PAINTINGS, SCULPTURES AND WORKS OF ART FROM A FLORENTINE COLLECTION

16 NOVEMBER 2022
Auction, 1187
81

A BAPTISMAL FONT, URBANIA, IPPOLITO ROMBALDONI CALLED PSEUDO CECCO BRAVO (1622-1679), CIRCA 1670

Estimate
€ 5.000 / 8.000

A BAPTISMAL FONT, URBANIA, IPPOLITO ROMBALDONI CALLED PSEUDO CECCO BRAVO (1622-1679), CIRCA 1670

 

FONTE BATTESIMALE, URBANIA, IPPOLITO ROMBALDONI DETTO PSEUDO CECCO BRAVO (1622-1679), 1670 CIRCA

in maiolica decorata in policromia in giallo, giallo arancio, blu di cobalto nelle tonalità dell’azzurro e verde ramina; alt. cm 44, diam. cm 37

 

Bibliografia di confronto

J. Poole, Italian maiolica and incised slipware in the Fitzwilliam Museum Cambridge, Cambridge, 1995, pp. 303-304 n. 375;

D. Thornton, T. Wilson, Italian Renaissance Ceramics, a Catalogue of the British Museum, London, 2009, Vol. II, pp. 589-592, fig. 366;

C. Ravanelli Guidotti, Per Ippolito Rombaldoni, in “Faenza”, XCIX, n. 2, 2013, pp. 24-33, p. 32;

T. Wilson, Maiolica. Italian renaissance ceramics in the Metropolitan Museum of Art, New York 2016, pp. 330-331, 360

 

Il catino, completo di coperchio, ha forma emisferica ed è privo di piede, orlo arrotondato dotato di margine verticale per fermare il coperchio, che si presenta anch’esso di forma emisferica, a cupola, sormontato da una figurina modellata a forma di angioletto appoggiato mollemente a un tronco d’albero, con il capo abbassato con fare pensieroso e le braccia raccolte dietro la schiena. La decorazione di stile compendiario interessa l’interno del catino e raffigura il battesimo di Cristo. San Giovanni è rappresentato in piedi con una gamba appoggiata a una roccia mentre versa l’acqua del Giordano da una conchiglia sul capo di Gesù, trattenendo nell’altra mano una sottile croce con un nastro svolazzante sul quale s’intravvedono alcuni segni (forse una data?); Gesù è inginocchiato di fronte al Battista, con la testa rivolta verso il basso, mentre in alto è raffigurato lo Spirito Santo, che compare in forma di colomba in una cerchia di nubi. Il coperchio vede la forma sottolineata da una cordonatura all’orlo e da righe blu-azzurre concentriche che terminano al culmine, dove è applicato l’angelo dipinto coerentemente in blu, giallo e giallo arancio.

Nello stile del segno e nella piccola plastica si riconosce la mano dell’artefice marchigiano Ippolito Rombaldoni, pittore e ceramista considerato l’ultimo rappresentante dell’istoriato marchigiano nel XVII secolo. Secondo l’uso delle botteghe ceramiche, l’artefice trae spunto per le proprie opere dalle incisioni di cui in un certo modo riproduce anche i tratti disegnativi. Il segno tratteggiato veloce da disegnatore, i contorni e le forme ombreggiate di ocra, i piccoli occhi centrato da un punto scuro, ma comunque disegnati con veloce maestria, le bocche socchiuse sono tutti elementi che trovano riscontro nelle figure che ritroviamo rappresentate nelle opere istoriate dell’autore di Urbania. Si ricordano in particolare Il vaso del MIC di Faenza (inv. 12983) firmato “Hipollito Rom(b)ldoni D'Vrbania Pinse”, e i grandi vasi istoriati conservati al Museo Bagatti Valsecchi di Milano. Per lo stile delle plastiche, oltre alle anse serpifomi dei vasi ci si più riferire alle due aquile plastiche del Met di New York (inv. 1974.28.114), anch’esse attribuite all’autore marchigiano.

Un’ulteriore conferma della produzione di questo genere di oggetto nella città di Urbania ci deriva da un catino battesimale acromo conservato nella biblioteca di Urbania, attribuito per analisi stilistica alla bottega di Ippolito Rombaldoni, che condivide appieno con il nostro la morfologia e la qualità materica (scheda OA P-11NCTN 00174892), prodotto comunque secondo i canoni in uso nella regione e nel limitrofo Abruzzo.