DIPINTI DEL SECOLO XIX

14 NOVEMBRE 2017

DIPINTI DEL SECOLO XIX

Asta, 0225
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 18.00
Esposizione

FIRENZE
10-13 Novembre 2017
orario 10-13 / 14–19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it

 
 
 
Stima   600 € - 50000 €

Tutte le categorie

31 - 60  di 62
114

Giuseppe Abbati

(Napoli 1836 - Firenze 1868)

LUNGO L'ARNO

olio su tela, cm 31x77

firmato in basso a sinistra

retro: cartiglio e timbri della Bottega d'Arte di Montecatini Terme - Livorno, iscritto "Dono all'amico Dott. B. Bellani" e "G. Abbati / Lungo l'Arno"

 

Provenienza

Collezione Mario Borgiotti, Firenze

Collezione Emilio Gagliardini, Como

Bottega d’Arte, Montecatini Terme – Livorno

Collezione privata

 

Bibliografia

Catalogo Bolaffi della Pittura Italiana dell'Ottocento. 3, Torino 1970, p. 2

Catalogo Bolaffi della Pittura Italiana dell'Ottocento. 6, Torino 1976, p. 2

P. Dini, Giuseppe Abbati. L’opera completa, Torino 1987

 

"Altra sorgente d'intensa emozione poetica sono per Giuseppe Abbati le rive dell'Arno, in località Bellariva. Sin dal primo costituirsi della cosiddetta "scuola di Piagentina", Abbati prese parte alle esperienze che Lega, Signorini, Borrani, Sernesi conducevano in quella zona, allora semiurbana di Firenze, corrispondente oggi a un tratto del lungarno Colombo e dunque pressoché irriconoscibile, se non fosse per la mole quattrocentesca della Casaccia, più volte danneggiata dalle piene dell' Arno e quindi ricostruita [...]. "Quanto furono piene di passione, di entusiasmo, di attività febbrile, quelle belle giornate passate (...) in quel piccolo e studioso cenacolo di amici (...) E quali deliziose giornate furono quelle passate dipingendo lungo le arginature dell'Affrico, o fra i pioppi sulle rive dell'Arno..." ricordava molti anni più tardi Signorini. Di questa consentimentalità è prova il piccolo dipinto di Telemaco Signorini di analogo soggetto, realizzato con quella particolare morbidezza, con quella fusione di toni che ci pare peculiare anche del nucleo di opere di mano di Abbati, cui appartiene "L'Arno alla Casaccia".

(Giuseppe Abbati, 1836-1868, catalogo della mostra (14 luglio - 14 ottobre 2001) a cura di F. Dini e C. Sisi, Torino 2001, pp. 30-31)

 

Il dipinto che qui presentiamo si colloca stilisticamente e cronologicamente in questo momento di produzione dell'artista napoletano. Si confronti ad esempio con opere quali L'Arno alla Casaccia (olio su tela, cm 27x38, in Giuseppe Abbati, 1836-1868..., n. 18) per il profilo delle colline fiorentine che appaiono sullo sfondo del dipinto, e L'Arno alla Casaccia conservato alla Pinacoteca Provinciale di Bari, dove le argentee trasparenze sembrano rarefarsi al sole del mattino.

Stima   € 18.000 / 25.000
Aggiudicazione  Registrazione
129

Sirio Tofanari

(Firenze 1886 - Firenze 1969)

MACACO

bronzo, alt. cm 31, su base in marmo, alt. cm 5

firmata e datata "1914", firma della Fonderia G. Vignali di Firenze

 

Provenienza

Collezione privata

 

Autodidatta, Sirio Tofanari si dedica specialmente alla scultura di animali. Attivo anche a Parigi e a Londra, dove studia nel giardino zoologico e nel Museo di Storia Naturale a South Kensington. Espone alla Promotrice di Belle Arti di Torino dal 1908 e nello stesso anno a Faenza, dove riscuote un notevole consenso. Nel 1909, alla Mostra di Venezia, una sua opera viene acquistata per la Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Nel 1911 espone a Barcellona, vincendo una medaglia d’oro e vendendo un’opera al museo della città, e nel 1915 a San Francisco. Alla Fiorentina Primaverile del 1922 presenta otto bronzi e una traduzione in argento di soggetto animale, mentre a Venezia nel 1934 propone Somarello e Gazzella. Alcune sue opere sono conservate nelle gallerie d’Arte Moderna di Firenze (Carezza, 1909, e Gufo), di Milano e in quella Nazionale di Roma (Antilope morente, 1935).

 

(A. Panzetta, Scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Torino 1994, vol. I, p. 266)

 

 

Tofanari a deux qualités qui lui sont propres: l’observation du caractère, des formes, du plumage et du pelage des animaux et un travail délicat et patient, un vrai travail d’orfèvre, moulant la cire qu’il livrera au fondeur et ciselant et patinant le bronze. Son Babouin, son Perroquet, son Lapin, son Chien sont incomparables.

 

Ugo Ojetti

Corriere della Sera, aprile 1925

(da Sirio Tofanari. Sculptures d’animaux, Florence 1928, p. 12)

 

Stima 
 € 6.000 / 9.000
Aggiudicazione  Registrazione
31 - 60  di 62