IL FASCINO E L’ELEGANZA: LA MIGLIOR ASTA DI SEMPRE PER I DI-VINI

I “Di-Vini” di Pandolfini hanno superato sé stessi: la vendita del 20 e 21 aprile conta il 99% di lotti venduti per un totale di 1.230.072 euro pari al 187% del monte stime e a una media lotto di 1.981 euro e, non ultimo, due sezioni White Gloves Sale.

In sostanza l’asta con i numeri e le percentuali migliori di sempre, quindi, con ogni probabilità, la miglior vendita in assoluto in Italia, vista la leadership incontrastata di Pandolfini nel settore.

Per dovere di completezza e rendere il giusto omaggio al lavoro eccellente del dipartimento “Wine & Spirit” si deve aggiungere che il mese di aprile si era aperto con un “Smart Wine 2.0”, un’asta solo online che ha pressoché raddoppiato la propria riserva.

Pertanto, è un piacere affermare che nel complesso il “Vino” di Pandolfini marcia con una continuità di risultati unica e importante, che dimostra la sua forza in un settore la cui tendenza è, comunque, sempre positiva.

 

Per tornare alla cronaca di questa due giorni dedicati al meglio del mercato enologico mondiale, che ha infiammato i telefoni, la piattaforma Pandolfini Live e i clienti che hanno deciso di partecipare, su prenotazione e in piena sicurezza, di persona nei saloni di Palazzo Ramirez-Montalvo, si è in imbarazzo nello scegliere da dove partire tante sono le notizie importanti da comunicare.

Iniziamo quindi con i top lot, che come spesso accade sono appannaggio del mostro sacro Domaine Romanée Conti, che con i suoi 40 lotti chiudeva il catalogo. Quasi superfluo segnalare il 100% di venduto e il 183% delle stime, mentre meno scontati sono i risultati di alcuni lotti, tre in particolare che restituiscono al meglio l’immagine della vendita: una verticale di sei annate di MONTRACHET Domaine de la Romanée-Conti che ha raggiunto la cifra di 42.875 euro (lotto 623), 1 bt di ROMANÉE CONTI Domaine de la Romanée-Conti 2016 con stato di conservazione eccellente, come per altro tutti i lotti proposti, che ha chiuso la gara a 20.212 euro (lotto 625), poi l’ultimo lotto del catalogo e top lot dell’intera vendita, l’ASSORTIMENTO di tutti i Gran Cru prodotti dal Domaine composto da 13 bt del 2009, in due casse di legno, che da una valutazione di 35.000 euro è stato lungamente conteso tra telefoni e compratori attivi sulla piattaforma Pandolfini Live fino ad essere aggiudicato a 61.862 euro (lotto 627).

I successi del Domaine proseguono con i 18.988 euro di 1 bt di ROMANÉE CONTI Domaine de la Romanée-Conti 2017 (lotto 624), e poco meno è la cifra a cui è arrivata 1 bt di ROMANÉE CONTI Domaine de la Romanée-Conti 2001 (lotto 626), tutte aggiudicate a compratori collegati live sulla Piattaforma Pandolfini. Live anche l’aggiudicazione di 2 bt di MONTRACHET Domaine de la Romanée-Conti, una del 2001 e una del 2005 (lotto 621) per 12.862 euro.

Ancora molti sarebbero i lotti da ricordare ma per non trascurare altri importati risultati lasciamo la Romanée-Conti e proseguiamo, seguendo l’ordine delle sezioni con cui era diviso il catalogo, restando in terra di Francia con i prodotti di Bordeaux, Champagne e Rodano, una serie di lotti che rilanci continui hanno portato ad aggiudicazioni importanti. Notevole è stata la performance dei lotti di HERMITAGE del Domaine J.-L. Chave, uno per tutti le 6 bt del 1999 che si sono attestate alla cifra di 2.450 euro (lotto 352); per il Bordeaux, invece, grande successo hanno riscosso le 6 bt Mg di PÉTRUS del 1966, il principe della regione, un incredibile lotto che ha quasi raddoppiato la richiesta chiudendo una gara appassionata a 31.850 euro (lotto 375).

Pregevoli anche le due sessioni dedicate esclusivamente a lotti delle Maison Louis Roederer, più precisamente di CRISTAL, e Dom Pérignon. Tutti i lotti hanno superato ampiamente la loro base d’asta, in particolare segnaliamo la MATHUSALEM di Cristal del 2002, in confezione originale, che superando la sua valutazione del 270% è passata di mano per 5.390 euro (lotto 394), e la bottiglia del preziosissimo P3 di Dom Pérignon del 1983 che ha cambiato proprietario per 2.700 euro (lotto 412), ma anche 1 bt da 6 l di Dom Pérignon del 1998 che ha più che raddoppiato la richiesta chiudendo a la gara a 4.655 euro (lotto 403).

In chiusura di questa sessione, che ha registrato la seconda White Gloves Sale del catalogo, è stata di scena la Borgogna con una sessione dedicata al Domaine Armand Rousseau presente con tutti i sui cru, ma per dovere di sintesi citiamo solo 1 bt di CHAMBERTIN del 2010 venduta a 2.695 euro (lotto 419), mentre 3 bt del 2013 sono passate di mano a 4.900 euro (lotto 416).

Per la Borgogna si devono segnalare anche l’ottimo l’esito di 1 bt di RICHEBOURG Domaine Leroy del 2003 aggiudicata a 5.145 euro (lotto 504), quello di 1 bt BONNES MARES LEROY Domaine D’Auvenay 2002 che ha più che raddoppiato la stima chiudendo a 6.379 euro (lotto 505), mentre la medesima bottiglia del 2001 è stata aggiudicata a 5.145 euro (lotto 514), ancora da notare 1 bt di ROMANÉE SAINT-VIVANT Domaine Leroy del 2001 battuta a 5.390 euro (lotto 513).

 

 

La quarta e ultima parte del prezioso catalogo costruito in sezioni omogenee, la più attesa dai grandi collezionisti che seguivano da tutto il mondo collegati ai telefoni e online, è stata una sessione che ha tenuto alta la tensione e infiammato le gare per ben quattro ore, con grandi risultati, anche in questo caso superiori alle stime. Partiamo dal Domaine J.-F. Coche Dury con 1 bt di CORTON-CHARLEMAGNE del 2002 aggiudicata a 4.165 euro (lotto 538), passiamo al Domaine Emmanuel Rouget che ha visto passare di

mano a 4.655 euro 1 bt Mg di VOSNE ROMANÉE AU CROS PARANTOUX del 2010 (lotto 555), poi per il Domaine Réne Engel, le cui bottiglie sono tra le più ricercate, spicca 1 bt Mg di ÉCHEZÉAUX del 1999 battura a 4.655 euro (lotto 579), mentre la medesima del 2002 ha chiuso a 4.410 euro (lotto 577) e 1 bt Mg del 1996 a 4.165 euro (lotto 582).

A concludere questo ampio resoconto dei risultati delle etichette transalpine è opportuno dare anche qualche numero assoluto a partire dalla percentuale di venduto che è del 99% (tre soli invenduti n.d.r.), mentre l’incremento sulle stime è stato dell’182% e il valore medio per lotto di 2.690 euro.

 

La produzione italiana, che ha occupato l’intera prima giornata, era rappresentata delle grandi etichette della nostra penisola divise in due sessioni, le gare hanno portato all’aggiudicazione del 99% dei lotti (due soli invenduti n.d.r.) mentre i valori finali di gare assai combattute hanno decretando un incremento del 194% sulle riserve e un valore medio di 1.331 euro per lotto.

Le grandi aggiudicazioni sono state tante, partiamo dal Piemonte con 6 bt di BAROLO CÀ D’MORISSIO Riserva Giuseppe Mascarello 2010 vendute a più del doppio della partenza a un cliente collegato telefonicamente per 4.410 euro (lotto 50); poi 4 bt Mg di SELEZIONE RISERVA ETICHETTA ROSSA di Bruno Giacosa hanno cambiato cantina per 5.400 euro (lotto 72), mentre 1 bt Mg del celebre BAROLO MONFORTINO di Giacomo Conterno della blasonatissima annata 2010 ha concluso la gara a 2.940

euro (lotto 139). Bene anche 1 bt DMg del 2014, 1 bt DMg del 2013 e 3 bt del 2010, che sono passate di mano rispettivamente a 4.655, 4.165 e 4.165 euro (lotti 132, 136 e 140).

L’altra grande regione produttrice di vini della nostra Penisola e presente in catalogo con sette delle sue principali etichette era la Toscana che costituiva l’intera seconda sessione, risultando a fine giornata la prima White Gloves Sale della vendita. Anche in questo caso selezioniamo solo alcuni lotti che hanno dato vita a gare appassionanti tra sala, telefoni e clienti online sebbene la lista sia lunga.

Partiamo con 1 “mastodontica” bt da 12 l. di LE PERGOLE TORTE 2002 di Montevertine venduta per 4.900 euro (lotto 165), poi una cassa da 6 bt di SOLAIA Antinori 2013 aggiudicata a 1.600 euro (lotto 196), 1 bt DMg di ORNELLAIA 2013 dell’edizione speciale “Vendemmia d’Artista” che ha quasi triplicato la sua riserva raggiungendo la cifra di 1.715 euro (lotto 248). Continuiamo con 1 bt, sempre in formato DMg, di MASSETO 2015 che ha superato la sua valutazione massima giungendo a un’aggiudicazione di 3.675

euro (lotto 260), e 12 bt di SASSICAIA di Tenuta San Guido del 2015 che sono di un nuovo proprietario a fronte di 5.635 euro ossia oltre il triplo della richiesta iniziale (lotto 285).

Infine, due verticali complete, sempre di SASSICAIA di Tenuta San Guido: una di 21 bt dal 1986 al 2006 di aggiudicata a 6.615 euro (lotto 329) e, ultimo lotto della prima giornata, una di 29 annate (1989 - 2017), che è stata oggetto di una competizione accesa fino alla cifra di 7.600 euro (lotto 330).

 

Il dipartimento è orgoglioso dei risultati raggiunti, frutto del lavoro costante e della esperienza, maturata negli oltre 20 anni di aste enologiche, che gli permette di analizzare il mercato e selezionare le bottiglie più ricercate. Il Capo Dipartimento Francesco Tanzi commenta: «L’attenzione va riposta non solo nella selezione della tipologia, ma anche nella qualità dei lotti che si propongono. I nostri clienti, sia quelli arrivati da poco nel mondo del vino che i “veterani”, ci conoscono e si fidano della nostra valutazione. Il nostro compito è analizzare attentamente e accettare nei nostri cataloghi solo bottiglie d’indubbia qualità, così che l’acquirente possa comprare senza timore bottiglie introvabili, investendo cifre anche raddoppiate rispetto alla stima iniziale del lotto. Il risultato finale dimostra che il mercato, nonostante la situazione globale dovuta all’emergenza pandemica, non solo non è fermo, ma è cresciuto enormemente, e la quasi totalità dei lotti venduti e le cifre raggiunte ci dimostrano che, ormai, il mercato italiano è diventato uno dei centri più attrattivi per questa tipologia di vendita.»