Dipinti Antichi e Dipinti del Secolo XIX

28 MAGGIO 2014

Dipinti Antichi e Dipinti del Secolo XIX

Asta, 0035
FIRENZE
Palazzo Ramirez- Montalvo

ore 15.00

Esposizione
FIRENZE
dal 23 - 26 Maggio 2014
orario 10–13 / 14–19
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   50 € - 13000 €

Tutte le categorie

181 - 210  di 281
205

Galileo Chini

(Firenze 1873 - 1956)

POR SAN MARIA. ROVINE DI FIRENZE

olio su compensato, cm 81x65

firmato in basso a destra

 

Bibliografia:

Galileo Chini, cat. della mostra (Firenze, 1967) a cura di P. Bernardini, Firenze 1967, fig. 9

Chini, i doni della vita e la fatica dell'esistenza, cat. della mostra (Montevarchi, 2002) a cura di P. Pacini, Montevarchi 2002, p. 81 n. 32

P. Pacini, Galileo Chini pittore e decoratore, Soncino 2002, p. 146 n. 25

Galileo Chini 1873-1956, cat. della mostra (Antella, 2003) a cura di P. Pacini, Firenze 2003 fig. a p. 48

Galileo Chini e la Toscana, cat della mostra (Viareggio, 2010) a cura di A. Belluomini Pucci, G. Borella, Milano 2010, p. 295 n. 78

 

Esposizioni:

Galileo Chini, Viareggio 2010

 

“Alla fine del secondo conflitto mondiale, Chini era stato invitato dal Comune di Firenze a documentare le distruzioni operate dai tedeschi nel cuore stesso della città, nelle adiacenze del Ponte Vecchio; ma tanto era l’amore che il pittore portava a questi luoghi, che quelle rovine, anziché assurgere a simboli spettrali di barbarie e di disumanità, erano state sentite come il simbolo stesso della coscienza storica e della resistenza dei fiorentini: Chini aveva fermato sulla tela torri vetuste e lacerti di palazzi che sono stati muti testimoni di stagioni molto tese ma anche di momenti gloriosi che hanno illuminato il mondo intero; i cieli limpidi e la primavera risorgente che si effondevano intorno a queste preziose reliquie storiche venivano, pertanto, a indicare una precisa volontà di rinascita e il rifiuto di ogni forma di barbarie.”

(in: P. Pacini, Gli ultimi anni: una tesa conclusione tra simbolismo ed espressionismo, in Galileo Chini, dipinti, decorazione, ceramica, teatro, illustrazione, cat. della mostra (Roma, 2006) a cura di F. Benzi e M. Margozzi, Milano 2006, p. 59.)

Stima   € 3.500 / 4.500
Aggiudicazione  Registrazione
207

Galileo Chini

(Firenze 1873 - 1956)

LA FALCIATRICE

olio su compensato, cm 79x97

firmato in basso a destra

 

"La Grande Nemica - che il pittore ha dipinto agli inizi del secolo e nei frangenti della prima guerra mondiale, quale contraltare dei tanti doni della vita e di una visione ottimistica dell’esistenza – si impone alla sua mente in immagini sempre più spoglie ed emotive: mentre nelle invenzioni anti militariste della gioventù ha espresso un monito e un afflato umanitario molto diffusi- la condanna di ogni forma di barbarie e l’idea del riscatto -, nei dipinti degli ultimi anni immette un sentimento più tetro e disperato che ha suggerito a Benzi (1988) l’idea della ballata macabra. Nella visualizzazione di questi temi luttuosi - ha osservato Lucio Scardino (1991) - Chini si discosta dal concetto francescano della sorella morte come dal principio della cristiana rassegnazione, e sembra valorizzare tremori e paure senza tempo, fantasie negromantiche e superstizioni popolari. La morte armata di falce non esprime, ai suoi occhi, soltanto la follia e l’inutilità della guerra - come nell’opera di von Stuck, di La Touche e dello stesso Viani -, ma gli si pone come un evento atroce e ineluttabile, che la ragione da sola non riesce ad accettare." (in: P. Pacini, Gli ultimi anni: una tesa conclusione tra simbolismo ed espressionismo, catalogo mostra Galileo Chini dipinti, decorazione, ceramica, teatro, illustrazione, Galleria d’Arte Moderna, Roma giugno-settembre 2006, p. 59).

Stima   € 2.000 / 3.000
Aggiudicazione  Registrazione
208

Galileo Chini

(Firenze 1873 - 1956)

L'ULTIMO AMPLESSO

olio su compensato, cm 100x84

firmato in basso a destra e datato 53

 

Bibliografia:

Galileo Chini, cat. della mostra a cura della Galleria d'Arte il Fiorino (Firenze, 1972), Firenze 1972, fig. 17

Galileo Chini. Dipinti, decorazioni, ceramiche, cat. della mostra (Montecatini Terme, 1988) a cura di F. Benzi e G. Cefariello Grosso, Milano 1988, p. 16

L. Scardino, Ballata macabra, in Po Padre e Padrone, cat. della mostra (Revere, 1991) a cura di B. Guerra, Revere 1991, n. 8

Galileo Chini 1873-1956, cat. della mostra (Antella, 2003) a cura di P. Pacini, Firenze 2003 p. 30

P. Pacini, Galileo Chini, in Immagini del Sacro nell'arte toscana del Novecento, cat. della mostra (Montopoli Val d'Arno, 2004) a cura di M. Fagioli, Firenze 2004 pp. 56-57, 100

P. Pacini, Gli ultimi anni: una tesa conclusione tra simbolismo ed espressionismo, in Galileo Chini, dipinti, decorazione, ceramica, teatro, illustrazione, cat. della mostra (Roma, 2006) a cura di F. Benzi e M. Margozzi, Milano 2006 p. 152

Galileo Chini all'Antella. Inediti e riscoperte (1904-1954), cat. della mostra (Antella, 2012) a cura di P. Pacini e P. Polidori Chini, Firenze 2012, p. 51 n. 24

 

Esposizioni:

Galileo Chini, Firenze 1972

Galileo Chini all'Antella. Inediti e riscoperte (1904-1954), Antella 2012

 

"Intorno al 1950 Chini, minacciato dalla cecità, tende a rivisitare i temi delle sue opere giovanili, collegandovi parallelamente il ricordo di Previati, un Previati particolare, quello religioso, dalla pittura scavata e a pennellate dense, grumose, che delinea figure sofferenti e cieli tempestosi. Emblematici in questo senso le crocefissioni, le scene sacre e le composizioni nelle quali la Morte, incombente e rapinosa, è il personaggio principale. [...] Non è estranea a queste sue ultime espressioni anche una componente derivata dall’opera di Lorenzo Viani, già suo amico e vicino di casa in Versilia, nell’espressionismo di certi volti verdastri, e nello spirito tragico che veniva ad accomunare l’opera dei due pittori nel momento conclusivo. In questi ultimi anni Chini frequentava i sopravvissuti della sua generazione, e in particolar modo Papini (che nella vecchiaia aveva elaborato un cristianesimo visionario e simbolista), con il quale progettava la trasformazione del Monte Morello in un gigantesco monumento a Dante e alla Divina Commedia: in questo spirito tragico, escatologico, poterono essere concepite opere come le sue ultime, che significano anche l’impossibilità di una generazione, quella decadente nata nell’ultimo quarto del secolo precedente, di adeguarsi al rivolgimento storico, sociale e culturale causato dalla seconda guerra mondiale. L’ultimo amplesso e Follia Macabra sono gli ultimi quadri tra il 1953 e 1954 prima della completa cecità. Due anni dopo Galileo Chini concluse la sua vita a Firenze, il 23 agosto 1956." (in: F. Benzi, Galileo Chini. Dal Simbolismo all’impressionismo psicologico, in Galileo Chini, dipinti, decorazione, ceramica, teatro, illustrazione, cat. della mostra (Roma, 2006) a cura di F. Benzi e M. Margozzi, Milano 2006, p. 31).

Stima   € 3.500 / 4.500
Aggiudicazione  Registrazione
181 - 210  di 281