SCULPTURES AND WORKS OF ART FROM MIDDLE AGE TO 19TH CENTURY

Florence, 
wed 12 June 2024
Live auction 1290
91

Francesco Antonio Cassarini known as Panzetta, model for the equestrian monument of Francesco III d'Este Duke of Modena, 1750, white Carrara marble

€ 15.000 / 25.000
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Francesco Antonio Cassarini known as Panzetta, model for the equestrian monument of Francesco III d'Este Duke of Modena, 1750, white Carrara marble

 

Francesco Antonio Cassarini detto Panzetta

BOZZETTO PER IL MONUMENTO EQUESTRE A FRANCESCO III D'ESTE DUCA DI MODENA, 1750
scultura in marmo bianco di Carrara con inserti in marmo rosso sul basamento. Sul fronte della base iscrizione: FRANCISCUS/ TERTIUS/ DUX MUTINAE/ Inv. et Sculp: Fran:/ Panzetta Carrarie/ an: 1750. Cm 71x47x22,5


Literature
D. Colli, A. Garuti, G. Martinelli Braglia, I secoli della meraviglia. Il Seicento e il Settecento, Modena 2010, pp. 46-47

 

La scultura qui presenta, già nota alla critica in seguito ad una pubblicazione del 2010, rappresenta il bozzetto per un monumento celebrativo dedicato a Francesco III d'Este, duca di Modena e Reggio dal 1737 al 1780 e signore di Varese dal 1765 al 1780. Gli anni del suo governo rappresentarono per Modena un periodo molto intenso e ricco di avvenimenti, nei quali la corte estense eccelse per divertimento e sfarzo. Del 1738 è l'inaugurazione della strada della Tambura, importante asse viario che superando le Apuane collegò la Garfagnana a Massa e raggiunse l'obiettivo di collegare finalmente Modena con il mare, evento questo che spinse alla progettazione di un monumento equeste dedicato a Francesco III nell'atto di indicare in direzione della collina, dove la nuoa strada si inoltrava valicando i colli. Il progetto fu affidato a Francesco Antonio Cassarini, ottavo direttore dell'Accademia di Architettura e Scultura di Carrara, conosciutto come Panzetta, che realizzò il modello qui presentato. Nel frattempo però lo stesso Francesco III vendette la successione di Modena all'Austria in cambio del Governatorato della Lombardia, dove si recò per non tornare più in patria. Vi rientò invece da Londra il Panzetta acciaccato e malsano, in condizioni tali da non poter realizzare l'opera finale, che venne affidata invece al Cybei per essere innalzata in piazza Sant'Agostino, ma successivamente rimossa e distrutta.