CIOTOLA, DERUTA (?), 1580 CIRCA
in maiolica dipinta in blu di cobalto e bianco di stagno, su smalto azzurrato; alt. cm 4,2, diam. cm 12,4, diam. piede cm 6
A BOWL, DERUTA (?), CIRCA 1580
Provenienza
Sotheby’s, Rinomata raccolta di importanti maioliche italiane del Signor Guy G. Hannaford, Firenze, 17 ottobre 1969, lotto 108;
Firenze, Collezione privata
La ciotola emisferica ha cavetto appena umbonato, parete alta che termina su un orlo arrotondato e poggia su un piede ad anello rilevato e incavato.
Il decoro è realizzato a rilievo e mostra al centro della composizione Santa Caterina d’Alessandria con i segni del martirio, la palma e la ruota dentata. Liberamente tratta dall’incisione di Marcantonio Raimondi su disegno di Raffaello (Bartsch XIV, p. 145 n. 175), la figurina si staglia in un paesaggio con uno specchio d’acqua su cui si affacciano alcune montagne. Da notare il dettaglio del paesaggio sulla destra, dove il monte è separato dal lago da una serie di alberelli a ciuffo che richiamano le modalità pittoriche di ambiente istoriato urbinate.
Il soggetto trova riscontro, interpretandolo in modo più corrivo, nella splendida coppa delle collezioni della Cassa di Risparmio di Perugia (T. Wilson, E.P. Sani, Le maioliche rinascimentali nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, vol. II, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia 2007, pp. 94-97 n. 94), che ci porta a pensare ad una possibile provenienza da Deruta. Tale attribuzione ci pare confermata sia dalla forte devozione nei confronti della Santa nella città umbra, sia dalle marcate somiglianze stilistiche nel volto della stessa con opere della tradizione. Il blu di fondo ci porterebbe inoltre a ipotizzare la possibile successiva doratura a lustro, mai realizzata per gli evidenti difetti allo smalto con ampie cadute. Si tratta forse di uno scarto di fornace che per modalità decorative, si veda anche il motivo secondario sull’orlo, anche sul lato esterno, meriterebbe a nostro avviso maggiori approfondimenti.
Un piattello con decoro a rilevo con San Rocco e rifinito a lustro, di attribuzione incerta, lascia tuttavia aperta una possibile attribuzione ad ambito urbinate, accostabile alla nostra coppa per le piccole dimensioni, la base della pittura in blu e alcune caratteristiche stilistiche prossime nella realizzazione del volto della figura (G. Gardelli, Cinque secoli di maiolica a Rimini, Ferrara 1984, p. 78 n. 70).