DAL RINASCIMENTO AL PRIMO '900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

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Giovanni Bernardo Carbone

€ 6.000 / 8.000
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Giovanni Bernardo Carbone

(Genova, 1616 - 1683)

RITRATTO MASCHILE CON CAGNOLINO NERO

olio su tela, cm 99x74

 

PORTRAIT OF A MAN WITH A BLACK DOG

oil on canvas, cm 99x74

 

Provenienza

Padova, collezione privata

 

Bibliografia

D. Sanguineti, Giovanni Bernardo Carbone 1616-1683, Genova 2020, cat. C44, p. 272

 

Il dipinto è stato inserito nella recente monografia dedicata a Gio. Bernardo Carbone e assegnato a una fase avanzata dell’attività del ritrattista genovese, data la potenziata caratterizzazione psicologica del volto e la maggiore semplificazione del contesto in cui è raffigurato il gentiluomo (Sanguineti 2020, cat. C44, p. 272).

Dalla fine degli anni quaranta, Carbone si cimenta nel genere del ritratto rifacendosi ai prototipi vandyckiani che Genova, unica città italiana, offriva in straordinaria quantità. Numerosi sono gli esempi in cui il genovese adotta lo schema reso celebre prima da Rubens quindi da Van Dyck in cui l’effigiato, a mezzo busto o a figura intera, era posto accanto a una fontana, a un servitore moro o a un cane, stagliandosi contro un tendaggio che lasciava visibile su un lato una imponente colonna, dettagli che facevano da cassa di risonanza alla descrizione del suo stato sociale già richiamato da vestiario, acconciatura e toeletta.

Se la location è nella tela offerta limitata alla sola immancabile colonna e alla lussuosa poltrona rivestita di velluto rosso dove è seduto il gentiluomo, estremamente attenta è l’indagine del suo volto, propria delle tele di Carbone degli anni settanta, come si diceva in apertura. Il pittore descrive la sua leggera pinguedine, accentuata dall’età, i grigi capelli sottili e radi spartiti al centro, il naso prominente ma dritto, le labbra sottili e soprattutto lo sguardo che cattura quello dello spettatore. La veste nera, entro la quale quasi sparisce il fedele compagno sedutogli in grembo, da cui spuntano i candidi polsini della morbida camicia sottostante e il largo colletto piatto a bavero, risponde ai canoni in uso dell’ultimo quarto del XVII secolo.

 

Si ringrazia vivamente Daniele Sanguineti per l’aiuto nella schedatura della tela.