19 th CENTURY PAINTINGS

FIRENZE, 
wed 15 May 2024
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139

Ezio Marzi ©  
(Firenze, 1875 - Firenze, 1955)

Ezio Marzi

€ 5.000 / 7.000
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Ezio Marzi

(Firenze 1875 - 1955)

IN THE STUDIO

oil on canvas, 45.5x30 cm

signed and inscribed "Firenze" lower left, trace of label "342" lower right

 

NELLO STUDIO

olio su tela, cm 45,5x30

firmato e iscritto "Firenze” in basso a sinistra, frammento di etichetta “342” in basso a  destra

 

Esposizioni

III Esposizione d'Arte, Livorno, 1901, sala F, n.309

Un altro '800. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana. Grandi collezioni alla Ricci Oddi di Piacenza, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, 3 dicembre 2005- 25 giugno 2006, n.27.

 

Bibliografia

III Esposizioned'Arte, Livorno 1901, p.10

R. Bossaglia (a cura di) Ottocento a Voghera. Dipinti scelti da collezioni private oltrepadane, catalogo della mostra, Voghera 1998, n.15

S. Fugazza, A. Guarnaschelli e P. Nicholls (a cura di), Un altro '800. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana. Grandi collezioni alla Ricci Oddi di Piacenza, catalogo della mostra (Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi), Milano 2005, pp. 10, 76-77 n.27.

 

Di Marzi, purtroppo, si conosce troppo poco per qualificare questa opera all’interno della sua produzione. Dopo gli studi con Ciaranfi all’Accademia fiorentina, il pittore dovette eseguire copie, restauri e illustrazioni per sbarcare il lunario. In seguito, troppo amante del bel disegno per essere convinto dallo sperimentalismo del primo Novecento, se dedicò in buona parte a dipinti sacri e ritratti; inoltre collaborò come disegnatore in un atelier di tessitura a Firenze (A.P Torresi, a cura di, Il “Dizionario Faini”. Repertorio biografico di pittori, scultori, grafici, architetti e restauratori toscani del primo Novecento, Ferrara, 1997, p.93). Sorprende, quindi, per un artista apparentemente così defilato, il numero di presenze alle mostre nazionali, dall’esordio a Bologna nel 1896 fino all’ultima partecipazione registrata a Roma nel 1927 (R.Breda, 1890-1940 Artisti e mostre. Repertorio di pittori e incisori italiani in esposizioni nazionali, Roma, 2001, p.310). Tra le mostre, quella di Livorno del 1901, alla quale Marzi presentò quest’opera (secondo la cortese segnalazione di Giulia Marzi), riveste particolare importanza, in quanto vi parteciparono anche Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Mario Puccini e Plinio Nomellini, tutt’altro che seguaci della tradizione accademica. Marzi non era incline al rinnovamento, ma non era privo d’invenzione. Il gioco di luce, con l’accenno di forme e oggetti particolari di un atelier, rende l’interpretazione del soggetto quasi una visione, in cui lo sguardo fisso della bambina appare più interrogativo che ammirato. In un’altra rappresentazione dell’atelier, Autoritratto nello studio (collezione privata), del 1905, l’artista ripropone una composizione simile, rappresentandosi in un colloquio metafisico con una figura settecentesca.

 

Nicholls 2005, p.76