Old Master Paintings

tue 15 October 2013
Live auction 58
158

Giuseppe Antonio Fabbrini

€ 12.000 / 15.000
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Giuseppe Antonio Fabbrini
(Firenze 1740- dopo 1793)
COMPIANTO DI CRISTO
olio su tavola, cm 159,5x122,5
firmato, datato 1782 e iscritto: EX. ARCHETYPO. INSI: RAPHA: MENGS. QUOD. IN. CHARTA. DELINEATUM. EXSTAT. IN. PINACOTHECA. ILL: MI MAR. SI/ RINUCCINI. Ioseph Anto. Fabrini. Humilis. Discipulus. Pinxit MDCCLXXXII.
da un cartone di Antonio Raffaello Mengs (1728-1779)
Eseguito nel 1782 per Lord Cowper
 
Provenienza: collezione Lord Cowper, Inghilterra;
Casa d'aste Sotheby's, Londra, 8 giugno 1987, lotto 320;
Casa d'aste Semenzato, Milano, 11 aprile 1991, lotto 9;
collezione Sordi, Villa medicea di Lappeggi (Bagno a Ripoli);
collezione privata, Firenze
 
Bibliografia: S. Roettgen, Anton Raphael Mengs, 1728-1779, and his British patrons, London 1993, pp. 30, 37 fig. 26, 41 (note 94, 95); S. Roettgen, Anton Raphael Mengs 1728-1779. Das malerische und zeichnerische Werk, München 1999, p. 98 (cat. 59, WK 1)

Corredato da attestato di libera circolazione

Il dipinto è corredato da parere scritto di Steffi Roettgen, Firenze, settembre 2013
 
Il dipinto è una copia fedele di un disegno di Mengs eseguito in funzione di un cartone preparatorio per un quadro commissionatogli dal Marchese Carlo Rinuccini che dovette servire da pendant a un dipinto nella collezione Rinuccini allora attribuito a Raffaello raffigurante una Sacra Famiglia. Dopo la morte del Mengs (29 giugno 1779) il cartone (155,6 x 118,5 cm), oggi conservato al Museum of Fine Arts a Boston (USA), fu trasferita dal romano palazzo Rinuccini a Firenze dove nel 1781 venne esposto al pubblico, probabilmente nel palazzo della famiglia in Via S. Spirito n. 39 (oggi sede del Liceo Macchiavelli) dove rimase fino al 1852, anno della vendita all’asta dell’intera collezione Rinuccini. Il cartone aveva riscosso grande ammirazione già a Roma come attesta la notizia di Antonio Canova nel suo Diario sotto la data del 17 marzo 1780. Tra gli ammiratori di Mengs e in particolare di quest’opera era George Clavering III Earl of Cowper, in questi anni personaggio chiave della vita culturale fiorentina e stretto amico di Carlo Rinuccini. Essendo già proprietario di diverse opere di Mengs (Catalogo mostra Mengs. La scoperta del neoclassico, Padova 2001, p. 296) il Cowper non solo ebbe l’idea di dotare il disegno di un’epigrafe in latino, ma commise inoltre la “traduzione” del disegno al Fabbrini il quale come allievo del Mengs in questi anni riscosse molti riconoscimenti a Firenze come dimostra la prestigiosa commissione per la decorazione murale della Segreteria di Stato alla villa del Poggio Imperiale. Fabbrini, un pittore finora non studiato fece per Lord Cowper anche altre opere tra cui anche copie da Mengs (Ellis 2005, pp. 69, 70). Secondo una notizia apparsa nella Gazzetta Toscana (6 luglio 1782) il Marchese Rinuccini aveva dato a Lord Cowper la “permissione” di eseguire la copia che possedeva una “tale esattezza, vivacità e franchezza che a giudizio degli imparziali intendenti viene giudicata un Capo d’Opera.” Con ogni probabilità la copia apparteneva quindi per un certo periodo a Lord Cowper (morto nel 1790 a Firenze) pur non figurando nel suo inventario di lascito (Ellis 2005). Il quadro deve essere approdato poi in Inghilterra, dove riapparve nel 1987 (catalogo asta Sotheby’s). La fedeltà formale del dipinto di Fabbrini al cartone di Mengs induce a ritenere che il copista abbia ricalcato la sua opera direttamente dal cartone. Ciò viene anche suggerito dalle misure delle due opere che si differenziano di pochi centimetri. Se non ci fosse la certezza documentaria che Mengs non ha ma iniziato l’esecuzione del dipinto si potrebbe avanzare l’ipotesi che si trattasse – invece di copia – della esecuzione affidata dal maestro all’allievo sulla base del cartone. L’iscrizione apposta nell’angolo inferiore a sinistra conferma però che il Fabbrini stesso si considerava esclusivamente copista e ne era ben fiero, forse anche per aver così bene imitato il modo di colorire del Mengs. La stretta concordanza con opere di esso fa comunque supporre che Fabbrini era a conoscenza del colorito previsto per questo dipinto. Forse conosceva un bozzetto colorato (non pervenutoci) o ebbe da parte del committente indicazioni a proposito.
Bibliografia di riferimento: Gazzetta Toscana, 6 luglio 1782, p. 106; Fabia Borroni Salvadori, Memorialisti e diaristi a Firenze nel periodo leopoldino 1765-1790. Spigolature d’arte e di costume, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Cl. Lettere e Filosofia, serie III, vol. IX/3, 1979, p. 1248; Catalogo Mengs. La scoperta del Neoclassico, a cura di S. Roettgen, Padova marzo-giugno 2001, Venezia 2001, p. 296; Charles Ellis, La collezione di Lord Cowper, in Paragone Arte, anno LVI, terza serie, n. 60, (661), Firenze 2005, pp. 40-72.
 
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