PIATTO, URBINO O DUCATO, 1540-1550
in maiolica decorata in blu di cobalto, verde ramina, bruno di manganese, giallo antimonio nei toni del giallo e dell’arancio. Sul retro iscrizione al centro del piede iscrizione in corsivo Joditio de parise. Alt. cm 4,4, diam. cm 26,8, diam. piede cm 10,4
Il piatto ha profondo cavetto, tesa obliqua con orlo arrotondato, e poggia su basso piede ad anello, mentre il retro è ornato da righe gialle che sottolineano i contorni e al centro reca la scritta esplicativa della scena riprodotta sul fronte. Il piatto mostra una raffigurazione molto fedele all’incisione di riferimento, una delle più amate nelle botteghe ceramiche rinascimentali. La scena è compresa in una quinta arborea e rocciosa, mentre sullo sfondo si vede un paesaggio con una citta collinare compresa tra un lago e alcune montagne; nel cielo si staglia una figura di amorino che porta un ramo di mirto, mentre al centro del cavetto Paride, seduto su una roccia, pone il pomo della discordia nella mano di Venere accompagnata da Eros, mentre Giunone alza il dito in segno di diniego; alle loro spalle Minerva si riveste delle sue armi e Mercurio assiste alla scena; sul fronte una zolla erbosa e uno specchio d’acqua, secondo i canoni della bottega Fontana. La raffigurazione è parzialmente tratta dall’incisione di Marcantonio Raimondi, derivata da una composizione di Raffaello per le stanze della Segnatura in Vaticano, che venne trasmessa da un disegno oggi disperso, cui si ricollegano altri fogli, copie o studi di parti della scena. Le caratteristiche dello stile pittorico delle figure, lo specchio d'acqua all'esergo del cavetto, le rocce ed altri elementi trovano riscontro nell'ambito della bottega urbinate Fontana, ma alcune caratteristiche del paesaggio lasciano più aperta l'attribuzione.