DA PANDOLFINI L’ALFA DI D’ANNUNZIO RITENUTA SCOMPARSA

l’ALFA ROMEO 6C 2300 TURISMO che fu di Gabriele D’Annunzio, a tutt’oggi ritenuta scomparsa anche dagli storici perché il suo attuale proprietario non l’ha utilizzata per raduni, manifestazioni e concorsi d’eleganza ma l’ha gelosamente conservata per più di cinquant’anni, è la stella assoluta della prima vendita di Auto Classiche di Pandolfini.

Esulando dalle caratteristiche tecniche, stilistiche e dal suo lignaggio, ci piace scrivere qualche nota della storia di questa vettura quand’era legata al suo primo proprietario, un uomo che ha scritto - non solo in senso figurato - importanti pagine di Storia e Letteratura: il Comandante Gabriele d’Annunzio, Principe di Montenevoso, così com’è scritto nei documenti di circolazione originali che accompagnano l’Alfa Romeo 6C, venduta dalla Casa in data 12 aprile 1935.

Amante del bello e del lusso, D’Annunzio conosceva e apprezzava le belle automobili che utilizzava come una parte di tutto quell’apparato simbologico che accresceva la sua aura e la sua fama; non a caso il suo garage contava diverse Isotta Fraschini che con le predilette Alfa Romeo erano argomento, e forse non il solo, con cui a volte s’intratteneva col vicino mantovano Nuvolari.

L’Alfa Romeo che Pandolfini presenta dal 22 al 26 settembre a Villa La Massa, dove sarà battuta il 27 settembre al lotto 9, fu usata dal Vate negli ultimi tre anni della sua vita al Vittoriale per ricevere gli ospiti alla stazione di Desenzano e per suoi viaggi personali che, esulando da quelli segreti, ci raccontano dei molti intrapresi alla volta di Verona per incontrare Arnoldo Mondadori, controllare la produzione dei suoi libri e chiedere pagamenti anticipati.

Piero Chiara, nella sua “Vita di Gabriele d’Annunzio” (Mondadori, 1978), riporta ad esempio che il 26 Agosto 1937 andò a prendere Ugo Ojetti (giornalista, letterato, Accademico d’Italia), mentre fu cancellato a causa della sua debolezza il viaggio a Venezia in programma per il giorno successivo.

Forse uno degli ultimi viaggi fu quello che a fine luglio del 1937, sei mesi circa prima della morte, portò il Vate accompagnato dal suo stretto collaboratore Moroni a Parma e a Verona.

Poi a parlare sono la storia e i documenti a partire da quello del 1937 in cui è costituita la “Fondazione del Vittoriale degli Italiani”, alla quale il 17 aprile 1940 fu trasferita la proprietà dell’Alfa Romeo.

Con il 5 agosto 46 si apre quella seconda vita che ha portato tutti a pensare alla definitiva scomparsa della vettura, l’Alfa Romeo fu acquistata dalla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio, perdendo quindi la sua originale targa, BS 10764, per quella che porta ancora oggi, VA 18580. In seguito, nell’aprile del ‘63 la 6C 2300 viene acquistata da due giovani fratelli di Castellanza che l’hanno usata solo in occasione di qualche speciale cerimonia famigliare: una “vita privata” che gli ha permesso di non essere avvistata dai radar dei commercianti e dei collezionisti.

Oggi questa splendida auto si ripresenta a un mondo che nel frattempo ha consegnato alla Storia il suo primo proprietario, e ha riconosciuto il valore delle grandi automobili, soprattutto di quelle che come questa hanno mantenuto la loro totale originalità e sono quindi in grado di tramandare ai posteri il lavoro e la genialità di coloro che le hanno create.

Questa Alfa Romeo 6C 2300 Turismo, con la sua meravigliosa carrozzeria “Soffio di Satana” di Touring è un pezzo più unico che raro che può essere proiettata immediatamente nei livelli più alti ed esclusivi del collezionismo e degli eventi a esso dedicati, assicurando al suo prossimo fortunato proprietario un posto di primo piano ovunque voglia cimentarsi, dalla Mille Miglia, a Pebble Beach, per non parlare di Villa d’Este.

Per un cultore e collezionista di memorabilia dannunziane poi, essa rappresenta una occasione unica di possedere un’auto del Comandante – dato che quelle esposte al Vittoriale ben difficilmente potranno uscire dalla Fondazione - e di utilizzare un automezzo che ha trasportato il Vate e molte delle persone, alcune passate alla storia ed altre accuratamente occultate, che hanno fatto compagnia a d’Annunzio nella parte finale della sua vita.

Una vita che fu progettata e vissuta come un’Opera d’Arte, come l’Alfa Romeo stella assoluta della prima vendita di Pandolfini.