DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

11 OTTOBRE 2017
Asta, 0220
24

Da Andrea Guardi

Stima
€ 8.000 / 12.000

Da Andrea Guardi

(Firenze, 1405 circa - Pisa, 1476)

MADONNA COL BAMBINO (DEL TIPO DETTOMADONNA DELL’ACCOGLIENZA”)

bassorilievo in marmo, cm 50x36x5,5

 

Bibliografia di riferimento

A. Jolly, Madonnas by Donatello and his circle, Frankfurt am Main 1998, pp. 147-153 n. 44;

G. Donati, Andrea Guardi. Uno scultore di costa nell’Italia del Quattrocento, Pisa 2015

 

 

L’inedito rilievo testimonia un’originale interpretazione, sfuggita alla critica, di un celebre, fortunato modello compositivo donatelliano conosciuto attraverso varie redazioni in bronzo, stucco, terracotta e marmo, denominato Madonna “sotto un arco” per il singolare inquadramento architettonico in scorcio prospettico che caratterizza le versioni più antiche - in altre, come qui, trasformato in una nicchia  -, o più propriamente “Madonna dell’accoglienza” per il gesto benevolo della Vergine rivolto ai fedeli, simile a quello adottato nella statua di Santa Giustina realizzata da Donatello verso il 1450 per l’Altare del Santo nella basilica di Sant’Antonio a Padova (F. Negri Arnoldi, Bellano e Bertoldo nella bottega di Donatello, in “Prospettiva”, 33-36, 1983-84, pp. 93-101; A. Luchs, in Donatello e i Suoi. Scultura fiorentina del primo Rinascimento, catalogo della mostra, Firenze, Forte di Belvedere, a cura di A.P. Darr e G. Bonsanti, Milano - Firenze 1986, pp. 166-167, n. 51; Jolly, op. cit.).

L’esemplare più noto e raffinato di questa tipologia, che si ritiene elaborata da Donatello intorno al 1430, è la placchetta in bronzo dorato della National Gallery of Art di Washington, talora considerata autografa o più spesso di un allievo impegnato nella bottega padovana (chiamando in causa anche Bertoldo), della quale esistono numerose repliche in bronzo (Berlino, Bode-Museum; Londra, Wallace Collection; etc.) e calchi in terracotta (Berlino, Bode-Museum; Parigi, Musée du Louvre) o stucco dipinto (Londra, Victoria and Albert Museum; Budapest, Museums der Bildenden Künste; etc.), che attestano l’ampia diffusione del modello, così come un disegno riferito alla cerchia di Pisanello (Chantilly, Musée Condé) e, con qualche variante, un dipinto attribuito a Giorgio Schiavone (già Roma, Christie’s, 1973). Inoltre se ne conoscono alcune più libere versioni marmoree eseguite da scultori diversi della cerchia donatelliana, in Santa Maria delle Nevi a Sinalunga, in Santa Maria Assunta di Orbignano presso Lamporecchio (Pistoia) - immagini tuttora oggetto di una viva devozione -, nel Museo Cristiano in Vaticano e nel Camposanto di Pisa (ora esposta nel Museo Nazionale di San Matteo), entrambe col Bambino riproposto in controparte. Rilievi ai quali possiamo aggiungere il monumentale tabernacolo della Rocca di Brancaleone a Ravenna, finora trascurato dalla pur vasta letteratura sull’argomento, forse scolpito, come suggerisce un’iscrizione, dal veneziano Marino di Marco Cedrini verso il 1460.

Il marmo pisano è ormai da tempo concordemente riferito ad Andrea Guardi (Andrea di Francesco di Guardi da Firenze), scultore formatosi nella bottega di Donatello collaborando verso il 1428 al sepolcro Brancaccio scolpito a Pisa per la chiesa napoletana di Sant’Angelo a Nilo - dove forse intervenne nella Madonna col Bambino, caratterizzata proprio dal medesimo gesto di “accoglienza” -, ed in seguito attivo con successo lungo la costa tirrenica, a Napoli, Noto, Pisa, Carrara, Genova, Piombino (Donati, op. cit.). E allo stesso Guardi, che adottò spunti della Madonna dell’accoglienza donatelliana anche nella lunetta della porta di San Ranieri nella Cattedrale di Pisa, sono dunque agevolmente riconducibili sia la Madonna di Orbignano, già attribuita in modo dubitativo al Bellano, sia l’immagine in esame: opere accumunate dalla fisonomia robusta della Vergine, dai tratti pingui del Bambino, dalla gestualità un po’ impacciata delle figure, dalla stretta nicchia che le accoglie, dai fogliami d’impronta gotica inseriti nei pennacchi dell’arco, dalle aureole scanalate e da molti altri stilemi ricorrenti nei rilievi mariani di questo maestro, come, ad esempio, la Madonna in adorazione del Bambino del Bode-Museum di Berlino.

Del resto il rilievo che qui si presenta replica un marmo di analoghe dimensioni (cm 50 x 34 ca.) transitato anch’esso sul mercato antiquario come opera del Guardi (Monroe, Fairfield Auction, 16 novembre 2014, lotto 223), assai di recente e pertanto non ancora recepito dalla bibliografia sullo scultore, rispetto al quale rivela qualche variante plastica - nel volto della Vergine, nella nicchia o nel panno intorno ai fianchi del Bambino - che fa pensare ad un’esecuzione seriore, forse ad opera di un collaboratore della prolifica bottega pisana del maestro.

 

G.G.