DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

11 OTTOBRE 2017
Asta, 0220
113

Leopoldo Costoli

Stima
€ 6.000 / 9.000

Leopoldo Costoli

(Firenze 1850 - 1908)

BUSTI DI GENTILUOMO E DI GENTILDONNA

marmo, alt. cm 65, su base in marmo, alt. cm 15

firmati e iscritti "Firenze"

(2)

 

Figlio d'arte, il padre Aristodemo Costoli fu scultore tra i più apprezzati nella Toscana Neoclassica assieme a Lorenzo Bartolini e al Pampaloni, Leopoldo ebbe gli insegnamenti di scultura del padre col quale collaborò a lungo, ereditandone alla morte lo studio con statue, modelli e bozzetti. Rispetto al purismo del padre, Leopoldo Costoli andò man mano sviluppando una più marcata adesione ad un sincero, anche se aristocratico, realismo in linea con le coeve novità pittoriche. Dimostra già questa attitudine la statua del conte Galli Tassi che scolpì quando aveva appena ventitre anni per L'Arcispedale di Santa Maria Nuova come poi il monumento all'orafo Bernardo Cennini nella chiesa di San Lorenzo, la statua di Galileo Galilei al museo della Specola e quella di Niccolò Tommaseo a Settignano. La sua straordinaria abilità a trattare il marmo ottenendone risultati di alto virtuosismo gli valse grande considerazione sia nell’ambiente artistico che in quello della committenza, nonostante il carattere "scontroso" sempre dimostrato dallo scultore, e la commessa delle statue Gioacchino Rossini e di Michelangelo Buonarroti per le storie degli uomini illustri.

I due busti qui presentati, e dei quali per ora sono sconosciuti i dati anagrafici, provengono dalla collezione di Augusta Costoli, ultima discendente della famiglia e figlia dello sculture. In essi risulta pienamente evidente quella abilità nel trattare il marmo che tanto esaltò la critica contemporanea, basti osservare come, nel Ritratto Femminile le vesti e i fiocchi restituiscono l'effetto della seta differenziandosi da quello dell’epidermide, la straordinaria verosimiglianza della rifinitura ad uncinetto dell'abito che in alcuni punti si "solleva" e si storce per effetto dei movimenti; quanto invece nel Ritratto Maschile sorprenda la stoffa ruvidamente reale del panno della giacca, quasi un antico Casentino, o la resa mozzafiato della capigliatura e dei baffi che ricorda assai da vicino esemplari del Seicento come ad esempio il Ritratto di Michelangelo Buonarroti il giovane di Giuliano Finelli nel museo di Casa Buonarroti, opera che certo il nostro scultore dovette aver attentamente mediato.