Oggetti d'arte e sculture

30 GIUGNO 2020
Asta, 0340
106

Manifattura fiorentina, fine secolo XIX (Manifattura Cantagalli?)

Stima
€ 5.000 / 7.000

Manifattura fiorentina, fine secolo XIX (Manifattura Cantagalli?)

RITRATTO DI GIOVANE, 1893-1894 (COPIA DA ANDREA DELLA ROBBIA)

busto clipeato ad altorilievo in terracotta invetriata di bianco su fondo azzurro con vesti policrome; diam. cm 46,5

 

Florentine, late 19th century (Cantagalli?), portrait of a young man, 1893-1894 (copy after Andrea della Robbia)

 

L’effigie di giovane di questo tondo è identica nel modellato al busto clipeato del museo di Berlino - dove lo smalto appare oggi gravemente danneggiato da un incendio conseguente agli eventi bellici nel maggio 1945 -, ma differisce per le dimensioni minori (diametro cm 46,5 invece di cm 55,5), rivelando così una traduzione a calco, e per i caratteri dell’invetriatura, tali da dichiarare un’esecuzione moderna. Incongrui con le consuetudini tecniche robbiane risultano infatti la stesura dello smalto bianco a ricoprire l’intera superficie del rilievo, anche sotto le campiture di altri colori, e il taglio del busto, la sua consistenza disomogenea, tale da ottundere i dettagli della modellazione, così come quella troppo liquida e poco coprente dell’azzurro del fondo che lascia scorgere le pennellate, mentre nell’abito le tonalità appaiono più cariche e la rosetta dello scollo insolitamente diversificata nella cromia.

Il Giovanetto di Berlino era stato acquistato dal museo prussiano (al tempo Altes Museum, dal 1904 Kaiser Friedrich Museum) nel 1894 a Firenze, come opera proveniente proprio da “Palazzo Torrigiani”, residenza da identificare con il palazzo Torrigiani già Del Nero in piazza de’ Mozzi, dove al tempo era concentrato il meglio delle raccolte d’arte della famiglia. Recenti ricerche hanno rivelato che il busto fu venduto dal rinomato antiquario fiorentino Stefano Bardini, la cui sfarzosa galleria si trovava in quella stessa piazza de’ Mozzi, principale fornitore delle molte sculture rinascimentali acquisite in quegli anni per le raccolte berlinesi da Wilhelm Bode, l’autorevole storico dell’arte che dal 1905 ne sarebbe stato il direttore generale.

Bardini, infatti, nella primavera del 1893, dopo quasi vent’anni di attesa in quanto la collezione Torrigiani era stata posta in vendita sin dal 1869, era entrato in possesso “dei più bei quadri di casa Torrigiani”, come egli stesso vantava in una lettera inviata a Bode il 5 giugno di quell’anno, sottolineando che “quest’affare deve rimanere segreto per un poco di tempo, avendo già messo al posto delle copie”. Di quali opere si trattasse Bardini informò Bode in una successiva lettera del 4 novembre, alla quale allegò anche una documentazione fotografica del busto robbiano, probabilmente quella stessa della quale si conservano quattro lastre nell’Archivio Bardini oggi presso il Comune di Firenze che lo mostrano già corredato dalla cornice lignea intagliata in forma d’anello diamantato con foglie d’acanto, poi distrutta nell’incendio del 1945. Il tondo, subito venduto, fu inviato a Berlino nel febbraio del 1894, come si apprende da altre lettere nelle quali l’antiquario ribadiva di non divulgarne la provenienza per evitare uno scandalo; l’anno successivo venne presentato dal Bode nella sua elegante raccolta di tavole illustrate dedicata scultura fiorentina del Rinascimento con una lusinghiera attribuzione a Luca della Robbia, poi riproposta in varie occasioni, poco dopo rivelandone anche la provenienza da palazzo Torrigiani.

Come attesta un’inedita ricevuta conservata nell’Archivio Bardini, sottoscritta da Filippo Torrigiani in data 3 giugno 1893, il ritratto, definito “un busto di un giovane a medaglione di terra Della Robbia”, era stato acquisito da Bardini attraverso un prestanome, tal avvocato Guido Nobili, in un lotto di otto opere - tra le quali spiccava un noto ritratto di Luca Signorelli pure ceduto al museo di Berlino - pagate 100.000 lire, cui l’acquirente veniva “obbligato a sostituire fedelissime copie”.

E’ dunque assai probabile che il rilievo di cui ci stiamo occupando sia stato eseguito proprio in occasione di questa vendita, per rimpiazzare l’originale alienato o comunque serbarne memoria, secondo una consuetudine piuttosto diffusa nelle collezioni nobiliari; forse, come suggeriscono il notevole magistero tecnico e la vivacità degli smalti, affidandone la realizzazione alla Manifattura Cantagalli di Firenze, la più qualificata e rinomata tra le non poche officine ceramiche al tempo impegnate nelle riproduzioni di manufatti robbiani.

 

Giancarlo Gentilini

Firenze, 9 novembre 2018

 

Bibliografia di riferimento

W. Bode, Florentiner Bildhauer der Renaissance, Berlin 1902, p. 187;

F. Schottmüller, Königliche Museen zu Museen. Beschreibung der Bildwerke der Christlichen Epochen. Die Italienischen un Spanischen Bildwerke der Renaissance und des Boarocks in Marmor, Ton, Holz und Stuck, Belin 1913, pp. 33-35 n. 75;

J. Pope-Hennessy, Luca della Robbia, Oxford 1980, p. 272 n. 77;

G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, vol. I, Firenze 1992, p. 173;

V. Niemeyer Chini, Stefano Bardini e Wilhelm Bode. Mercanti e connaisseur fra Ottocento e Novecento, Firenze 2009, pp. 98-100