SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DAL MEDIOEVO ALL'OTTOCENTO

Firenze, 
mer 18 Giugno 2025
Asta Live 1371
14

Bottega di Lorenzo Ghiberti (Firenze 1371 - 1455)

€ 25.000 / 40.000
Stima

Bottega di Lorenzo Ghiberti (Firenze 1371 - 1455)

MADONNA COL BAMBINO COPERTO DAL MANTO

1420/30 circa

altorilievo scontornato in stucco dipinto e dorato iscritto sulla base AVE.MARIA, cm 84x70,5x21

 

Workshop of Lorenzo Ghiberti, Madonna with child covered by a robe, circa 1420/30, painted and gilded stucco

 

Il rilievo mostra la Vergine a mezza figura che accoglie in grembo Gesù Bambino, la cui tunichetta svela la fragile umanità del “Verbo fatto carne”, il quale, pervaso da una sottile malinconia nel presagio per la sua grave e fatale missione, cerca protezione sotto il manto della madre, pronta a confortarlo reclinando il volto fino a toccarne con la guancia la fronte. L’opera, foggiata a calco in stucco, si apprezza per il modellato ben definito, sensibile nei volti e vibrante nelle increspature del panneggio, e per la raffinata policromia, arricchita da ricami dorati e bordure punzonate, coerente con le soluzioni pittoriche attestate in altri esemplari di questo stessa composizione. Si tratta di un rilievo destinato a un "colmo da camera", forse in origine racchiuso da un tabernacolo ligneo o custodito in una nicchia dipinta: una categoria di manufatti assai richiesti per la devozione domestica nella Firenze del Quattrocento, sia da una committenza facoltosa e raffinata che da ceti meno abbienti. Nello specifico, l’opera che proponiamo è riconducibile a una tipologia ben nota alla critica, della quale si conoscono una trentina di esemplari, perlopiù in stucco e più raramente in terracotta, distinti dalla qualità e dalla ricchezza della policromia e dalla presenza o meno della base, spesso decorata da due stemmi e da una coppia di putti alati in volo che recano una ghirlanda, motivo desunto dai sarcofagi romani. Tra gli esemplari più conosciuti e significativi si segnalano i rilievi in terracotta conservati nel Convento di San Marco a Firenze, presso l’Accademia Carrara di Bergamo, il Metropolitan Museum di New York e la superba versione di Fiesole rinvenuta nel 2009 e oggi conservata al Museo Bandini, e quelli in stucco della collezione Chigi Saracini di Siena, dell’Hermitage di San Pietroburgo, dei Musei di Berlino, nelle raccolte Erzoch e Taylor di Firenze. Se Luciano Bellosi riferisce questi esemplari, nello specifico la terracotta di Fiesole e lo stucco berlinese, al Maestro del San Pietro di Orsanmichele, ovvero Filippo Brunelleschi, e Aldo Galli alla mano di Nanni di Banco, in particolar modo per la fisicità fiorente delle due figure, l'articolata consistenza dei panni e le espressioni pensose, tipiche del registro emotivo che rimanda all'umanità dei suoi personaggi, Giancarlo Gentilini li attribuisce senza indugi al Ghiberti e alla sua bottega, sottolineando come siano evidenti alcune caratteristiche stilistiche ghibertiane. La costruzione piramidale e compatta, il volto di Maria, tondo e morbido nei lineamenti, e quello imbronciato del Bambino sono immagini, sostiene Gentilini, di una poesia più aggraziata e composta rispetto alla prorompente energia e alla vigorosa caratterizzazione fisionomica, sovente un po’ rude, delle figure brunelleschiane. Anche il manto della Vergine entro il quale si rifugia il Bambino ricompare pressoché identico in numerosi lavori del Ghiberti, come nel San Matteo di Orsanmichele e in alcuni Profeti della Porta del Paradiso: riscontri che, conclude Gentilini, inducono a datare l'altorilievo verso il 1420.

 

L'opera è accompagnata da uno studio di Giancarlo Gentilini e Alfredo Bellandi datato 2011

 

Provenienza

Firenze, Antichità Sandro Morelli

Collezione privata

 

Bibliografia di riferimento

G. Gentilini in C. Sisi, G. Gentilini (a cura di), Collezione Chigi Saracini. La scultura, bozzetti in terracotta, piccoli marmi e altre sculture dal XIV al XX secolo, Siena 1989, pp. 37-47 n. 11;

G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Firenze 1992, pp. 39-43;

L. Bellosi, Filippo Brunelleschi e la scultura, in “Prospettiva”, 91-92, 1998, pp. 48-69;

A. Galli, Calchi in stucco del primo Rinascimento: quattro Madonne della Fondazione Giorni Cini, in “Saggi e memorie di storia dell’arte”, 27, 2005, pp. 159-180;

L. Speranza, R. Moradei, La Madonna di Fiesole. Scoperta e restauro di un capolavoro, Firenze 2008;

F. Ortenzi in G. Gentilini (a cura di), I Della Robbia. Il dialogo tra le Arti nel Rinascimento, cat. della mostra di Arezzo, Milano 2009, pp. 313-314 n. 6;

L. Bellosi, Ancora su Filippo Brunelleschi e la scultura in terracotta, in “Kronos”, 13 (Scritti in onore di Francesco Abbate), 2009, pp. 59-62;

L. Bellosi in L. Gokart (a cura di), Madonne rinascimentali al Quirinale, cat. della mostra, Roma 2011, pp. 18-39, 80-81;

G. Gentilini, Scultura dipinta o pittura a rilievo? Riflessioni sulla policromia nel Quattrocento fiorentino, in Terre cuites de la Renaissance: matière et coleur, atti del convegno (Parigi, Musée du Louvre, 26-27 ottobre 2011) a cura di A. Bouquillon, M. Bormand, "Techne", 36, 2012, pp. 8-17;

T. Mozzati, "Alla maniera de' Fiorentini". Diffusione e tendenze del gusto nel Rinascimento italiano, in B. Paolozzi Strozzi, M. Bormand (a cura di), La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460, cat. della mostra, Firenze 2013, pp. 180-187;

A. Galli, in La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460, cat. della mostra, Firenze 2013, pp. 424-425, n. VIII.I