Arte Moderna e Contemporanea

10 GIUGNO 2019
Asta, 0304
71

GETULIO ALVIANI

Stima
€ 140.000 / 180.000
Aggiudicazione  Registrazione

GETULIO ALVIANI

(Udine 1939)                                                     

Rilievo speculare ed elementi curvi

1962-1965

acciaio

cm 90x90

 

Specular relief and curved elements

1962-1965

steel

cm 90x90

 

Nuovi materiali e progetto aperto

( … ) Alviani ha continuato a rispondere attraverso il rigore che sempre lo ha contraddistinto, la coerenza e l’impegno del suo lavoro, approfondendo caparbiamente quell’elemento che principalmente connota il suo operare: la ricerca sulla struttura e sul linguaggio dell’opera, il progetto aperto. I suoi primi lavori, solitari, iniziati nella seconda metà degli anni cinquanta, sono soprattutto piccoli disegni che raffigurano fili elettrici dell’alta tensione che si stagliano nel cielo, ai quali seguono sperimentazioni con i materiali industriali, con la tipografia, e in questo periodo si delinea un’attitudine verso un fare dove l’elemento caratterizzante è l’interesse nei confronti dei materiali,  della loro natura e del  loro funzionamento. In particolare, a partire dal 1960, l’utilizzo delle lastre di alluminio, e successivamente di acciaio, sulle quali agisce con frese, in modo da far affiorare sulla superficie della lastra variazioni di luce sempre mutevoli.  Sono le Superfici a testura vibratile, esatte nella loro progettazione, perfette nella loro messa in atto, e che successivamente si  compongono di moduli quadrati variabili, vibratili, grazie al variare della luce, alle sue vibrazioni, alle infinite combinazioni e sviluppate secondo una programmazione capace di moltiplicarle e ripeterle in serie. Il suo lavoro sembra ricordare agli espressionisti astratti, agli informali che l’arte non è solo un mestiere, ma, come vuole l’etimologia stessa del termine, è tecnica, nel suo caso una tecnica perfetta. Tecnica e tecnica moderna. Non più tela ma alluminio e acciaio, non colore a olio ma fresa, non chiaroscuro ma effetti della sensazione ottica. A Getulio Alviani spetta il merito di aver gettato via gli orpelli del pigmento, di aver tenuto lontano da sé, dalla sua opera, la tossicità dei colori che da sempre gli artisti utilizzano per nascondere il corpo della superficie su cui lavorano, la tela, la tavola, e che vogliono mascherare (il termine colore significa etimologicamente proprio nascondere, coprire). (…)

Fresate, lucidate e cromate le superfici di alluminio e acciaio sembrano muoversi con molta grazia, quasi fossero intrise d’acqua, in polivalenti giochi di interpretazione. Brillanti supporti moderni l’alluminio e l’acciaio, lavorati con le moderne tecniche della “bella industria” sembrano scivolare nell’informe per dar vita a molteplici e rigorosi giochi formali. Nel lavoro di Getulio Alviani lo sguardo analitico mette a fuoco soprattutto la struttura dell’oggetto, la sua plasticità e il rigore esatto, matematico e sofisticato della realizzazione. La sua opera si propone uno studio rigoroso della percezione visiva, di cui analizza i procedimenti ottici e psicologici in rapporto dialettico con la moderna tecnologia. L’oggetto plastico possiede per Alviani una sua concreta esistenza con valori suoi propri, definiti attraverso le fasi della progettazione, le sue specifiche regole costruttive, la scelta dei materiali e i processi di esecuzione. Perfezione della forma compiuta e autonomia plastica dell’oggetto sono il risultato di un percorso razionale di strutturazione della visione che presuppone, in fase di progettazione, una infinita e calcolata possibilità di variabili basata sui molteplici punti di vista dello spettatore. Alla precisione tecnica del progetto corrisponde la variabilità dell’interpretazione, la mutevolezza del punto di visione. In questo caso lo spettatore prende posto all’interno dell’opera per viverla, non ha con essa un rapporto di contemplazione, ma si colloca in una condizione interna al lavoro stesso che lo rende parte essenziale di un tutto. Proprio perché l’opera nasce dalla necessità di un processo di strutturazione visiva, che mantiene forte il legame fra la parte e il tutto, fra la struttura e i singoli elementi che la compongono, ciò prevede da parte dello spettatore un essere partecipe al farsi del fenomeno estetico. Da una parte Alviani pone l’accento sull’individuazione di un metodo produttivo ed estetico dell’opera, dall’altra sviluppa l’intento di coinvolgere lo spettatore, che viene chiamato ad attivare con il suo intervento o la sua presenza l’opera stessa.

Loredana Parmesani  - Getulio Alviani -  Gamec Bergamo 22 ottobre 2004-27 febbraio 2005 Ed. Skira