SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DAL MEDIOEVO ALL'OTTOCENTO

Firenze, 
mer 18 Giugno 2025
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PIATTO DA PARATA, DERUTA, 1477?

€ 15.000 / 25.000
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PIATTO DA PARATA, DERUTA, 1477?

in maiolica dipinta in blu di cobalto e giallo ocra; diam. cm 31, diam. piede cm 12,6, alt. cm 7,5

 

A CHARGER, DERUTA, 1477?

 

Bibliografia di riferimento

F. Zurli, A.M. Iannucci (a cura di), Ceramiche dalle collezioni del Museo Nazionale di Ravenna, Bologna 1982, p. 86 nn. 8-9;

T. Wilson, Maiolica: Italian Renaissance Ceramics in The Metropolitan Museum of Art, New York 2016, pp. 124-125 n. 34

 

Opera dichiarata di interesse culturale ai sensi del d. lgs. n. 42 del 2004, art. 10, comma 3 lett. a

 

Il piatto ha cavetto profondo e largo, tesa ampia e con orlo rifinito a stecca e piede ad anello. Al centro è raffigurato un leone ruggente con la zampa anteriore poggiata su uno stemma bipartito con i simboli araldici delle famiglie Riario (spaccato d'azzurro alla rosa d'oro e d'oro pieno) e Sforza (d'argento alla biscia d'azzurro ondeggiante in palo e coronata d'oro, ingolante un moro di carnagione), in un paesaggio con numerosi cespugli stilizzati e un fondo collinare alla base, mentre una larga cornice circolare a fondo ocra con steli fioriti in blu raccorda il cavetto alla tesa, decorata secondo il tipico motivo derutese con fascia di foglie appuntite, curvilinee e bipartite, accompagnate da steli filiformi, puntini e trattini, secondo uno schema che ricorre proprio nei grandi piatti "da pompa", come ad esempio nell’esemplare conservato presso il Metropolitan Museum di New York che mostra l'emblema dei Visconti (inv. n. 46.85.16).

L’emblema delle famiglie Riario e Sforza porta a collegare il piatto alle nozze di Giacomo Riario, nipote prediletto di Sisto IV, e Caterina Sforza, figlia di Galeazzo Sforza duca di Milano, che potrebbe essere stato realizzato in occasione delle “ospitate” di Caterina durante il viaggio verso Imola, dove il marito nel maggio del 1477 prese possesso del territorio. Presso il Museo Nazionale di Ravenna si conservano infatti due grandi piatti rinascimentale "da pompa", di manifattura derutese, con i ritratti di Caterina Sforza e di Girolamo Riario, i quali, pur presentando una diversa tipologia, rientrano anch'essi nella produzione legata alle nozze illustri. La datazione al 1477, proposta per il nostro piatto, coincide con l'anno in cui Girolamo Riario, insediato stabilmente a Roma presso la corte papale, venne raffigurato da Melozzo da Forlì in piedi di fronte a Sisto IV nel celeberrimo affresco che ricorda la nomina del Platina (Bartolomeo Sacchi) a prefetto della Biblioteca Vaticana. Girolamo Riario sposò la quindicenne Caterina Sforza, figlia naturale di Galeazzo e Lucrezia Landriani, e il suo matrimonio fu combinato da Sisto IV, il quale voleva assicurare ai suoi nipoti dei principati. Insieme allo zio pontefice, egli fu il capo di tutte le trame contro la casa Medici, e istigatore della congiura dei Pazzi, per assassinare Lorenzo de' Medici e suo fratello (il progetto prevedeva che proprio Girolamo dovesse assumere la signoria di Firenze alla morte di Lorenzo), che fini con la sanguinosa tragedia avvenuta in Santa Reparata, a Firenze, il 26 aprile 1478.

“Il piatto in esame – si legge nella relazione redatta dal Ministero della cultura nel 2022 – è da considerarsi un manufatto di particolare interesse storico artistico per la qualità della manifattura, per il soggetto del cavetto non inedito ma assai raro, perché testimonianza importante di una bottega dell’Italia centrale, e per il fatto che può essere associato a un evento storico di indiscutibile rilevanza”.