Astolfo Petrazzi
(Siena, 1580 - 1653)
INTERNO DI CUCINA CON GIOVANE, SELVAGGINA E ORTAGGI
olio su tela, cm 102x166
KITCHEN INTERIOR WITH A YOUNG WOMAN, GAME AND VEGETABLES
oil on canvas, 102x166 cm
Bibliografia
L Bonelli, G. Fattorini, Per pascere gli occhi e l'anima: le predilezioni estetiche dei proprietari di ville in età moderna, in Vita in Villa nel senese. Dimore, giardini e fattorie, a cura di L. Bonelli Conenna, E. Pacini, Siena 2000, pp. 174-181;
E. Avanzati, Astolfo Petrazzi e la natura morta a Siena nella prima metà del Seicento, in Luce e ombra. Caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana dei Seicento, catalogo della mostra a cura di Pierluigi Carofano, Pisa 2005, p. CCXXII e nota 40.
Noto innanzitutto come pittore “di storia” Astolfo Petrazzi è stato riconosciuto come autore di importanti e numerose nature morte proprio grazie alle figure, per lo più femminili, che in questo aspetto della sua produzione ripetono, trasformate in cuoche o venditrici di frutta, le sante o le allegorie presenti nelle pale d’altare e nei quadri da stanza documentati.
È probabile, come suppone Elisabetta Avanzati sviluppando una tesi di Mina Gregori, che la sua formazione nel campo della natura morta avvenisse a Roma, dove è documentato fra il 1619 e il 1626 (in quest’anno presso l’Accademia di San Luca, certo in qualità di pittore “di storia”) e dove secondo le fonti si trattenne fino all’inizio degli anni Trenta. Ma accanto ai maestri romani, da Verrocchi a Salini, o allo pseudo-Salini, esempi per le “mostre” a più piani su cui si dispongono frutti e ortaggi, il suo punto di riferimento furono certo le “cucine” dell’Empoli, un modello che Petrazzi contribuisce ad arricchire e movimentare e che si percepisce fortemente anche nella nostra composizione. Non manca infine il ricordo dei modelli cremonesi e fiamminghi del tardo Cinquecento, che riconosciamo nella scena con due cuciniere sullo sfondo, tipica di quella scuola ma ormai spogliata dei significati allegorici o narrativi per cui era nata.