MAIOLICHE E PORCELLANE DAL XV AL XVIII SECOLO

Firenze, 
mer 18 Aprile 2018
Asta Live 247
Offerta Libera
45

COPPA, URBINO O DUCATO, 1540-1550

€ 20.000 / 30.000
Stima
Offerta Libera
Valuta un'opera simile

COPPA, URBINO O DUCATO, 1540-1550

in maiolica decorata in blu di cobalto, verde ramina, bruno di manganese, giallo antimonio nei toni del giallo e dell’arancio. Sul retro cartiglio con le lettere “.S. .S.” tracciate in caratteri capitali. Alt. cm 6,4, diam. cm 26,8, diam. piede cm 12.

 

Bibliografia di confronto

B. Rackham, Victoria and Albert Museum. Catalogue of Italian Maiolica, Londra 1977 (ripubblicato con le aggiunte di J.V.G. Mallet), p. 274 n. 823, pl. 130;

F. Grimaldi, D. Bernini, Le caramiche da farmacia della Santa casa di Loreto, Roma 1979, tav. XVI;

C. Ravanelli Guidotti, Ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, Bologna 1985, pp. 157-163 nn. 118-121;

C. Leprince, in AA.VV., French Faïence. The Sidney R. Knafel Collection, Suffolk 2016, p. 103 n. 39

 

La coppa ha profondo cavetto e tesa appena rialzata con orlo arrotondato, poggia su alta base dal profilo rotondo con bordo appena estroflesso, entro il quale tra due cerchi paralleli compare un cartiglio con scritte in carattere capitale le lettere “.S. .S.”. Il fronte mostra un episodio molto celebre, ma poco raffigurato in maiolica: l’episodio di Susanna e i vecchioni, tema iconografico ispirato direttamente al cap. 13 del Libro di Daniele. La scena è compresa in una quinta architettonica costituita dal grande palazzo nel cui giardino Susanna era solita fare il bagno, la vasca protetta su più lati anche da una siepe; tuttavia la giovane venne molestata da due giudici anziani, al momento ospiti del marito, che al suo rifiuto l'accusarono di adulterio davanti a due servi accorsi: solamente l'intervento del profeta Daniele la fece scagionare. L’intervento di Daniele, che poi interroga personalmente i due calunniatori e ne fa emergere l'inganno, costituisce anche l'inizio del suo percorso pubblico di profeta. La reputazione di Susanna fu restituita all'onore, e la fama di Daniele crebbe fra il popolo.

La capacità prospettica dell’autore è notevole, i personaggi sono proporzionati e dipinti con grande cura, vasto l’uso delle lumeggiature di bianco di stagno sulle figure, ma anche sugli altri elementi. L’attribuzione resta incerta, e se da un lato si notano molti elementi di somiglianza con la produzione di pittori urbinati o pesaresi attivi a Venezia, dall’altro certe caratteristiche pittoriche restano ancora vicine ad opere urbinati, quali il servizio per la famiglia Carafa di Napoli, di cui alcuni esemplari sono conservati al Museo Civico di Bologna, realizzato ad opera della bottega Fontana attorno al 1560-1570. Il confronto con un‘opera con scena biblica di Lione, già attribuita a Nevers, e databile attorno al 1620, proveniente dalla collezione Damiron e recentemente pubblicata da Camile Leprince, trova una buona corrispondenza soprattutto nella resa delle architetture, sebbene lo stile pittorico dei personaggi risulti più corrivo di quello dell’opera in studio; tale piatto rimane comunque discusso, per Timothy Wilson si potrebbe ipotizzare un’origine italiana urbinate attorno al 1550. Più vicino stilisticamente al nostro piatto sembra invece quello del Victoria and Albert Museum (Inv. C.485-1921) datato agli anni ’40 del cinquecento.

Per la figura di Susanna possiamo fare riferimento a un’incisione della Bibbia di Francoforte del 1537 illustrata da Beham, in particolare alla tavola che raffigura "Betsabea al bagno", dalla quale è stata tratta una versione in maiolica molto vicina alla nostra dipinta in una delle idrie della farmacia della Sacra Casa di Loreto.