PAINTINGS FROM THE 16TH TO THE 20TH CENTURY

wed 18 May 2016
Live auction 181
96

Agostino Tassi

€ 12.000 / 18.000
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Agostino Tassi

(Roma 1580 –1644)

PROSPETTIVA ARCHITETTONICA CON L'INCONTRO TRA SALOMONE E LA REGINA DI SABA

olio su tela, cm 98x133,5

 

 

L’inedito dipinto qui presentato costituisce un’aggiunta importante e in qualche modo sorprendente al catalogo di Agostino Tassi, ricostruito da Patrizia Cavazzini in una serie di interventi culminati nella mostra tenuta a Roma nel 2008, a cura della stessa studiosa (Agostino Tassi (1578-1644). Un paesaggista tra immaginario e realtà. Roma, Palazzo Venezia, 19 giugno – 21 settembre 2008).

La perfetta simmetria della grandiosa prospettiva architettonica in cui si svolge la scena (vero e proprio “atrio magnifico” ispirato, oltre che alle basiliche di età imperiale, agli spazi recenti e ancora in parte disadorni delle chiese gesuitiche a Roma, a S. Andrea della Valle e al nuovo San Pietro) trova riscontro in rare opere dell’artista romano, quali la cosiddetta Galleria nel Museo Civico di Prato, o la più antica redazione della Festa di Calendimaggio al Campidoglio (Firenze, collezione privata). Inusuale è anche l’assenza di qualunque riferimento al mondo naturale, considerata la specialità di Tassi quale pittore di marine e paesaggio: solo nella più antica Negazione di Pietro (Roma, collezione privata; Agostino Tassi…. 2008, pp. 174-75, n. 4) l’artista romano si era concentrato, quasi ossessivamente, sull’astratta geometria del porticato in cui si svolge l’evento.

Tipiche sono invece le belle figure (soldati, servitori o semplici curiosi) che in primo piano assistono all’incontro dei protagonisti, spargendo fiori o ostentando preziose oreficerie degne dell’evento regale. L’incontro di re Salmone e della Sabea, possibile tema del nostro dipinto, costituisce il “secondo tempo” di un episodio più volte narrato da Agostino Tassi, l’imbarco della regina che, come quello parallelo di S. Elena, riecheggia modelli coevi di Claude Lorrain, oltre a consentire all’artista lo sfoggio della sua abilità in diversi generi.

Caratteristiche della sua produzione matura, intorno alla metà degli anni Trenta, sono le loro proporzioni allungate che ritroviamo, oltre che nei dipinti citati e in molti altri, in un raffinato studio su carta azzurra, documento prezioso della cura dell’artista nel costruire le sue scene fantastiche (Agostino Tassi, 2008, pp. 86 e 88, fig. 107; p. 94, nota 234) e utile per un riferimento cronologico del nostro dipinto intorno al 1635.

Patrizia Cavazzini, che ringraziamo per aver confermato l’attribuzione del dipinto sulla base di una fotografia ad alta risoluzione, propone di identificarne il soggetto come il commiato di un re dalla figlia promessa sposa a un principe straniero.