Reperti Archeologici

22 GIUGNO 2016
Asta, 0180
66

UNA COLLEZIONE MAREMMANA

Stima
€ 4.000 / 6.000
Aggiudicazione  Registrazione

UNA COLLEZIONE MAREMMANA

La piccola collezione, formata da ventitre reperti, proviene con grandissima probabilità dalla necropoli di San Cerbone, presso Populonia ed è stato ipotizzato che il materiale sia stato rinvenuto prima dell’inizio degli scavi regolari nel 1906 da parte di Isidoro Falchi, probabilmente da due differenti sepolture, una delle quali verosimilmente femminile, databili fra la fine del IV secolo avanti Cristo e la metà di quello successivo. Alcuni reperti, assai più antichi, come l’anforetta d’impasto, l’armilla e la fibula in bronzo provengono invece da rinvenimenti sporadici, non associabili ad una sepoltura precisa.

L’interesse di questa piccola collezione, oltre che nel perfetto stato di conservazione dei reperti, risiede proprio nella certezza del luogo di ritrovamento, cosa assai rara nelle collezioni in vendita sul mercato italiano e straniero (23)

 

Lotto dichiarato di eccezionale interesse archeologico con D.C.P.R. 23-12-2015 n. 216

 

 

Sepoltura femminile fine IV secolo a. C.

COPPIA DI OINOCHOAI CON BECCO A CARTOCCIO

Forma Morel 5722 e 5724 b.

Materia e tecnica: argilla camoscio; vernice nera opaca, suddipinture in bianco e arancio, modellate a tornio veloce

Bocca a cartoccio; alto collo cilindroide; spalla arrotondata; corpo ovoide rastremato verso il basso; piede ad anello; ansa a nastro, impostata verticalmente sulla bocca e sulla spalla

Decorazione: sul collo doppia fila di petali che delimitano una linea sottile chiusa davanti da un fiocco; sulla spalla meandro ad onda destrorso e ramo di alloro

Produzione: ceramica etrusco meridionale

Stato di conservazione: integre

Dimensioni: alt. cm. 25,5 e cm 26,2

Datazione: fine IV sec. a. C.

Cfr.: J. P. Morel Ceramique campanienne. Les formes. Roma 1981

 

COPPIA DI SKYPHOI SUDDIPINTI

Forma Morel 4373

Materia e tecnica: ceramica figulina rosata; vernice nera, suddipinture in bianco; modellati a tornio veloce

Orlo arrotondato appena estroflesso; vasca troncoconica; piede ad anello; anse a bastoncello impostate obliquamente sotto l’orlo

Decorazione: su entrambi i lati palmetta aperta stilizzata a dodici petali, inquadrata da tratti obliqui; parte inferiore risparmiata con banda in bruno, esterno del piede verniciato, interno risparmiato.

Produzione: ceramica etrusca meridionale, Gruppo Ferrara T 585

Stato di conservazione: integralmente ricomposti da frammenti

Dimensioni: alt. cm 15; diam. bocca cm. 13

Datazione: fine IV, inizi III sec. a. C.

Cfr.: J. P. Morel Ceramique campanienne. Les formes, Roma 1981

 

All’interno di uno si conserva ancora un uovo, testimonianza delle offerte funebri per il defunto

 

OINOCHOE A FIGURE ROSSE ETRUSCA

Beazley, forma VII

Materia e tecnica: argilla figulina rosata, vernice bruna, suddipinture in bianco avorio, modellata a tornio veloce

Collo troncoconico distinto dalla spalla da un collarino in rilievo; corpo ovoide allungato inferiormente, fondo piatto, ansa a nastro impostata verticalmente dall’orlo alla spalla

Decorazione: sul ventre, fra due linee risparmiate, due teste femminili di profilo, dipinte con particolare accuratezza, affrontate con sakkos ricamato a puntini; fra i due volti una rosetta ed una sorta di corona; sotto l’ansa una grande palmetta. Il resto del vaso, l’interno della bocca e l’ansa sono interamente verniciati, la parte inferiore del piede risparmiata

Produzione: Gruppo Torcop, Pittore di Populonia

Stato di conservazione: priva della bocca e di parte del collo

Dimensioni: alt. cm 15,5

Datazione: fine IV sec. a.C.

Cfr.: J.D. Beazley, EtruscanVase-Painting, Oxford 1947; M.A. Del Chiaro, Etruscan Red-Figured Vase-Painting at Caere, Berkeley-Los Angeles-London 1974

 

Questa oinochoe costituisce un ottimo esempio della pittura di genere che viene affrontata dalle botteghe ceretane nell’ultimo quarto del IV sec. a.C., e si contrappone all’altro gruppo di oinochoai caratterizzate da scene complesse nella fascia figurata. Si tratta di una produzione che fu riunita dal Beazley nel cosiddetto Torcop-Group (dalle iniziali di Toronto e Copenaghen, nei cui Musei sono conservati alcuni esemplari), entro la quale è stato possibile distinguere differenti pittori

 

DUE OINOCHOAI APULE A FIGURE ROSSE

Materia e tecnica: argilla nocciola, vernice nera lucente, modellate al tornio veloce

Bocca trilobata pronunciata da due piccole apicature, con labbro estroflesso e orlo a margine assottigliato; basso collo a profilo concavo; spalla a raccordo fluido col corpo di forma ovoide; piede ad anello; ansa verticale a nastro impostata sull’orlo e sulla spalla.

Decorazione: ampia metopa frontale, centrata in una da grande testa di profilo di giovane donna volta a destra, con capelli ricci inquadrata da volute fitomorfe stilizzate, nell’altra un erote androgino e nudo gradiente a sinistra con uno specchio ed un grappolo d’uva nelle mani; la scena è delimitata in alto da un kyma ionico ed ai lati da due alberelli stilizzati

Produzione: ceramica apula a figure rosse

Stato di conservazione: integre

Dimensioni: alt. cm 17 e cm 11,5

Datazione: metà IV sec. a. C.

Completano il corredo un guttus a vernice nera con serbatoio lenticolare, presa ad anello e bocchello obliquo, decorato sul serbatoio con il volto di Helios radiato e con folta capigliatura riccioluta, integro ed un balsamario lekythoide in argilla depurata beige, decorato a fasce in bruno e paonazzo

 

Sepoltura metà III secolo a. C.

A questa seconda sepoltura sono ascrivibili una serie di oggetti a vernice nera di produzione volterrana come i due kantharoi ad anse annodate, un piatto da pesce, un piattello, una patera ed un’olpe destinate alle libagioni per il defunto; inoltre una bella situla in impasto con ansa mobile, esatta replica di un esemplare bronzeo ed un’olletta d’impasto, un piattello di Genucilia decorato con meandro ad onda e campito da stella a quattro raggi

 

Materiali sporadici: una bella anforetta d’impasto del VII sec. a. C. integra; un’armilla ed un arco di fibula a sanguisuga, databili al VII-VI sec. a. C., un coperchio dipinto frammentario del IV sec. a. C. ed infine una piccola chiave romana in bronzo.