DIPINTI DEL SECOLO XIX. OPERE SCELTE DA UNA COLLEZIONE PRIVATA

9 NOVEMBRE 2021

DIPINTI DEL SECOLO XIX. OPERE SCELTE DA UNA COLLEZIONE PRIVATA

Asta, 1079
FIRENZE
Palazzo Ramirez Montalvo
ore 16.00

Un ringraziamento speciale a Roberto Capitani per il contributo determinante nella stesura di questo catalogo e per la preziosa collaborazione con Pandolfini Casa d'Aste.
Esposizione
MILANO
Martedì 26 ottobre 10-18
Mercoledì  27 ottobre 10-18
Giovedì 28 ottobre 10-18
Venerdì 29 ottobre 10-18
FIRENZE

Venerdì      5 novembre    10-18  
Sabato       6 novembre    10-18
Domenica   7 novembre    10-13
Lunedì        8 novembre    10-18
 
 
 
Stima   1000 € - 20000 €

Tutte le categorie

31 - 35  di 35
131

Ulvi Liegi

(Livorno 1858 - 1939)

PONTE SOSPESO

olio su tavoletta, cm 20x39

firmato in basso a sinistra

retro: timbro della Mondial Gallery di Milano, iscritto "Proviene dalla / collezione del / Rag. Osvaldo Montanari / Livorno", cartiglio e timbro della Galleria d'Arte Michelangelo di Firenze della mostra di febbraio 1949, timbro della Galleria Carini di Milano

 

PONTE SOSPESO

oil on panel, 20x39 cm

signed lower left

on the reverse: stamp of the Mondial Gallery of Milan, inscribed "Proviene dalla / collezione del / Rag. Osvaldo Montanari / Livorno", label and stamp of the Galleria d'Arte Michelangelo of Florence of the exhibition of February 1949, stamp of the Galleria Carini of Milano

 

Provenienza

Collezione Rag. Osvaldo Montanari, Livorno

Galleria d’Arte Michelangelo, Firenze

Galleria Carini, Milano

Mondial Gallery, Milano

Collezione privata

 

Ulvi Luigi, il più fauve dei pittori labronici, affrontò il problema del colore ottenendo risultati personalissimi; la sua sensibilità cromatica di intonazione rosata e violetta è indubbiamente la caratteristica più vibrante e tipica della sua pittura, di cui vediamo un bellissimo esempio nella tavoletta che presentiamo in questo catalogo.

Conosciamo una prima versione della Veduta del ponte sospeso datata 1888, che mostra una tavolozza schiettamente macchiaiola, mentre l’opera qui presentata si contraddistingue per una cromia più violenta, con sensazioni accese di colore, e per una pennellata nitida che stende il colore a macchie decise.

 

Stima   € 6.000 / 12.000
Aggiudicazione  Registrazione
132
Stima 
 € 1.500 / 3.000
Aggiudicazione  Registrazione
133

Alberto Pasini

(Busseto 1826 - Cavoretto 1899)

VENEZIA, SAN GIORGIO MAGGIORE

olio su tela, cm 27,5x 35,5

firmato e datato "1885" in basso a destra

retro: timbro e cartiglio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, cartiglio della Galleria Guglielmi di Milano, timbro della mostra Il Paesaggio Italiano, timbro della Galleria Carini di Milano, cartiglio con iscritto “Gruppo B / San Giorgio Maggiore Venezia / 35x27 n. 62”, cartiglio con “24 / 21/10/64”, cartiglio con “18”, cartiglio con “869”

 

VENICE, SAN GIORGIO MAGGIORE

oil on canvas, 27.5x 35.5 cm

signed and dated "1885" lower right

on the reverse: stamp and label of the Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, label of the Galleria Guglielmi of Milan, stamp of the exhibition Il Paesaggio Italiano, stamp of the Galleria Carini of Milan, label with inscribed “Gruppo B / San Giorgio Maggiore Venezia / 35x27 n. 62”, label with “24 / 21/10/64”, label with “18”, label with “869”

 

Provenienza

Collezione Edoardo Livi

Galleria Guglielmi, Milano

Galleria Carini, Milano

Collezione privata

 

Esposizioni

VIIIa Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia, Venezia, 1909

Mostra Retrospettiva d’Arte Emiliana, Parma, 1913

Esposizione postuma delle opere del pittore A.P., piemontese, Galleria Centrale d’Arte per l’incremento artistico, Milano, 1917

Mostra d'Arte, Città di Busseto, settembre 1926

XVIa Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, Venezia, 1928

Il Paesaggio Italiano. Artisti italiani e stranieri, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, aprile-giugno 1954

Galleria Fogliato, Torino, 1965

 

Bibliografia

VIIIa Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia, 1909. Catalogo illustrato, Venezia 1909, p.93 n. 53

Centenario Verdiano, catalogo della Mostra Retrospettiva d’Arte Emiliana, secolo XIX, a cura del Comitato Verdiano, Parma 1913, n. 41

Direzione Galleria Centrale d’Arte per l’incremento artistico, Catalogo dell'esposizione postuma delle opere del pittore A.P., piemontese, Milano 1917, n. 18

Mostra d'Arte, catalogo della mostra (Città di Busseto, settembre 1926), Parma 1926, n. 9

U. Nebbia, La XVIa Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, Roma 1928, n. 195

U. Ojetti, La pittura italiana dell’Ottocento, Roma-Milano 1929, p. 72 e fig. p. 183

A.M. Comanducci, I pittori Italiani dell’Ottocento, Milano 1934, prima ed. e successive, ad vocem Alberto Pasini

R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna, 1935, p. 495

Il Paesaggio Italiano. Artisti italiani e stranieri, catalogo della mostra (Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, aprile-giugno 1954), Milano 1954, p. 185

Catalogo n. 21 (Galleria Fogliato, Torino, 1965), Torino 1965, s.n., tav. XXX

V. Botteri Cardoso, Pasini, Genova 1991, pp. 195, 354 n. 771

 

Questo dipinto di Alberto Pasini che ritrae uno scorcio dell’isola di San Giorgio Maggiore di Venezia è un’opera rara che colpisce per la struggente e intima nitidezza con cui il pittore ritrae l’amata città lagunare.

Con vibranti pennellate l’artista schizza le figurine che camminano lungo la sponda della Giudecca illuminata dal sole, incastonando sullo sfondo il magnifico complesso architettonico dell’isola di San Giorgio mentre una nave passa veloce nel canale.

È emozionante osservare come Pasini, famoso nel ritrarre i paesaggi del lontano Oriente, le smaltate moschee dalle cupole scintillanti e i gremiti mercati di Istanbul, si lasci andare ad un sentimento più intimista e personale nel ritrarre una Venezia nei suoi angoli meno noti e meno convenzionali.

Nel suo soggiorno veneziano il pittore amava soggiornare all’albergo Il Cavalletto, e ogni mattina, ansioso di aggirarsi per le calli, si alzava presto e spiava alla finestra l’arrivo del vecchio gondoliere Toni, del traghetto di San Tomà, che lo portava in giro a ritrarre e scoprire quegli scorci che sarebbero poi stati esposti nei saloni internazionali. Cercava i piccoli canali, i sottoportici, i voltoni e le pescherie, ma la Giudecca era la sua meta preferita e da lì Venezia gli appariva più bella e solitaria.

Proprio in quegli stessi anni in cui dà vita al dipinto che presentiamo in catalogo Pasini ritrae una Venezia dalla Giudecca sul cui retro annota di suo pugno la scritta “effetto grigio”. Il critico Lionello Venturi così si espresse a proposito di quest’ultima:

 

Non era Venezia ch’egli aveva dipinto, ma un effetto grigio a proposito di Venezia. Credo opportuno di segnalare quel titolo perché allora non era molto di moda, almeno in Italia. Ma fu un attimo breve: il gusto della “veduta” riprese in lui il sopravvento; ed egli fece opera d’arte soltanto quando all’amore dei suoi rapporti tonali sacrificava appunto la “veduta”.

 

in L. Venturi, Pretesti di critica, Milano 1929, pp. 154-155

 

Stima   € 9.000 / 18.000
Aggiudicazione  Registrazione
134

Telemaco Signorini

(Firenze 1835 - 1901)

MATTINO A BELLAVISTA

olio su tela, cm 24x36

firmato in basso a sinistra

retro: cartiglio della Mostra delle Opere di Telemaco Signorini di Firenze del 1926, cartiglio della Mostra dei Macchiaioli maggio-ottobre 1956 (con provenienza Carini Milano), timbro della Mondial Gallery di Milano, iscritto "91"

 

MORNING IN BELLAVISTA

oil on canvas, 24x36 cm

signed lower left

on the reverse: label of the Mostra delle Opere di Telemaco Signorini of Florence of 1926, label of the Mostra dei Macchiaioli May-October 1956 (with provenance Carini Milano), stamp of the Mondial Gallery of Milan, inscribed "91"

 

Provenienza

Collezione Carini, Milano

Mondial Gallery, Milano

Collezione privata

 

Esposizioni

Mostra delle Opere di Telemaco Signorini, Firenze, 1926, n. 108

I Macchiaioli, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, maggio-luglio 1956

 

Bibliografia

P. Bucarelli, G. Carandente, I Macchiaioli, catalogo della mostra (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, maggio-luglio 1956), Roma 1956, n. 210

 

Esposto alla mostra dei Macchiaioli organizzata nel 1956 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma da Palma Bucarelli e Giovanni Carandente, questo piccolo capolavoro, oggi presentato dopo lungo tempo di assenza dalle scene espositive, prende il titolo e la datazione dalla brevissima scheda pubblicata in quella circostanza. Ci troviamo davanti a un’interessante e preziosa testimonianza che va ad arricchire la nutrita serie di opere di simile soggetto ambientate lungo le rive fangose del fiume Arno. Alcune di esse vennero presentate a Palazzo Pitti a Firenze, nel 1997 in occasione della retrospettiva sull’artista e in quella circostanza gli studiosi cercarono di fare chiarezza riguardo l’annosa questione filologica di queste tavole, tele e cartoni. Nessuno di essi, tuttavia, pare avere una datazione indicata dal suo autore che, sappiamo, era solito frequentare fin da ragazzo quella campagna umile e modesta di Piagentina e tra il 1862 e il 1863 vi si recava con una consuetudine pressoché giornaliera in compagnia di Lega, Abbati e Borrani per realizzare studi dal vero.

Tra gli esiti più elevati raggiunti in queste riprese naturalistiche en plein air, è noto Sul greto dell’Arno, commissionato da Ernesta Martelli, madre del critico d’arte Diego, presentato al pubblico nel 1865 alla mostra del Centenario Dantesco e successivamente entrato come legato Martelli nelle raccolte della Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Se in quel piccolo dipinto notiamo un contrasto maggiormente definito tra il verde del prato e degli alberi, la terra scura e le colline quasi violacee che riprendono il colore del cielo, nel nostro caso abbiamo un’omogeneità e morbidezza di toni che si avvicinano a Una mattina sull’Arno. Conosciuta anche con il titolo Renaioli, questa tela di dimensioni maggiori è databile intorno al 1868, anno in cui Signorini la presentò alla Promotrice di Firenze, un’epoca tarda quindi rispetto al periodo noto come quello di Piagentina. Non è comunque da escludere che l’artista rielaborasse dei soggetti particolarmente amati. In effetti, Mattino a Bellavista è strettamente collegato anche a un’altra versione di Una mattina sull’Arno, una tavoletta dalle dimensioni pressoché identiche alla nostra tela, con una stesura del colore meno curata e definita e dai toni maggiormente contrastanti che fanno pensare possa esserne il bozzetto.

L’impostazione dei tre dipinti è molto similare: un primo piano dominato dal terreno fangoso segnato dal solco delle ruote dei carri che vi hanno transitato, sul lato sinistro la sponda degradante costeggiata da alberi e cespugli, a destra lo scorcio del corso d’acqua e sullo sfondo le colline dalle cui cime, nel nostro caso, sembrano sgorgare le nuvole che muovono il cielo coprendo in parte la luce del sole. Il centro della scena è dominato dal lavoro degli uomini a volte accompagnato da animali che trainano un carro, piccole e dettagliate figure dai gesti di chiara lettura. In Mattino a Bellavista il contadino che procede verso di noi cammina al fianco di un bove che trasporta un carico di fieno, le stesse figurine presenti in Una mattina sull’Arno anche se scambiate di posto, mentre in Renaioli sono i due uomini impegnati nel lavoro che dà il titolo all’opera ad essere i protagonisti.

 

E.S.

Stima   € 15.000 / 30.000
Aggiudicazione  Registrazione
31 - 35  di 35