Argenti italiani, europei e russi: Dalla Croce astile abruzzese al boccale dell'est europeo

Preziosità di materiali e perizia tecnica sono il filo conduttore delle aste che chiudono il mese di novembre, dopo l’accoppiata Gioielli e Orologi, il 29 novembre è il turno di ARGENTI ITALIANI ED EUROPEI, vendita per la quale Roberto Dabbene con Chiara Sabbadini Sodi hanno selezionato accuratamente circa 210 opere provenienti da collezioni italiane.

Top lot della vendita è un KOVSH realizzato in verme dall’argentiere Jakov S. Maslennikov a Mosca nel 1762 inserito in catalogo con una stima di 30.000/40.000 euro. E’ un oggetto, in realtà un recipiente per liquidi o meglio un bicchiere, tipico della tradizione russa usato principalmente per bere l’idromele. Nel corso del Settecento, quando al posto del legno e di metalli poco nobili, ha cominciato ad essere realizzato in metalli preziosi è andato perdendo la sua funzione pratica per assumere quella di simbolo e diventare uno dei regali preferiti dalla corte zarista.
Questa doveva essere la funzione del nostro visti i simboli, le insegne e la scritta con cui è decorato, a partire dal manico che termina in una presa con il monogramma di Caterina II Imperatrice sormontato dalla corona imperiale, mentre l’interno del corpo è interamente occupato dal blasone dei Romanov unito al collare di Sant’Andrea, la più alta onorificenza russa. Sulla faccia esterna vi è l’effige di Caterina II la Grande ed entro otto riserve la scritta: “PER GRAZIA DIVINA, NOI, CATERINA II, IMPERATRICE DI TUTTE LE RUSSIE ABBIAMO REGALATO QUESTO KOVSH AD DIAC IVAN ARTEMEV FIGLIO DI JANOV; PER IL SUO FEDELE SERVIZIO A CAPO DELL’ESERCITO DEL DON. NEL 5 FEBBRAIO 1763 A MOSCA”.
In catalogo sono inserit anche altri oggetti ì d’arte affascinanti ed originali come l’importante TOILETTE DA VIAGGIO realizzata dagli argentieri francesi Theodore Tonnelier e V. Cardeilhac tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo. La grande qualità e la finezza tecnico-stilistica con cui è realizzato ogni singolo pezzo, compresa la scatola originale nella quale è conservata, fanno pensare che l’opera abbia avuto una commissione di assoluto rilievo, come importante è la famiglia che l’ha conservata per più di due secoli. La stima è di 6.000/8.000 euro.
Fresco per il mercato, perché conservato in una collezione privata, è anche il BOCCALE di area est europea eseguito agli inizi del XVIII secolo; raffinato nell’esecuzione dei decori e delle forme è in catalogo per la cifra di 4.000/6.000 euro.
L’eleganza è la cifra distintiva dell’argenteria torinese, ne è un ottimo esempio la CAFFETTIERA del 1820 circa, che nell’andamento torchon delle sue forme ricorda ancora le caffettiere Settecentesche, inserita in catalogo con la stima di 2.500/4.000 euro.
Molto interessante anche la LUCERNA romana recante i bolli in uso nello Stato Pontificio nel periodo dell’occupazione francese. L’oggetto presenta un elegante fusto realizzato come Ercole a tutto tondo ed è databile al 1810 circa. La sua valutazione è di 7.000/9.000 euro.
Mentre è di 20.000/30.000 euro la stima per una CROCE ASTILE della scuola di Sulmona dell’inizio del XIV secolo, considerata dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo opera d’interesse culturale particolarmente importante. L'oreficeria abruzzese ebbe origini nel XIII secolo quando Sulmona, capitale amministrativa ed economica della regione sotto il regno di Federico II di Svevia, divenne anche crocevia culturale e artistico. Nel 1406 re Ladislao di Durazzo consegna all'orafo Nicola Piczulo il sigillo SUL da applicare a tutte le opere realizzate in oro ed argento, marchio che ritroviamo sulla Croce Astile  in asta il 30 novembre, ma che andrà perso dalla prima metà del XVI secolo.
Con la Croce, la vendita annovera anche un interessante nucleo di oreficeria sacra il cui lotto più importante e significativo è un OSTENSORIO A SOLE eseguito a Perugia nel 1677 circa dall’argentiere Antonio Giovanni Vincenti il cui valore è stimato 5.000/7.000 euro.