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Abraham Janssens (attr.)

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Trattativa privata

Abraham Janssens (attr.)

(Anversa, 1573/1574 circa – Amsterdam, 1632)

ALLEGORIA DELLE STAGIONI
olio su tavola, cm 117x127

 

 

I quattro personaggi raffigurati rappresentano da sinistra verso destra le personificazioni di Primavera, Estate, Autunno e Inverno. La primavera, colta nel gesto di offrire un fiore allo spettatore, è raffigurata con un seno scoperto, come Flora, la dea romana della fioritura, con una corona di fiori che le cinge la testa. L’estate ha le fattezze di Cerere, divinità della terra e della fertilità che dona i suoi frutti, cinta da una corona di spighe e fiori mentre con una mano abbraccia la Primavera e con l’altra sorregge una rigogliosa cesta di fiori. L’autunno è rappresentato come il dio della vendemmia e del piacere Bacco, coronato da dei tralci di edera e grappoli d’uva che tiene in mano una coppa di vino. L’inverno si mostra come un vecchio infreddolito coperto da abiti caldi mentre tenta di scaldarsi le mani su dei carboni ardenti. Le quattro figure, due donne e due uomini, tutte vicine tra loro, sono il simbolo della vita perenne che muore e rinasce. Questa tipo di iconografia, con le quattro stagioni unite insieme disposte orizzontalmente, è stata più volte eseguita nel corso del diciassettesimo secolo da vari artisti. Tra questi possiamo citare il dipinto di Bartolomeo Manfredi eseguito intorno al 1610 e conservato al Dayton Art Institute (Ohio, Stati Uniti), quello di Mattia Preti “Allegoria delle quattro stagioni e delle quattro età dell’uomo” conservato al Museo di Capodimonte o l’esemplare di Rutilio Manetti eseguito tra il 1618 e il 1621 in collezione privata Milano.