Risultati eclatanti per i dipinti antichi e del secolo xix: i 120 lotti proposti raccolgono più di 2.100.000 [..]

RISULTATI ECLATANTI PER I DIPINTI ANTICHI E DEL SECOLO XIX:
I 120 LOTTI PROPOSTI RACCOLGONO PIÙ DI 2.100.000 EURO


Le vendite di Dipinti Antichi e del XIX secolo di Pandolfini hanno registrato anche in quest’ultimo appuntamento del 2017 un successo pieno e gratificante.

Un esito che concorre a consolidare la leadership di Pandolfini in ambito nazionale per il mercato della pittura dall’Alta Epoca al passaggio di secolo tra Otto e Novecento. In particolare, alcune aggiudicazioni dimostrano quanto il mercato dei dipinti possa essere pronto e vivace a fronte di una offerta attenta e severamente selezionata, pratica con la quale sono costruite dai nostri esperti tutte le vendite.

 

L’affermazione dell’asta di dipinti e sculture antichi si legge, prima di tutto, nei numeri: i 58 lotti presentati hanno sfiorato 1.500.000 euro d’incasso, che rappresenta il 127% delle stime, e un’alta percentuale di lotti venduti, contesi al telefono e in sala da collezionisti italiani e internazionali.
Top lot a pari merito, con un’aggiudicazione di 149.400 euro, Lelio Orsi e Alessandro Turchi: il primo con una delle ultime opere ancora in mani private, una Adorazione dei Pastori (lotto 18) da tempo nota agli studi ma assente dal mercato da oltre mezzo secolo che partiva da una stima di 60.000/80.000 euro; il secondo con un inedito e fascinoso Bacco e Arianna (lotto 29), stimato 50.000/70.000 euro e aggiudicato a un collezionista straniero.
Molti ancora i risultati di grande interesse, in particolare ricordiamo il bellissimo Giovanni Evangelista di Cesare Dandini (lotto 26), battuto a 68.750 euro, e la rara Armida di Cecco Bravo (lotto 14) battuta a 93.750 euro, che confermano il successo della pittura fiorentina del Seicento.
Anche per la vendita del 14 novembre la sapiente e raffinata selezione operata dagli esperti ha premiato le scelte inerenti l’alta epoca. Chiaro esempio sono gli oli su tavola Madonna col Bambino di Francesco Benaglio (lotto 1), venduto a 50.000 euro, e Madonna in trono di Paolo Schiavo (lotto 20),  che è passata di mano per 87.500 euro, oltre alla rara anconetta di Cennino Cennini, Madonna con il bambino tra sante e angeli (lotto 31),  un fondo oro entrato in una nuova collezione per 77.500 euro.
Altro risultato notevole è stato ottenuto dalla bellissima frutta autunnale all’aperto di Giovan Battista Ruoppolo (lotto 39), aggiudicato a un compratore collegato telefonicamente per 107.500 euro, un esito che prova il rinnovato interesse per la natura morta napoletana.
Non è mancata all’appuntamento nemmeno la pittura del Settecento, con uno dei soggetti che più si caratterizzano nell’immaginario collettivo, Venezia, con la veduta del cortile di palazzo Ducale (lotto 54), per la quale circolava il nome di Cimaroli, che a più del doppio della stima iniziale è stata battuta a 87.500 euro.
Largo interesse e importanti richieste anche per la scultura che ha registrato i migliori risultati con un gruppo in terracotta di Scuola romana del XVIII secolo raffigurante la Pietà (lotto 85) che ha quadruplicato la stima di partenza con l’aggiudicazione a 40.000 euro a un collezionista italiano, mentre è passato di mano per 31.250 euro un curioso busto di dama (lotto 3) scolpito alla fine del XVI secolo da un artista piemontese.


E i numeri disegnano un quadro altrettanto soddisfacente per i
62  lotti che hanno dato corpo al catalogo di DIPINTI DEL XIX SECOLO, che ha chiuso la giornata e l’anno per i due dipartimenti.
Il totale di venduto è stato di poco inferiore a 650.000 euro, che equivale al 119% delle stime iniziali, percentuale molto simile a quella dei dipinti antichi così come quella dei lotti venduti.
Top lot della sessione il piccolo olio su tavola i muli di Giovanni Fattori (lotto 89) che è entrato in una nuova collezione per 80.000 euro quadruplicando la stima iniziale.
Molto bene la scuola napoletana che ha toccato i vertici con due splendide opere di Vincenzo Irolli: UN RICEVIMENTO (lotto 132) e FEMME À LA LORGNETTE (lotto 116). Il primo è un olio su tela databile intorno al 1920, periodo di grande facilità esecutiva che bene si esprime in difficili composizioni di grandi dimensioni come questa che è stata battuta a 65.000 euro, il secondo, raro per soggetto e qualità pittorica, è da ricondurre al periodo francese 1880/1890 ed è passato di mano per 43.750 euro. Segnatamente alla scuola napoletana va ricordato il felice esito del delicato bimbo sorridente (lotto 123) di Antonio Mancini.
Un altro importante risultato è rappresentato dai 50.000 euro con cui è stato battuto il dipinto di Federico Zandomeneghi, LE SCARPINE NERE (lotto 92) dove la figura femminile è raffigurata con l’eleganza che gli è consueta.
Ancora da ricordare LUNGO L’ARNO del napoletano Giuseppe Abbati databile a dopo il 1861 che è stato aggiudicato per 20.625 euro e pascolo verso druogno (lotto 115), passato di mano per 31.250 euro, del novarese Carlo Fornara presente in catalogo anche con un’altra opera.
In evidenza anche i 37.500 euro con cui è stato aggiudicato il dipinto piccolo stagno di Giuseppe De Nittis (lotto 124), e la vendita per 25.000 euro di Profilo di Donna di Silvestro Lega.
Non si può chiudere senza ricordare la performance di Sirio Tofanari, grande scultore animalier, che torna nuovamente interprete raffinato del gusto di un largo mondo collezionistico. Le tre opere in catalogo: Macaco (lotto 129) aggiudicato per 12.500 euro, Falco ferito (lotto 130) passato di mano per 20.000 euro e Lepre (lotto 131) battuta a 18.125 euro, hanno superato di molto le cifre di stima al fine di vivaci dispute.