Important Renaissance Maiolica

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Giovanni della Robbia

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Giovanni della Robbia

(Firenze 1469 - 1529/30)

MADONNA COL BAMBINO E SAN GIOVANNINO, 1520 CIRCA

Statuetta in terracotta parzialmente invetriata policroma

cm 63x30x19

 

MADONNA WITH CHILD AND YOUNG JOHN THE BAPTIST, CIRCA 1520

A terracotta sculpture, partly glazed and polychromed 

63x30x19 cm

 

Bibliografia di riferimento

A. Marquand, Giovanni della Robbia, Princeton 1920;

G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, vol. II, Firenze 1992;

I Della Robbia e l’“arte nuova” della scultura invetriata, catalogo della mostra (Fiesole, Basilica di Sant’Alessandro, 29 maggio - 1 novembre 1998) a cura di G. Gentilini, Firenze 1998;

I Della Robbia. Il dialogo tra le Arti nel Rinascimento, catalogo della mostra (Arezzo, Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, 21 febbraio - 7 giugno 2009) a cura di G. Gentilini, Milano 2009;

M. Bormand, Da David a san Girolamo: identità civica e devozione religiosa nella piccola statuaria robbiana, ivi, pp. 118-127

 

 

L’elegante, briosa statuetta raffigura la Madonna in atto di offrire alla venerazione dei fedeli il Gesù Bambino, che, seduto tra le braccia della madre con una disinvolta posa sgambettante e ben poggiato al seno col braccio flesso ad angolo, stringe nella mano destra un uccellino - suo ricorrente attributo allusivo alla Passione, come il gesto di Maria che ne solletica un piede -, mentre a fianco della Vergine entra in scena il Battista fanciullo, proteso a osservare il cuginetto con modi reverenti recando il consueto cartiglio col profetico annuncio del sacrificio di Cristo, “ECCE.AGN(US.DEI)”.

La Madonna indossa un ampio, regale mantello azzurro foderato di verde, chiuso sul petto da un prezioso maspillo cruciforme costituito da quattro perle incastonate attorno a un rubino, sopra una tunica purpurea - il rosso, assente nella tavolozza robbiana, è surrogato dal manganese - cinta da una fusciacca e bordata lungo lo scollo e ai polsi in giallo oro. I capelli sono raccolti sotto il candido velo da una tenia, con un sofisticato gusto ‘all’antica’ che si rivela ancor più esplicito nella foggia romana dei calzari, simili ai sandali del San Giovannino, che veste la tradizionale, rustica tunica di pelle di cammello, allusiva alla sua vita eremitica, intorno alla quale si avvolge il manto rosso. La regalità di Maria e quella di Gesù viene qui ulteriormente enfatizzata dalle raffinate coroncine polilobate e cesellate; inoltre possiamo ritenere che lo spiccato valore devozionale dell’immagine fosse in origine esplicitato da un’iscrizione mariana tracciata in oro ‘a mordente’ sopra la fascia azzurra dell’alta base color porfido.

Di tali finiture “a freddo” l’opera conserva tracce significative negli incarnati privi d’invetriatura, dove una policromia naturalistica a olio o tempera doveva coniugarsi con i fulgidi smalti ceramici delle vesti e degli ornamenti, secondo una tecnica ben attestata nell’attività dei Della Robbia di primo Cinquecento, anche attraverso i documenti, della quale sopravvivono esigue testimonianze integre.

Nella folta e variegata produzione plastica robbiana simili statuette e piccoli gruppi plastici di soggetto sacro o allegorico, destinate perlopiù alla devozione privata e all’arredo delle dimore signorili, caratterizzate come in questo caso da un’arguta, giocosa naïveté, da un’esuberante vena decorativa e dalle sgargianti tonalità dell’invetriatura, contraddistinguono la fantasiosa attività di Giovanni della Robbia (Gentilini 1992, pp. 308-309, 325-326; I Della Robbia 2008, pp. 261-270; I Della Robbia 2009, pp. 251-253, 272-275, 350-351, 359-360; Bormand 2009): il più conosciuto, prolifico e autonomo tra i cinque figli di Andrea che, dopo aver a lungo collaborato col padre, ne ereditarono il magistero ceramico e la rinomata bottega di via Guelfa (Marquand 1920; Idem 1928, pp. 181-192; Gentilini 1992, pp. 279-328). In particolare, sono ben note e piuttosto numerose quelle che rappresentano Giuditta con la testa di Oloferne (Firenze, Museo Bardini e Galleria Bellini; Boston, Museum of Fine Arts; etc.), dove ritroviamo puntualmente il fermaglio cruciforme - frequentissimo nei lavori di Giovanni -, i sandali ‘alla romana’ e gli altri decori che impreziosiscono le vesti della nostra Madonna; oppure la Dovizia (Minneapolis, Institute of Arts; Firenze, Museo Bardini; etc.), spesso accompagnata da un putto in posizione incedente come qui il piccolo Battista, figure che talora si ergono su di un’analoga base di forma ellittica; oppure le statuette dedicate proprio all’Infanzia eremitica di San Giovanni Battista (Ecouen, Musée National de la Renaissance; Fiesole, Museo Bandini; etc.), caratterizzato da simili fattezze pingui e tenere, anche in compagnia del Cristo fanciullo cui si rivolge con fare accorato (Firenze, Museo del Bargello; Cento, collezione Grimaldi Fava; etc.).

In questa nutrita compagine di accattivanti statuette, perlopiù già censite dalla critica concorde nel riferirle a Giovanni della Robbia intorno al secondo decennio del Cinquecento, sino ad oggi trovava posto una sola immagine della Madonna col Bambino e San Giovannino, conservata nella chiesa di Sant’Alessandro Papa a Vergiano presso Monghidoro (Gentilini 1992, pp. 308, 325, 328 nota 22) (fig. 1), strettamente imparentata con quella inedita che qui si presenta da cui distingue nella posa del Bambino benedicente con entrambe le braccia sollevate, nei calzari a pantofola di Maria, nella forma ad urna della base e nell’uso dell’invetriatura anche per gli incarnati. Un’invetriatura parziale fu invece adottata anche per una versione di questa stessa tipologia confluita nella collezione Stanley Mortimer a Roslyn (New York) ora dispersa, descritta, ma non riprodotta, da Allan Marquand nel suo fondamentale volume del 1920 dedicato Giovanni della Robbia (p. 110, n. 112), che per alcune varianti iconografiche, quali il Bambino benedicente o la Madonna recante una melagrana, non sembra identificabile con la nostra statuetta.

Tra i molti altri riscontri compositivi e stilistici che potremmo richiamare a conferma dell’attribuzione qui proposta è quantomeno opportuno segnalare le evidenti concordanze con la Carità del Musée du Louvre a Parigi (M. Bormand, in I Della Robbia, pp. 273, 359-360, n. 101) (fig. 2), pure solo parzialmente invetriata, dove il putto in braccio alla Virtù ha una complessa postura sovrapponibile a quella qui assunta dal Gesù Bambino, mentre il fanciullo recante un cestino di frutta sulla sinistra della figura mostra esattamente le medesime fattezze del piccolo San Giovanni.

 

Giancarlo Gentilini