PIATTO DA POMPA
Deruta, 1500-1520
Maiolica decorata in blu di cobalto e lustro dorato
alt. cm 8,4; diam. cm 42; diam. piede cm 13,6
Intatto; lievi consunzioni all’orlo
Corredato da attestato di libera circolazione
Earthenware, painted in cobalt blue and golden lustre
H. 9.4 cm; diam. 42 cm; foot diam. 13.6 cm
In very good condition; minor wear to rim
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L’esemplare ha un cavetto profondo e largo, la tesa è ampia e termina in un orlo rifinito a stecca appena rilevato. Il piatto poggia su un piede ad anello anch’esso appena rilevato e forato in origine, prima della cottura avvenuta con tecnica mista in due tempi: prima a gran fuoco con blu a due toni, poi in riduzione per l’ottenimento del lustro. Retro con invetriatura color bistro che ricopre l’intera superficie.
La forma, comunemente destinata ad accogliere i ritratti, è qui utilizzata per un insolito e ricercato ritratto maschile a mezzo busto. Al centro del cavetto spicca il profilo di un uomo barbato con un elmo da parata dalla foggia straordinariamente complessa, riccamente adornato sulla celata con figure di delfino e di sfinge. Il copricapo, che riproduce la lavorazione a sbalzo, è dotato di un vistoso copriorecchie a chiocciola, sul quale si aggrappa un piccolo putto alato vivace. L’uomo indossa un mantello chiuso alla spalla da una fibula. Con la mano destra, non visibile, sostiene un’alabarda decorata da un nastro sinuoso.
Un motivo a corona di alloro separa il cavetto dalla tesa, decorata da una ghirlanda di fiori a bocciolo collegati da un breve rametto con foglie lanceolate disposte simmetricamente: un ornato del tutto analogo a quello presente sul piatto proposto al lotto 18 di questo stesso catalogo.
Anche tecnicamente il piatto mostra chiare analogie con quello a figura femminile appena citato. Il decoro è stato realizzato lasciando a risparmio il fondo maiolicato, fortemente distinto dalla parte a lustro grazie a linee di cobalto stese con maggiore o minore densità, così da creare un gradevole effetto di ombreggiatura che dà profondità all’opera. Un importante esemplare di confronto è il piatto da pompa con busto di guerriero del Museo delle Arti Decorative di Lione: anche in quel caso il decoro e la tecnica sono raffinatissimi. Il giovane protagonista della decorazione è raffigurato di fronte e indossa un elmo alato con una lorica, arricchita da una lavorazione fitta ed elegante, quasi un lavoro di oreficeria. Anche la tesa di quell’esemplare è molto simile alla nostra, per la cui datazione si fa ugualmente riferimento al piatto del British Museum recante lo stemma di papa Giulio II, cioè al decennio che va dal 1503 al 1513.
Ci piace pensare che la finalità della decorazione sia di celebrazione amorosa, nonostante la serietà del personaggio: ciò s‘intuisce dalla presenza del piccolo Erotino che, chiaramente, non fa parte della decorazione dell’elmo, ma sembra inserirsi nella composizione come se provenisse dall’esterno, quasi fosse latore di un segreto messaggio d’amore.
La documentazione che accompagna l’oggetto ne testimonia l’acquisto nel 1969 da Humphris di Londra. L’antiquario londinese in essa ricostruisce i passaggi dell’oggetto a partire dalla sua presenza nella raccolta Cook di Londra, dove Rackham alcuni anni dopo afferma che fosse erroneamente catalogato come “maiolica di Gubbio”, e poi nella collezione Adda.