ARCADE | DIPINTI DAL XVI AL XX SECOLO

3 MARZO 2020
Asta, 0334
174

Scuola spagnola, sec. XVI

Stima
€ 5.000 / 8.000
Aggiudicazione  Registrazione

Scuola spagnola, sec. XVI

CRISTO PORTA CROCE

olio su tavola, cm 68x59

 

Spanish school, 16th century

CHRIST CARRYING THE CROSS

oil on panel, cm 68x59

 

La serrata composizione presenza evidenti legami con soluzioni elaborate da Leonardo da Vinci a Firenze per la Battaglia di Anghiari: le animate movenze e le smorfie dei due sgherri dimostrano una palmare conoscenza delle invenzioni vinciane per tale pittura murale da realizzarsi all’interno del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, mai portata a termine e definitivamente coperta nel 1557 da Vasari, della quale rimangono alcuni studi autografi e copie antiche di altri artisti.

Tra i collaboratori di Leonardo è documentato nel 1505 anche un tal Ferrando Spagnolo che studi recenti hanno identificato con il castigliano Fernando Yáñez. Tra le opere di Ferrando sono stati individuati moltissimi riferimenti alla pittura vinciana e in generale alla cultura pittorica milanese di fine Quattrocento/inizio Cinquecento (cfr. Barbara Agosti, Artisti spagnoli e fonti italiane, in Norma e capriccio: spagnoli in Italia agli esordi della "maniera moderna”, catalogo della mostra, Firenze 2013, pp. 157-167). Alcune similitudini con opere note di Ferrando Spagnolo riscontrabili sulla tavola offerta, quali la resa della morbidezza del panneggio della manica del Cristo, abilmente costruita grazie a un accorto chiaroscuro, permettono di ipotizzare una sua collocazione nell’ambito dell’aggiornamento spagnolo di inizio Cinquecento operato grazie anche dal ritorno in Spagna di tale pittore, oltre che del suo conterraneo e compagno di viaggio Fernando Llanos.

Da notare anche il ricordo contenuto nella figura del Cristo di una composizione di Giovanni Francesco Maineri (notizie dal 1489 al 1506), realizzata con diverse varianti (Modena, Galleria Estense; Firenze, Galleria degli Uffizi; Copenaghen, Statens Museum for Kunst; Roma, Galleria Doria Pamphilj) ma a sua volta debitrice della pittura lombarda coeva.