Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal secolo XV al XIX

1 OTTOBRE 2019

Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal secolo XV al XIX

Asta, 0316
FIRENZE
Palazzo Ramirez - Montalvo
ore 15.30
Esposizione
FIRENZE
Venerdì     27 settembre  10-18  
Sabato      28 settembre  10-18
Domenica  29 settembre  10-18
Lunedì       30 settembre  10-18

 
 
 
Stima   200 € - 10000 €

Tutte le categorie

121 - 150  di 197
124

Scuola toscana, prima metà sec. XVIII

VOLATILI CON FRUTTA E FIORI

coppia di dipinti, matita nera, inchiostro e tempera su pergamena, mm 320x250

(2)

 

Tuscan school, first half of 18th century

BIRDS WITH FRUITS AND FLOWERS

a pair of paintings, black chalk, ink and tempera on parchment, mm 320x250

(2)

 

Nel panorama della natura morta fiorentina del Seicento, le miniature di Giovanna Garzoni (Ascoli, 1600 – Roma, 1670) offrirono senz’altro spunti interessanti a pittori quali Bartolomeo Ligozzi, Andrea Scacciati e Bartolomeo Bimbi, condizionando invece più direttamente artisti che anche dal punto di vista tecnico imitarono più scopertamente i motivi garzoniani. Fra questi si distinsero Lorenzo Todini, documentato a Firenze dal 1683 al 1689, Alessandro Marsili, attivo a Firenze soprattutto per Violante di Baviera moglie del Gran Principe Ferdinando e Teresa Beatrice Vitelli, al secolo Suor Veronica Vitelli, al lavoro nel capoluogo toscano dal 1706 al 1729 e di cui sono note due pergamene firmate e datate, facenti parte della collezione conservata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti (cfr. Gli Incanti dell’iride. Giavanna Garzoni pittrice del Seicento, catalogo della mostra a cura di G. Casale, Cinisello Balsamo 1996, pp. 120-123, schede 46-47). Il disegno piuttosto particolareggiato delle scene naturalistiche di mano di quest’ultima, con segni a matita ancora visibili, e i colori chiari ma stesi intensamente su alcune parti, restituendo un vivace dinamismo alle composizioni naturalistiche, avvicinano anche la nostra coppia con volatili frutti e fiori alla produzione di tale pittrice.

 

Stima   € 4.000 / 6.000
139

Pietro Giacomo Palmieri                                                   

(Bologna, 1737 - Torino, 1804)                                            

PAESAGGI CON PASTORI E ANIMALI

coppia di disegni, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato grigio e nero, mm 35,5X51,5; mm 34x44                                     

firmati "Palmerjus Inc. fecit" e "Palmerjus Fecit" in basso a destra      

(2)                                                                       

                                                                          

TWO LANDSCAPES WITH SHEPHERDS AND ANIMALS                                 

a pair of drawings, pen and ink, brush and grey and black wash, mm 35,5X51,5; mm 34x44                                                       

signed "Palmerjus Inc. fecit" and "Palmerjus Fecit"  lower right          

(2)  

                                                                    

Bibliografia di riferimento

C. Travisonni, Scambio delle tecniche e citazioni da Francesco Londonio nei disegni di Pietro Giacomo Palmieri, in “Arte lombarda”, Nuova Serie 175, 3, 2015, pp. 146-153.

 

Inedite prove dell’ultima fase della carriera di Pietro Giacomo Palmieri, disegnatore, pittore e incisore all’acquaforte di origine e formazione bolognese, attivo principalmente, oltre che nella sua città natale, a Parma, Parigi e infine a Torino dove si trasferisce nel 1778. Nella collezione del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama di quest’ultima città, sono conservati quattro disegni che offrono calzanti confronti con quelli offerti (inv. 2625/DS, 2626DS, 2627DS, 2628DS). Tipico è il virtuosismo dell’artista nell’imitare l’aspetto di stampe colorate, combinando un tratto lineare che guarda all’acquaforte a larghe stesure di inchiostro diluito sullo sfondo che riecheggiano l’acquatinta. I due fogli, come quelli dell’istituzione torinese, rivelano poi lo studio sulle stampe del milanese Francesco Londonio, da cui Palmieri ricavava motivi poi riassemblati secondo il gusto contemporaneo.

Si ringrazia Chiara Travisonni per i suggerimenti forniti durante la redazione di questa scheda.

 

 

Stima   € 2.500 / 4.000
140

Pietro Giacomo Palmieri

(Bologna, 1737 - Torino, 1804)

PAESAGGIO INNEVATO CON VIANDANTE E ASINO

PAESAGGIO MARINO CON FIGURE

coppia di acquarelli e gouache su carta applicata a cartoncino, mm 404x550

(2)

                                                                          

A SNOWY LANDSCAPE WITH WATFARER AND DONKEY

A MARIN LANDSCAPE WITH FIGURES

a pair of watercolours and gouache on paper laid down on cardboard, mm 404x550

(2)

                                                                          

Bibliografia di riferimento

C. Travisonni, Scambio delle tecniche e citazioni da Francesco Londonio nei disegni di Pietro Giacomo Palimieri, in "Arte lombarda", 3, 2015, pp. 146-153.

                                                                          

Nonostante non rechino la firma, i due paesaggi rientrano senza ombra di dubbio nella produzione tarda di Palmieri, verso l’ultimo decennio del Settecento, quando, stabilitosi definitivamente a Torino riceveva commissioni dalla corte e dirigeva una fiorente bottega, intrattenendo rapporti con artisti importanti, soprattutto con Giuseppe Biagetti.

Un confronto stringente ci è fornito dal Notturno con pescatori, firmato in basso a sinistra "Palmieri f.", transitato a Cologna da Lempertz (20/05/2017, lotto n. 1169). 

Il bolognese esercita una profonda influenza nell’ambiente colto della città grazie alla raffinatezza dei suoi acquarelli, ricchi di citazioni ben riconoscibili dal pubblico di conoscitori. Anche nel nostro caso, l’ispirazione è seicentesca, con richiami alla tradizione dei pittori olandesi quali Nicolaes Berchem, conosciuto soprattutto tramite le stampe.

Si ringrazia Chiara Travisonni per avere confermato l'attribuzione e per i suggerimenti forniti durante la redazione di questa scheda.

 

 

Stima   € 2.500 / 4.000
Aggiudicazione  Registrazione
146

Gaetano Gandolfi
(San Matteo della Decima, 31 agosto 1734  Bologna, 20 giugno 1802)
ACCADEMIA DI FIGURA (LAOCOONTE?)
matita rossa, carta vergellata, mm 383x278
firmato "Gaetano Galdolfi 1756 Febraio" a matita rossa sul verso

SEATED MALE NUDE WITH A SNAKE (LAOCOONTE?)
red chalk, laid paper, mm 383x278
signed  "Gaetano Gandolfi 1756 Febraio" in red chalk on the back                   

Inedito, il foglio è tratto dal vero alla Scuola del Nudo in Accademia Clementina a Bologna da un ventiduenne Gaetano Gandolfi che, proprio in quell’anno (1756), si misurava con la sua prima uscita pubblica, il San Girolamo dipinto (in pendant con una Santa Maria Maddalena) per l’Oratorio del Suffragio a Bazzano. Al modello in posa il giovane artista aggiunge una serpe mostruosa ad avvinghiarne le carni, come a figurare quel Laocoonte, sacerdote di Apollo e Poseidone a Troia, strangolato da un serpente marino. Proprio l’anno prima (1755) Johann Joachim Winckelmann (Stendal 1717 – Trieste 1768) aveva dato alle stampe il Gedanken über die Nachahmung der griechischen Werke in der Malerei und Bildhauerkunst (Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura), portando l’attenzione sulla statuaria greca, attraverso lo studio delle copie romane, tra le quali il Laocoonte, sul quale ritornerà (1766) Gotthold Ephraïm Lessing (Kamenz 1729 – Braunschweig 1781) col Laokoon. Oder: Über die Grenzen der Malerei und Poesie (Laocoonte. Ovvero sui confini tra Pittura e Poesia), che prende le mosse dal celebre gruppo marmoreo ricordato da Plinio come «opus omnibus et picturae et statuariae artis praeferendum» (Nat. Hist. 36, 37-38), ritrovato nel 1506 nei pressi della Domus Titi imperatoris sul Colle Oppio a Roma e conservato oggi ai Musei Vaticani.

Marco Riccòmini

Stima   € 2.000 / 3.000
Aggiudicazione  Registrazione
147

Gaetano Gandolfi

(San Matteo della Decima, 1734  Bologna, 1802)

RITRATTO DI DUE DEI FIGLI DI GAETANO

matita nera e rossa, gesso bianco, carta vergellata, controfondato, mm 282x221 

firmato "G Gandolfi" in basso a sinistra

                                                                          

PORTRAIT OF GAETANO'S CHILDREN

black and red chalk, white chalk, laid paper, backed, mm 282x221

signed "G Gandolfi" lower left 

                                                                          

Filigrana
poco visibile           

 

L’inedito ritratto di due bambini va ad arricchire il folto gruppo di studi dal vero fatti da Gaetano ai suoi numerosi figli. Mancano indicazioni precise a sciogliere dubbi, ma i due piccoli che, cheek to cheek, uno abbracciato all’altro, si poggiano sull’angolo d’un piano a rimirare la forma panciuta forse d’un vaso, potrebbero essere Marta e Mauro. La prima coi capelli sciolti; raccolti in una treccia, il secondo. Di Marta pare siano i ritratti in Albertina (n. 1871) e al British Museum (n. 1946, 0713.1321), mentre quello della Pierpont Morgan Library (n. 1986.45), detto egualmente di Marta raffigura, invece, un bambino, forse Mauro, e ad ingannare sono i capelli raccolti in una treccia sul capo, proprio come nel foglio in questione e come porterà anche il modello favorito da Mauro, nei nudi della Raccolta Certani (Marco Riccòmini, I Gandolfi. Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini, Venezia 2018, pp. 121-123, nn. 87-88). Altri ancora, condotti come questo a più matite, si pensa raffigurino Damiano e Marta ed Emidio e Protasio (Pinacoteca Nazionale di Bologna, nn. 1681, 1682). A radunarli fu per prima Mary (Mimì) Cazort (Mimi Cazort, Gaetano Gandolfi’s Children Potraits, in Festschrift to Erik Fischer. European Drawings from six Centuries, a cura di Jan Garff, pp. 87-98, Copenhagen 1990), e da allora altre ‘foto di famiglia’ si sono aggiunte all’album di Gaetano Gandolfi.

 

Marco Riccòmini

 

Stima   € 8.000 / 12.000
Aggiudicazione  Registrazione
150

Abraham Louis Rodolphe Ducros

(Yverdon-les-Bains, 1748 – Losanna, 1810)

VEDUTA DEL PONTE LUCANO

acquarello e gouache, carta applicata su tela, cm 65x100

 

A VIEW OF PONTE LUCANO

watercolour and gouache, paper laid down on canvas, cm 65x100

 

Esposizioni

Londra, Kenwood, The Iveagh Bequest 1985, n. 23; Losanna, Musée Cantonal des Beaux Arts 1986, n. 53.

 

Bibliografia

D. Agassiz, A. L. Du Cros, peintre et graveur, 1748-1810, Losanna 1927, p. 73; P. Chessex, Ducros: 1748 - 1810; paesaggi d’Italia all’epoca di Goethe, Roma 1987, scheda 45, pp. 94-95.

 

Abraham Louis Rodolphe Ducros, svizzero del cantone di Vaud, che viaggiò per l’Italia negli ultimi due decenni del XVIII secolo risiedendo anche svariati anni a Roma, è sempre stato considerato sia da collezionisti che da artisti della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento come uno dei più importanti paesaggisti della sua generazione.

Le sue vedute italiane mostrano sempre un riuscito equilibrio fra il gusto pittoresco, la curiosità archeologica e la dilatazione fantastica tipiche di un pre-romanticismo di origine piranesiana. 

Soggiornando a Tivoli durante i mesi estivi, il pittore ha riprodotto il ponte Lucano che attraversa il fiume Aniene e conduce alla tomba fatta costruire dal console M. Plauto Silvano, luogo posto proprio sul cammino tra Roma e Tivoli, in più occasioni: una veduta assai simile a quella qui presentata è conservata presso il castello di Stourhead (Wiltshire), acquistata nel 1786 da Sir Richard Colt Hoare, e siamo a conoscenza che nel 1806 dipinse un ponte Lucano per Friedrich von Sachsen-Gotha, attualmente di collocazione sconosciuta.

 

Stima   € 4.000 / 6.000
121 - 150  di 197