Una selezione di opere dell' 800 italiano

19 APRILE 2016

Una selezione di opere dell' 800 italiano

Asta, 0171
FIRENZE
Palazzo Ramirez- Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 18.00
Esposizione
FIRENZE
15-18 Aprile 2016
orario 10 – 13 / 14 – 19 
Palazzo Ramirez-Montalvo 
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   1300 € - 100000 €

Tutte le categorie

31 - 41  di 41
81

Paolo Troubetzkoy

(Intra 1866 - Suna 1938)

RITRATTO DI FRANCESCO CRISPI

bronzo patinato, alt. cm 42, su base in legno, cm 7

firmato

 

Provenienza

Collezione privata, Milano

 

Esposizioni

Paolo Troubetzkoy. I ritratti, Civico Istituto di Cultura Popolare, Luino – Chiesa di Santa Maria Maddalena, Viro Gambarogno, 7 giugno – 2 agosto 1998, n. 4

 

Bibliografia

Paolo Troubetzkoy. I ritratti, catalogo della mostra (Civico Istituto di Cultura Popolare, Luino – Chiesa di Santa Maria Maddalena, Viro Gambarogno, 7 giugno – 2 agosto 1998) a cura di S. Rebora, Milano 1998, pp. 24, 62 n. 4

 

Dell'opera esiste anche una versione in gesso patinato conservato al Museo del Paesaggio di Verbania Pallanza: da una scheda ad esso dedicata è tratto il seguente testo:

 

"Nella primavera del 1892, Troubetzkoy si recò a Napoli, dove conobbe Gabriele D'Annunzio, che gli aveva dedicato una recensione molto favorevole sulle colonne de Il Mattino in occasione della vittoria dello scultore al concorso per il monumento a Garibaldi a Napoli. Troubetzkoy, oltre a realizzare durante questo soggiorno un ritratto assai espressivo del poeta e letterato, ebbe anche modo di eseguirne uno di Francesco Crispi (Ribera 1818-Napoli 1901). "Ritornato a Milano lo scultore, quel busto di Crispi, accompagnato da un altro del Caprivi, va ad alloggiare all'Hotel Cavour, per una buona idea del proprietario che così solennemente vuol ricordare la firma del trattato della Triplice Alleanza compiuto nel suo albergo l'8 novembre del 1890" (R. Giolli, 1913, p. 17). Non si sa se il busto conservato all’epoca presso l'Hotel Cavour di Roma fosse in gesso o in bronzo; l'opera in questione comunque, nel dicembre successivo, fu esposta dallo scultore alla mostra annuale della Famiglia Artistica di Milano proprio insieme al ritratto di D'Annunzio. Per taglio e soluzione formale, il busto di Francesco Crispi s'inserisce agevolmente in quella serie di ritratti che Troubetzkoy realizzò all'inizio degli anni novanta, specialmente quelli del conte Antonio Durini, Lorenzo Ellero e quello più tardo di Luigi Manzotti".

 

S. Rebora in Paolo Troubetzkoy 1866-1938, catalogo della mostra (Museo del Paesaggio, Verbania Pallanza, 29 aprile-29 luglio 1990) a cura di G. Piantoni e P. Venturoli, Torino 1990, p. 91

 

Stima   € 10.000 / 15.000
86

Giuseppe De Nittis

(Barletta 1846 - Saint-Germain-en-Laye 1884)

AU REVOIR!

olio su tela, cm 36x54,5

firmato e datato "79" a destra

 

Bibliografia

Inedito

 

L'opera è corredata di autentica della dottoressa Christine Farese Sperken, redatta in data 18 gennaio 2014, e di uno studio della Fondazione Giuseppe De Nittis di Barletta, da cui è tratto il seguente testo.

Si ringrazia inoltre Roberto Capitani per aver confermato l'autenticità dell'opera.

 

"Il dipinto, opera inedita, Au Revoir!, sicuramente ascrivibile a Giuseppe De Nittis, eseguito nel 1879 (come riportato sul quadro), mette in luce un eccellente tratteggio del vero, con una cadenza di luci e colori di sorprendente fattezza, il cui realismo incanta e sorprende. Assistiamo alla maturità artistica raggiunta dal De Nittis, che aveva già partecipato all'Esposizione Universale e conquistato sia il pubblico che la critica. Nel 1879, al suo rientro in Italia, la città di Barletta fece coniare una medaglia in suo onore, a testimonianza della fama raggiunta (cfr. Giuseppe De Nittis, Taccuino, 1870/1884). Il periodo napoletano, cui l'opera si inserisce, fu particolarmente caro al De Nittis. A Napoli, durante il suo soggiorno di pochi mesi prese in locazione una villa che sorgeva proprio sull'estremità di Posillipo con le finestre che davano a picco sugli scogli. Ed è esattamente in quell'ambiente popolare che si ambienta il nostro quadro: tre donne, che paiono fotografate piuttosto che dipinte, tre diverse generazioni nei cui volti traspare la semplicità del popolo e in cui si ammira la mano perfezionista del De Nittis: negli anelli della popolana in abito blu o in quel cerchio intorno agli occhi color bistro, tipico delle donne meridionali, della figura centrale, dell'anziana con il fuso in mano. L'opera può essere messa in relazione temporale ed artistica con 'Tipi napoletani (le portatrici d'acqua)' (cfr. Dini, Marini in "De Nittis, La vita, i documenti, le opere", Torino 1990, n. 737), dello stesso periodo, in cui emergono due robuste e sane ragazze con il piretto di vetro trasparente in testa sorretto da una mano mentre l'altra poggia sull'anca il cui squarcio marittimo di fondo è più ampio e dettagliato lasciando profilare il Vesuvio e tutto il panorama di Napoli; in "Au Revoir", il panorama di fondo è tranciato, viene concesso spazio solo alle protagoniste in atteggiamenti dimessi, con le maniche delle vesti sollevate, non in posa, prive di grazia e maestà proprio a voler ravvicinare l'attenzione non alle modelle quasi statuarie, non al paesaggio napoletano, ma alla scena, alle insolite protagoniste sedute sul muretto che costeggia il mare e che ostentano con fierezza la loro semplicità, per la quale De Nittis ha sempre avuto enorme riguardo. Au Revoir! si aggiunge al ciclo napoletano dedicato alla gente, evidenziando l'abilità raggiunta dall'artista nel saper tratteggiare con eccellenza imparagonabile ogni soggetto".

Ruggiero Borgomastro

Presidente Fondazione De Nittis

 

 

 

"Il quadro, inedito - si noti la prima tela, quella sottile e delicata, tipica per De Nittis - è da vedere in stretto rapporto con l'opera Tipi napoletani (Le portatrici d'acqua), 1879 (cfr. Piero Dini, Giuseppe Luigi Marini, De Nittis. La vita, i documenti, le opere dipinte, Torino 1990, n. 737) presentata, inseime con altre quattro dell'artista, all'Esposizione Nazionale di Torino del 1880. In quel periodo De Nittis, da anni assente dalle manifestazioni espositive italiane, tentò un riavvicinamento al suo paese nativo provabile in vari ambiti, non per ultimo in alcune scelte tematiche che segnano un chiaro ritorno alla pittura napoletana, come nel quadro succitato e nel dipinto in discussione. In entrambe le tele l'artista concentra la sua attenzione sulle figure di donne popolari in primo piano, caratterizzate in tutti i particolari. E' stimolante notare come De Nittis, il pittore per eccellenza della elegante e sofisticata donna parigina, sappia cambiare registro e immedesimarsi nuovamente nelle usanze e nei costumi del folklore meridionale.

La composizione Au revoir! - il titolo trae origine dal gesto della donna anziana che sembra salutare con un fuso in mano, mentre la più giovane e la ragazza stanno cantando - è del tutto particolare, concepita come un palcoscenico sul quale agiscono le tre donne; alle loro spalle lo specchio del mare e sullo sfondo una teoria di barche di pescatori e case, fortemente tagliate dal margine superiore. Molto peculiare appare anche la totale mancanza di orizzonte al quale l'artista ha voluto rinunciare per ravvicinare allo spettatore il più possibile il gruppo delle donne sedute una accanto all'altra. De Nittis rivela qui di aver ben presente le caratteristice e gli stilemi del nuovo mezzo della fotografia.

Nello stesso anno 1879 l'artista firma La venditrice di fiammiferi a Londra (Dini, Marini, n. 731), nata dal medesimo interesse per una pittura social-popolare; questa volta la scena è ambientata sotto i ponti del Tamigi.

Molto probabilmente allo stesso momento creativo, da collegare con il soggiorno napoletano e barlettano dell'artista tra il 1878 e i primi mesi del 1879, risalgono anche la grande scena conviviale Il pranzo a Posillipo (Milano, Galleria d'Arte Moderna, collez. Grassi) e il superbo paesaggio Capo Posillipo (Dini, Marini, n. 155), pittura pura, realizzata con sorprendente senso di astrazione.

Proprio in quel periodo De Nittis aveva raggiunto l'apice della sua fama e fu insignito con prestigiosi riconoscimenti ufficiali, come la Legion d'onore. Tutti i dipinti succitati, a cui si aggiunge ora l'inedito Au revoir!, provano autorevolmente la sua versatilità, la sua maestria nel trattare le varie tematiche e tecniche".

Christine Farese Sperken

Stima   € 55.000 / 70.000
Aggiudicazione  Registrazione
88

Giuseppe Pellizza da Volpedo

(Volpedo (Al) 1868 - 1907)

LA POVERINA o IL RITRATTO DELLA POVERINA

olio su tela, cm 83x51

firmato e datato "1888" in basso a sinistra

 

Provenienza

Collezione privata, Milano

 

Esposizioni

Accademia di Belle Arti di Brera, Esposizione annuale, Milano, 1888, n. 325

Società Promotrice di Belle Arti, Esposizione annuale, Firenze, 1888-1889, sala IV n. 212

Mostra degli artisti alessandrini dell'Ottocento, Pinacoteca Civica, Alessandria, 1940, n. 117

Mostra di una raccolta privata di opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Galleria Bolzani, Milano, 1941, n. 16

La donna nella pittura italiana dell'800. Tra ritratto e paesaggio, Galleria d'Arte Ambrosiana e Galleria Bottegantica, Milano, 8 novembre - 23 dicembre 2012

 

Bibliografia

Accademia di Belle Arti di Brera, Esposizione annuale, catalogo della mostra, Milano 1888, n. 325

Catalogo delle opere ammesse alla Esposizione annuale della Società in Firenze, Firenze 1888

E. Zanzi, L'Ottocento artistico e monferrino, in "Alexandria", luglio 1939, fig. a p. 212

A. Mensi - R. Scaglia, Mostra degli artisti alessandrini dell'Ottocento ordinata nella Pinacoteca Civica, catalogo della mostra, Alessandria 1940, n. 117

Pellizza da Volpedo, catalogo della mostra (Galleria Bolzani, Milano, 1941), 1941, tav.

T. Fiori, Archivi del Divisionismo, II, Roma 1968, V.290, p. 104

A. Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, pp. 10, 12, 22, 171 n. 403

M. Raspa in La donna nella pittura italiana dell'800. Tra ritratto e paesaggio, catalogo della mostra (Galleria d'Arte Ambrosiana e Galleria Bottegantica, Milano, 8 novembre - 23 dicembre 2012), a cura di F.L. Maspes, Milano 2012, pp. 22-23

 

 

"Al Ritratto della poverina Pellizza lavorò in contemporaneità con Dice la verità?, come chiarì lo stesso pittore scrivendo all'amico Micheli il 30 maggio 1888 definendolo un quadro di genere: "Ho incominciato due quadretti di genere l'uno l'altro di soggetto serio". Ben impostato nel solido modellato e nonostante qualche più brillante colore nelle vesti, la tela si presenta di intonazione scura, tonalità che rimarca le opere di figura in questa metà del 1888".

 

A. Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, p. 171

 

Stima   € 70.000 / 90.000
Aggiudicazione  Registrazione
31 - 41  di 41