Importanti maioliche rinascimentali

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ALBARELLO, CASTELLI D’ABRUZZO, 1555–1565 CIRCA

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ALBARELLO, CASTELLI D’ABRUZZO, 1555–1565 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia con blu di cobalto, verde rame, giallo, giallo arancio, bruno di manganese e bianco di stagno; alt. cm 21,7, diam. bocca cm 9,8, diam. piede cm 9,6

 

A PHARMACY JAR (ALBARELLO), CASTELLI D’ABRUZZO, CIRCA 1555-1565

 

Esposizioni

Capolavori della Maiolica Castellana dal Cinquecento al terzo fuoco. La collezione Matricardi, Pinacoteca Civica di Teramo, 2 aprile - 31 ottobre 2012;

Tre secoli di maiolica di Castelli. 1500-1700, Museo di "Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale", Ostuni, agosto 2015

 

Bibliografia

C. Fiocco, G. Gherardi, G. Matricardi, Capolavori della maiolica castellana dal Cinquecento al terzo fuoco. La Collezione Matricardi, Torino 2012, p. 50 n. 17

 

 

Il vaso ha una bocca larga con orlo estroflesso, un collo corto che scende in una spalla obliqua, breve e dal profilo appena arrotondato. Il corpo è cilindrico con base alta e carenata che termina in un piede basso dal profilo svasato con base piana.

Il decoro, realizzato in piena policromia, mostra nella parte anteriore, racchiuso in una metopa delimitata da due fasce con motivo a corona fogliata gialla, il busto di uomo con barba raffigurato di profilo con indosso una camiciola dall’ampio colletto e maniche a sbuffo, e sullo sfondo un paesaggio con colli arrotondati. Subito sotto si legge il cartiglio farmaceutico che recita “Elet Elescof” in lettere gotiche. Sulla spalla corre un motivo a foglie lanceolate che convergono tra loro a formare triangoli in blu su fondo arancio. La base mostra invece una corona fitomorfa sottile delineata in blu su fondo giallo. Il verso ha motivi decorativi blu delineati con tratti corrivi. Il ritratto è tracciato in blu di cobalto con tratti marcati e ampie ombreggiature nello stesso colore. Gli abiti e il paesaggio mostrano anch’essi una buona perizia nella stesura dei colori.

Il vaso appartiene a una serie di contenitori prodotti a Castelli d’Abruzzo per la quale è stata dimostratala la partecipazione di più e più mani nella realizzazione del corredo, con una produzione da collocare prevalentemente nel secondo terzo del XVI secolo. La bottega o le botteghe interessate nella produzione di queste opere mostrano una perizia tecnica esemplare per l’epoca: i decori e il repertorio morfologico, spesso assai complesso, non sono di uso comune, ma in linea con un mercato che richiedeva sempre di più opere di qualità medio-alta.