli elementi sparsi per il mondo e rintracciati in musei e collezioni private. L’ipotesi avanzata da Seidel è che il San Bernardo fosse stato in origine posto a coronamento dell’arca di Sant’Imerio, ipotesi confermata dalla finitura della statuetta in ogni sua parte, e quindi destinata ad una collocazione sommitale e visibile a tutto tondo, ma anche dalle affinità con i più noti manufatti identificati come parti dell’originaria arca, specie nel panneggio scheggiato e contorto, cifra stilistica dell’Amadeo, e nella predilezione per le espressioni forti e drammatiche dei volti.

Interessante anche le vicende collezionistiche che hanno interessato l’opera nell’ultimo secolo, con il passaggio nelle mani di due dei maggiori collezionisti/conoscitori di scultura fiorentini del Novecento. Se all’inizio del secolo la statuetta figurava in bella mostra nella straordinaria raccolta della famiglia Contini Bonaccossi, apprezzata al punto che donna Vittoria la scelse come sfondo per farsi ritrarre da Primo Conti (vedi foto a lato), gli ultimi anni li passò con l’antiquario fiorentino Carlo De Carlo, che mai si decise a venderla, e proposta quindi in asta dalla Casa d’Aste Semenzato nel 2001 in occasione della vendita della sua collezione post mortem.

 

Estimate   € 18.000 / 30.000
Price realized  Registration
3

Lombard goldsmith's workshop, 9th-10th century, Escape in Egypt and Fall of the Idols, embossed and engraved gold foil, 12x8 cm, within an unrelated embossed and engraved silver foil frame with bezels, 24x18,5 cm

 

Bottega orafa lombarda del IX-X secolo

FUGA IN EGITTO E CADUTA DEGLI IDOLI

lamina d’oro sbalzata e cesellata, cm 12x8, entro cornice non pertinente in lamina d’argento sbalzato e cesellato con castoni, cm 24x18,5

 

Comparative Bibliography

C. Capponi (a cura di), L’altare d’oro di Sant’Ambrogio, Cinisello Balsamo 1996;

A.C. Quintavalle, (a cura di), Medioevo: arte lombarda, Milano 2004

 

La placca si presenta attualmente come assemblaggio di tre parti non omogenee: una cornice esterna in argento cesellato a motivi geometrici, una cornice interna con funzione di passepartout, e il pannello centrale figurato, probabilmente proveniente dalla legatura di un manoscritto, da un cofano reliquiario o da altro prezioso arredo liturgico. La scena descritta trae ispirazione da un episodio dell’infanzia di Cristo nel contesto della fuga in Egitto, tratto dal Vangelo dello pseudo-Matteo apocrifo: Giuseppe è raffigurato al centro, sulla destra il piccolo Gesù cavalca un asino tra le braccia di Maria, sulla sinistra gli idoli pagani precipitano dalle finestre.

Stilisticamente, come suggerito recentemente da Giovanni Travagliato, la placca potrebbe essere collocata in età ottoniana, tra il IX e il X secolo, nell’ambito delle medesime officine orafe lombarde che produssero il rivestimento in lamine istoriate del noto altare della basilica di Sant’Ambrogio a Milano, in particolare il fronte con le Storie di Cristo rivolto verso le navate realizzato da un’equipe guidata da Wolvino.

Estimate   € 12.000 / 18.000
6
Estimate   € 30.000 / 50.000
10

Bartolomeo Neroni also known as Il Riccio (Siena circa 1505 - 1571), Saint Peter, painted and gilt wooden relief, diameter 111 cm

 

Bartolomeo Neroni detto il Riccio

(Siena 1505 circa - 1571)

SAN PIETRO

rilievo ligneo dipinto in policromia e oro, diam. cm 111

 

Provenance

New York, Barone Cassel van Doorn

New York, Paul W. Doll junior Collection

Siena, Private Collection

 

Bibliography

A. Nesi, Un rilievo ligneo policromo di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, in “Quaderni di Maniera”, Siena 2022

 

Il grande rilievo ligneo mostra la figura di San Pietro, riconoscibile per i consueti attributi delle chiavi e del libro, rappresentata a trequarti, coperto da un’ampia veste svolazzante dietro le spalle e caratterizzata da profonde pieghe che evidenziano il movimento del corpo. Le caratteristiche stilistiche e formali suggeriscono una collocazione in ambito senese, individuandone l’autore in Bartolomeo Neroni detto il Riccio, uno degli artisti più eclettici e creativi del Cinquecento senese, cimentatosi nella sua vita in molteplici attività artistiche, quali il disegno, la miniatura, la pittura, la scultura, l’intaglio ligneo e l’architettura.

Come scrive Alessandro Nesi in un recente saggio monografico dedicato al nostro rilievo, “la fisionomia facciale, l’espressione e l’aspetto complessivo del volto del San Pietro rientrano nei canoni delle raffigurazioni del Riccio, per via dell’aria seria ma non scevra da un sottile patetismo nell’atteggiamento della testa e nella resa espressiva, la barba corta e i capelli mossi tagliati “a scodella” che lasciano sgombra buona parte delle tempie”.

Anche il motivo decorativo della cornice a cassetta, sagomata a rilievo nelle stesse tavole del supporto, con elementi floreali stilizzati e reiterati che richiamano petali, stami e pistilli di fiori e che sono dipinti a tempera nera sul fondo bianco, rimanda inequivocabilmente alla tradizione figurativa della città di Siena.

Si tratta in questo caso di un’aggiunta importante al catalogo del Riccio, poiché si tratterebbe del primo lavoro in legno da potergli attribuire con sicurezza in base appunto alla lettura stilistica, considerando che le altre opere di intaglio alla cui realizzazione partecipò, ovvero i meravigliosi arredi lignei della cappella maggiore del Duomo di Siena, furono da lui progettati tra l 1567 e il 1569, ma eseguiti in massima parte da altri intagliatori, ad eccezione di alcune parti figurative che lasciano pensare ad una sua esecuzione diretta, che ben si sposerebbe con le caratteristiche del nostro tondo.

 

Estimate   € 25.000 / 40.000
The lot is accompanied by a temporary import certificate
18

Workshop of Antonio Rossellino (Settignano 1427 - Firenze 1479), Madonna with Child (known as “dell’Ermitage” type), circa 1470, painted in polychromy and gold stucco reflief, 87x49 cm, within a 16th century Florentine carved and gilded wooden frame, 105x40 cm

 

Bottega di Antonio Rossellino

(Settignano 1427 - Firenze 1479)

MADONNA COL BAMBINO (DEL TIPO DETTO “DELL’ERMITAGE”), 1470 CIRCA

Rilievo in stucco dipinto in policromia e oro, cm 87x49, entro cornice fiorentina del XVI secolo in legno intagliato e dorato, cm 105x40

 

Provenance

Firenze, Collezione Giovanni Turchi

 

Comparative Bibliography

G. Gentilini, Dal rilievo alla pittura. La Madonna delle Candelabre di Antonio Rossellino, Firenze 2008;

E. Belli, Madonne Bardini. I rilievi mariani del secondo Quattrocento fiorentino, Firenze 2017, pp. 82-85 n. I.2

 

La Vergine è raffigurata seduta su una sedia a faldistorio mentre sostiene il Bambino sulle sue ginocchia, inserita in un’edicola di tipico gusto rinascimentale costituita da due lesene con capitelli decorate con candelabre su cui poggia l’architrave lineare, a sua volta sormontata da arco con ricca cimasa e due teste di arpia ai lati; sul basamento, leggermente aggettante, un piccolo stemma araldico dipinto in policromia e oro.

Il rilievo appartiene a una fortunata tipologia ben nota alla critica, ormai da tempo concordemente ricondotta a un modello di Antonio Rossellino - forse un marmo autografo perduto o di ardua identificazione - della quale si conoscono numerose redazioni in stucco e poche altre in terracotta (ma anche in cartapesta o in cuoio), di norma foggiate “a calco” e ritoccate “a stecca”, che presentano alcune varianti nel formato, nell’abbigliamento di Maria e del Bambino, nella forma e nell’andamento del festone e nel bracciolo del faldistorio. Ma le maggiori differenze risaltano nella foggia e nell’ornato delle sfarzose cornici, di norma solidali all’immagine (seppure alcuni esemplari ne sono privi), sovente in forma di tabernacolo decorato con motivi diversi (paraste a candelabra con capitelli a volute, fregi di base con vasi e racemi, cornucopie, delfini, iscrizioni mariane, cimase con grifi nel timpano e vistose arpie come acroteri, etc.).

Estimate   € 5.000 / 8.000
Price realized  Registration
30

Attribuited to Giuseppe Mazzuoli (Volterra 1644 - Roma 1725), Bust of Cardinal Giovanni Battista Bussi, white marble, 92x72x34 cm, on a marble column, h. 105 cm

 

Giuseppe Mazzuoli (attr.)

(Volterra 1644 - Roma 1725)

BUSTO DEL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA BUSSI

marmo bianco, cm 92x72x34; completo di base a colonna in marmo, alt cm 105

 

Bibliography

I. Faldi (a cura di), “Viterbo segreta”. Opere e oggetti d’arte di collezioni private dal XIII al XIX secolo, cat. della mostra, Viterbo 1983, pp. 32-33 n. 14

 

Giovanni Battista Bussi (Viterbo, 31 marzo 1657-Roma, 23 dicembre 1726) fu un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano. Sotto il pontificato di papa Innocenzo XII ricoprì, tra il 1698 e il 1706, la carica di internunzio delle Fiandre. Con l’inclinarsi dei rapporti tra cattolici e giansenisti e la nomina nel 1700 di papa Clemente XI, Bussi fu eletto vescovo di Ancona (3 febbraio 1710) e in seguito elevato alla porpora cardinalizia (26 settembre 1712). Nel conclave del 1721, nel quale sarà eletto papa Innocenzo XIII, la sua candidatura fu esclusa per i forti rapporti che aveva con la famiglia del pontefice precedente, in particolare con il cardinale Annibale Albani. L’ Albani riproporrà la nomina di Bussi anche nel conclave del 1724, ma con esito negativo.

Il riconoscimento del personaggio effigiato si basa sul ritratto del cardinal Giovan Battista Bussi conservato nel Museo Civico di Viterbo dipinto da Giuseppe Rusca. La somiglianza dei caratteri fisionomici tra scultura e dipinto è evidente, anche se nel busto il cardinale appare in un momento più avanzato della sua vita, e quindi probabilmente posteriore al 1714, anno di realizzazione del dipinto.

 

Estimate   € 60.000 / 90.000
1 - 30  of 106