DIPINTI DAL XVI AL XX SECOLO

17 NOVEMBRE 2015

DIPINTI DAL XVI AL XX SECOLO

Asta, 0166
FIRENZE
Palazzo Ramirez- Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 10
Dipinti dal XVI al XVIII Secolo
Lotto 1-73
Dipinti dal XIX al XX Secolo
Lotto 81-154

 
Esposizione
FIRENZE
13-16 Novembre 2015
orario 10 – 13 / 14 – 19 
Palazzo Ramirez-Montalvo 
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   800 € - 30000 €

Tutte le categorie

1 - 30  di 147
154

Virgilio Ripari

(Asola, Mantova 1843 - Milano 1902)

LA WALLY

olio su tela, cm 105x61

sul retro: etichetta "Mostra delle Opere di Tranquillo Cremona e dell'arte lombarda del suo tempo"

 

Provenienza

Raccolta Carlo Sacchi, Milano

Collezione privata

 

Esposizioni

Mostra delle Opere di Tranquillo Cremona e dell'arte lombarda del suo tempo, Pavia, Castello Visconteo, aprile-giugno 1938, n. 253

 

Bibliografia

La Raccolta Carlo Sacchi. I pittori italiani dell'Ottocento nella Collezione Sacchi, catalogo dell'asta della Galleria Pesaro, Milano 1927, tav. XXXIV

Tranquillo Cremona e gli artisti lombardi del suo tempo, catalogo della mostra (Pavia, Castello Visconteo, aprile-giugno 1938), Milano 1938, p. 10 n. 253, p. 57

 

Un giovane innamorato abbraccia e guarda con ardore una graziosa fanciulla, che appare al contrario tutta concentrata nella lettura di uno spartito musicale. Si tratta della Wally, opera lirica di Alfredo Catalani, che si svolge nell'alto Tirolo e narra la tragica storia di Wally, innamorata del cacciatore Giuseppe Hagenbach ma destinata a un drammatico destino. L'opera, considerata come il miglior lavoro del musicista lucchese, venne composta dal 1889 al 1891 e andò in scena la prima volta il 20 gennaio 1892 alla Scala di Milano.

Evidente appare nel dipinto la grande influenza che la pittura morbida e evanescente di Tranquillo Cremona ebbe sul poco più giovane Virgilio Ripari, artista originario della provincia di Mantova, trasferitosi a Milano per studiare presso l'Accademia di Brera. Allo stesso Cremona rimanda anche il soggetto del dipinto: il pittore era infatti in amicizia col compositore Alfredo Catalani, che aveva ritratto, insieme a Lisetta Cagnola, nel celebre capolavoro L'edera. I due protagonisti sembrano ricomparire in un dipinto di Ripari, Conversazione (si veda a tale proposito A.P. Quinsac, I "cremoniani" e le nuove leve, in Scapigliatura, catalogo della mostra di Milano, 26 giugno – 22 novembre 2009, a cura di A.P. Quinsac, Venezia 2009, p. 162, n. 139). La somiglianza tra il musicista e il giovane dell'opera che qui presentiamo ci autorizza a ipotizzare che in questo vada riconosciuto il ritratto di Alfredo Catalani, abbracciato a una giovane amata intenta a leggere la sua ultima creazione.

Stima   € 25.000 / 35.000
Aggiudicazione  Registrazione
136

Giovanni Fattori

(Livorno 1825 - 1908)

CONGIURA DI PATRIOTTI TOSCANI

olio su tavoletta, cm 12,5x10

firmato in basso a destra

sul retro: firmato e dedicato: "All'amico carissimo Jacopo Cavallucci, il suo vecchio amico Gio Fattori", timbro "Mostra Fattoriana / Firenze 1925", etichetta con titolo e iscritto "Raccolta Enrico Checcucci", sulla cornice etichetta "Galleria Pesaro"

 

Provenienza

Collezione Enrico Checcucci

Galleria Pesaro, Milano

Collezione privata

 

Esposizione

Mostra del centenario della nascita, Firenze 1925

 

Bibliografia

G. Malesci, Giovanni Fattori, Novara 1961, p. 27, n. 7, p. 343

B. Della Chiesa, L'opera completa di Fattori, Milano 1970, p. 87 n. 6

 

"In Toscana i francesi rimangono fino al giugno 1860, ed è tra il 1859 e il 1860 che Giovanni Fattori si reca sui luoghi degli scontri con gli austriaci, per documentarsi in vista di un grande quadro dedicato ai recenti, drammatici avvenimenti contemporanei.

Tra i provvedimenti del governo provvisorio infatti, è il bando di un concorso (poi noto come Concorso Ricasoli) per la rappresentazione delle più importanti battaglie del Risorgimento: un tema ancora poco praticato dalla pittura di storia, tradizionalmente volta a ricordare, seppure spesso in modo allusivo, storie e personaggi del passato. La ricerca pittorica di Fattori, che pur non arruolandosi come volontario, come avevano fatto colleghi artisti e amici, aderiva al clima patriottico che animava la Firenze di metà secolo, risultava invece perfettamente in linea con le direttive del concorso: la pratica del disegno e della pittura dal vero, che Fattori condivide proprio a partire da questa data con i colleghi macchiaioli, l’indagine sulla resa sintetica, immediata, di spazio, forme e colori, non poteva infatti essere scissa per il pittore livornese dall'osservazione del dato reale, e in un frangente tanto drammatico dall'interesse per gli eventi politici e civili della contemporaneità. Ricorderà infatti l'artista, ormai anziano, in un frammento autobiografico del 1901: "Il '59 e il '66 mi entusiasmai per la redenzione d'Italia che suscitò in me i migliori sentimenti innamorandomi dei fatti d'arme. Studiai la vita militare e illustrai i principali fatti d'arme (...). I francesi passando per la Toscana mi dettero agio di studiarli minutamente da vicino".

Comincia così a divenire preponderante per Fattori – e per gran parte della storia della pittura italiana – l'interesse per la rappresentazione di fatti avvertiti da subito come epocali per la storia della nazione e del popolo italiano; ed è da un punto di vista "popolare", vale a dire umanissimo e antiretorico, che Fattori imposterà i suoi dipinti storici, privilegiando visuali apparentemente secondarie e marginali".

 

(1861, I pittori del Risorgimento, catalogo della mostra (Roma, 6 ottobre 2010 - 16 gennaio 2011) a cura di F. Mazzocca e C. Sisi, Milano 2010, p. 118)

 

Stima   € 13.000 / 18.000
1 - 30  di 147