Arredi, Dipinti, Ceramiche, Argenti e oggetti d'Arte provenienti da Gamba Ghiselli

393

Lotto di volumi di storia, letteratura, geografia e viaggi, voll. 100

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392

Lotto di volumi di letteratura e storia, alcuni con belle legature, voll. 105

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391

Giorgio Vasari, Le Vite dei piÃ¹ eccellenti pittori, scultori, ed architettori, Firenze, 1906, voll. 9; A Cura di Paolo DAncona, La vita Benvenuto Cellini, Milano, vol. 1; Bernard Berenson, Lotto, Milano, 1955, con dedica dellautore; Disegni di maestri fiorentini del rinascimento in Firenze, Firenze, 1954, con dedica dellautore; Estetica, Etica e Storia delle Arti della rappresentazione visiva, Firenze, 1948, con dedica dellautore; Piero della Francesca, Firenze, 1950, con dedica dellautore; Italian Pictures of the Renessance, Londra, 1957, voll.2 ; Pagine di un diario, Milano, 1958, con dedica dellautore; Ugo Ojetti, I Taccuini 1914 1943, Bologna 1954, Raffaello, Milano, 1921; Mio figlio ferroviere, Milano, 1922; Bello e brutto, Milano, 1930; Cose Viste, Milano, 1924, tomo II- III- V VI, voll. 4; In Italia larte ha da essere italiana, Milano, 1924, (26)

Giorgio Vasari, Le Vite dei piÃ¹ eccellenti pittori, scultori, ed architettori, Firenze, 1906, voll. 9; A Cura di Paolo DAncona, La vita Benvenuto Cellini, Milano, vol. 1; Bernard Berenson, Lotto, Milano, 1955, con dedica dellautore; Disegni di maestri fiorentini del rinascimento in Firenze, Firenze, 1954, con dedica dellautore; Estetica, Etica e Storia delle Arti della rappresentazione visiva, Firenze, 1948, con dedica dellautore; Piero della Francesca, Firenze, 1950, con dedica dellautore; Italian Pictures of the Renessance, Londra, 1957, voll.2 ; Pagine di un diario, Milano, 1958, con dedica dellautore; Ugo Ojetti, I Taccuini 1914 1943, Bologna 1954, Raffaello, Milano, 1921; Mio figlio ferroviere, Milano, 1922; Bello e brutto, Milano, 1930; Cose Viste, Milano, 1924, tomo II- III- V VI, voll. 4; In Italia larte ha da essere italiana, Milano, 1924, (26)

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390

Lotto di vari volumi di Storia italiana, e francese, voll. 110

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389

Lotto di album di fotografie di fotografie di ritratti di nobili personaggi del secolo XIX (16)

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388

Lotto di volumi di storia e letteratura, alcune belle legature in mezza pelle e oro, voll. 170

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Enciclopedia Italiana di Scienze, lettere ed arti, fondata da Giovanni Treccani, Roma,1935, con appendici e aggiornamenti, voll 36 e 5 appendici (41) e un lotto di volumi di letteratura moderna ed argomenti vari (una quantitÃ

Enciclopedia Italiana di Scienze, lettere ed arti, fondata da Giovanni Treccani, Roma,1935, con appendici e aggiornamenti, voll 36 e 5 appendici (41) e un lotto di volumi di letteratura moderna ed argomenti vari (una quantitÃ

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386

Aebrehm, La vita degli animali e dei mammiferi, Torino-Napoli,1871, 6 voll; American Ornithology, Londra 1828, 3 voll, Iconografia della fauna italica, mammiferi e ucelli e pesci, tomo I III, Roma 1832 1841, 2 voll; J. Henry Fabre, Ricordi entnoligici, Milano, 1914, vol.1; Eugenio Niccolini, Giornate di Caccia, Firenze,1906, vol. 1 (13)

Aebrehm, La vita degli animali e dei mammiferi, Torino-Napoli,1871, 6 voll; American Ornithology, Londra 1828, 3 voll, Iconografia della fauna italica, mammiferi e ucelli e pesci, tomo I III, Roma 1832 1841, 2 voll; J. Henry Fabre, Ricordi entnoligici, Milano, 1914, vol.1; Eugenio Niccolini, Giornate di Caccia, Firenze,1906, vol. 1 (13)

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385

Lotto di volumi sulla storia dellarte e cataloghi di vendita, voll. 100

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384

Gallerie e musei minori di Firenze, volumi pubblicati dalla Cassa di Risparmio di Firenze, 13 voll; Firenze, Storia Arte e Monumenti, 15 voll; Galluzzi, Storia del Granducato di Toscana, 10 tomi, Firenze, 1822, 9 voll. (37)

Gallerie e musei minori di Firenze, volumi pubblicati dalla Cassa di Risparmio di Firenze, 13 voll; Firenze, Storia Arte e Monumenti, 15 voll; Galluzzi, Storia del Granducato di Toscana, 10 tomi, Firenze, 1822, 9 voll. (37)

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383

Illustrazione Italiana, dal 1914 al 1918, voll. 14; e volumi di argomenti vari, molte tavole illustrate, 13 voll. (27)

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382

Edizioni Aldine: a) TIBULLUS PROPERTIUS Venezia 1502; b) HISTORIAE ROMANE AD M. VINICIUM CO. 2 libri, vol.1 Venezia 1571; c) DE DISCORSI DEL REVERENDO FRANCESCO PATRITIJ SANESE VESCOVO GAIETTANO 9 libri, vol.1 Venezia 1545; d) ACTII SYNCERI SANNAZZARII DE PARTU VIRGINIS LAMENTATIO DE MORTE CHRISTI PISCATORIA PETRI BEMBI BENACUS AUGUSTINI BEATIANI VERONA 5 libri, vol. 1, Venezia 1528 e) Demostene CINQUE ORAZIONI Ed una di Eschine, tradotte di lingua greca in italiana, secondo la veritÃ de sentimenti Venezia 1557 (5)

Edizioni Aldine: a) TIBULLUS PROPERTIUS Venezia 1502; b) HISTORIAE ROMANE AD M. VINICIUM CO. 2 libri, vol.1 Venezia 1571; c) DE DISCORSI DEL REVERENDO FRANCESCO PATRITIJ SANESE VESCOVO GAIETTANO 9 libri, vol.1 Venezia 1545; d) ACTII SYNCERI SANNAZZARII DE PARTU VIRGINIS LAMENTATIO DE MORTE CHRISTI PISCATORIA PETRI BEMBI BENACUS AUGUSTINI BEATIANI VERONA 5 libri, vol. 1, Venezia 1528 e) Demostene CINQUE ORAZIONI Ed una di Eschine, tradotte di lingua greca in italiana, secondo la veritÃ de sentimenti Venezia 1557 (5)

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381

Fotografia acquerellata, sec. XIX, raffigurante ritratto di gentiluomo seduto, cm 18,5x15

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380

Coppia di librerie, Italia centrale, prima metÃ sec. XVIII, in noce e radica di noce, piano sagomato con becco di civetta, fianchi sformellati, tre piani interni, base modanata, piedi a trottola, prive degli sportelli, presentano modifiche e restauri, cm 164x37x127 (2)

Coppia di librerie, Italia centrale, prima metÃ sec. XVIII, in noce e radica di noce, piano sagomato con becco di civetta, fianchi sformellati, tre piani interni, base modanata, piedi a trottola, prive degli sportelli, presentano modifiche e restauri, cm 164x37x127 (2)

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378

Bradford Johnson, secc. XIX XX RITRATTO DI MARIA ELISABETTA AMERIGHI TORRIGIANI RITRATTO DI MARIA LUISA AMERIGHI CINI DI PIANZAN carboncino e matite colorate su carta, cm 59x44 ciascuno (2)

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377

Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 Venezia 1944) VEDUTE DI VENEZIA tre acqueforti, misure varie (3)

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376

a) N. Monti, sec. XIX RITRATTO DI EUFROSINA FABRONI CONTESSA CASELLI disegno a matita, cm 10,5x9 firmato sul retro, iscrizione su carta: Eufrosina Fabroni C.ssa Caselli (1828) danni b) Scuola veneta, fine sec. XIX SCORCIO DI VIA CON VIANDANTI disegno a china acquerellata, cm 27,5x19,5 c) altre sette stampe, epoche, soggetti e dimensioni varie (7) (9)

a) N. Monti, sec. XIX RITRATTO DI EUFROSINA FABRONI CONTESSA CASELLI disegno a matita, cm 10,5x9 firmato sul retro, iscrizione su carta: Eufrosina Fabroni C.ssa Caselli (1828) danni b) Scuola veneta, fine sec. XIX SCORCIO DI VIA CON VIANDANTI disegno a china acquerellata, cm 27,5x19,5 c) altre sette stampe, epoche, soggetti e dimensioni varie (7) (9)

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373

Bradford Johnson, secc. XIX-XX RITRATTO DI MARIA LUISA AMERIGHI olio su cartone telato, cm 38x27,5 firmato

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372

Scuola Preraffaellita, inizi sec. XIX CRISTO E UN APOSTOLO olio su tela, cm 100x80 lievi danni

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370

Alberto Zardo (1876 1959) RITRATTO DI ELISABETTA AMERIGHI TORRIGIANI E MARIA LUISA AMERIGHI CINI DI PIANZANO SEDUTE IN UN SALOTTO olio su tavoletta, cm 26,5x37,5 firmato sul retro: firmato titolato e datato Casabianca 1912

Alberto Zardo (1876 1959) RITRATTO DI ELISABETTA AMERIGHI TORRIGIANI E MARIA LUISA AMERIGHI CINI DI PIANZANO SEDUTE IN UN SALOTTO olio su tavoletta, cm 26,5x37,5 firmato sul retro: firmato titolato e datato Casabianca 1912

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369

Michele Gordigiani (Firenze 1835 - 1909) RITRATTO DI GENTILUOMO E GENTILDONNA pastelli ovali su carta, cm 67x51, uno siglato e datato 1875

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367

Scuola francese, inizio sec. XIX RITRATTO DI GENTILUOMO CON GIACCA VERDE olio su tela, cm 32.5x24.5 danni

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365

Corrado Giaquinto (Molfetta 1703 Napoli 1756) BACCANALE olio su tela, cm 50,5x64 lievi restauri Il dipinto Ã¨ corredato da expertise scritta di Stefano Causa, Napoli agosto 2009

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364

Domenico Mancini (attivo a Venezia allinizio del XVI secolo) MADONNA IN TRONO COL BAMBINO, SAN PIETRO E SAN GIOVANNI BATTISTA olio su tavola parchettata, cm 69x103 Provenienza: giÃ collezione Gonzaga, Mantova; dalla fine dellOttocento, Collezione Conte Carlo Gamba, Firenze; successivamente Eredi Cini di Pianzano, Firenze Domenico Mancini fu attivo in area padana allinizio del secondo decennio del XVI secolo, sebbene non si conoscano il luogo e la data di nascita di questo pittore. Il corpus delle opere di questo maestro non Ã¨ ancora unanimemente definito dalla critica, purtuttavia per una sua ricostruzione gli storici dellarte si basano su ununica tavola certa (firmata e datata 1511), la Madonna con un angelo musicante, Lendinara, Rovigo, sagrestia di Santa Sofia. Da tale punto di partenza, negli anni si sono susseguite riconduzioni di altri dipinti alla mano del maestro, fra cui anche il nostro, da sempre opera ritenuta dalla critica la piÃ¹ convincente, assai vicina a quella di Lendinara. Il Conte Carlo Gamba, in un articolo del 1949 dedicato al pittore, presentava il dipinto, giÃ appartenente alla sua collezione, con queste parole: estendere la conoscenza di Domenico Mancini offro la riproduzione di un quadro di mia proprietÃ che Ã¨ stato esposto a Palazzo Strozzi, alla Mostra della Casa Italiana nei secoli nel 1948, e che ritengo opera sua. Lo acquistai a Mantova cinquantasei anni fa, sperando che da un ripulimento sparisse il fondo nero e comparisse un paese, che aiutasse per sua parte a riconoscerne lautore. Gustavo Frizzoni, che lo vide allora, lo ritenne opera di Pellegrino da San Daniele; onde io, quando nebbi possibilitÃ cercai di rendermene persuaso studiando le opere di quel pittore: ma riuscii invece a convincermi che lattribuzione non calzava troppo bene. In una pubblicazione dei primi dellOttocento illustrante la Collezione del Conte Carlo dArco di Mantova, donatami da Carlo Loeser e purtroppo perduta nei varii traslochi di guerra della mia biblioteca agli Uffizi, Ã¨ riprodotta la tavola in questione con il nome di Palma il Vecchio, e come proveniente dalla Galleria Gonzaga. Il pittore vi si manifesta un bellinesco, seguace di Palma il Vecchio con qualche influsso di Giorgione. Quando a Lendinara vidi la Madonna di Domenico Mancini firmata e datata 1511, rimasi subito convinto questi essere senzaltro lautore della mia tavola, convinzione riconfermata allEsposizione di Venezia. La mia Madonna mostra un medesimo modo bellinesco di sfumare le carni argentine, un manto di uno stesso tono di azzurro, trattato con simili pieghe spezzate, ma gonfie e soffici, e con simili giochi di luce specie sulla serica fodera grigia cangiante. Il GesÃ¹ Bambino gira la testa e gli occhi dallo sguardo lucido, quasi febbrile, con espressione simile a quella dellangiolo di Lendinara; il S. Pietro Ã¨ ammantato del medesimo giallo aranciato della sua tunica, e il S. Giovanni ha un drappo di impasto grasso e succoso color smeraldo come quello del suddetto angiolo. Un giorno capitÃ² da me B. Berenson e mentre osservava un altro oggetto vide di sbieco il mio quadro e disse senzaltro: Domenico Mancini. Degna conferma alla mia convinzione Qualche anno piÃ¹ tardi, Bernard Berenson pubblica il dipinto riferendolo al Mancini in un articolo su La revue des Arts (1951), inserendolo successivamente negli elenchi, sempre come Domenico Mancini (1957). Non piÃ¹ visibile agli studiosi e non presente alla mostra di Giorgione nel 1955 a Venezia, dove invece comparivano la paletta Lendinara e il Ritratto di suonatore di Vienna (poi espunto dal corpus delle opere del maestro), essa tuttavia viene citata nella successiva letteratura artistica sulla base solo di riproduzioni fotografiche. Nel 1999 il dipinto Ã¨ stato nuovamente considerato in un contributo sulla pittura veneta di Anchise Tempestini, nel quale lo studioso afferma: dobbiamo dimenticare la bella Madonna col Bambino e San Pietro nella collezione Gamba di Firenze che, insieme con la Madonna col Bambino in trono e un angelo musicante, firmata e datata 1511, nel Duomo di Lendinara (Rovigo), Ã¨ una delle due uniche opere riferibili senza problemi a Domenico Mancini, pittore di notevolissime capacitÃ che innesta su una matrice chiaramente belliniana (la Madonna di Lendinara riprende puntualmente quella della pala di San Zaccaria) unabilitÃ tecnica, una pienezza sensuale nelle forme ed un naturalismo del panneggiare che lo qualificano come uno dei piÃ¹ dotati seguaci di Giorgione e soprattutto del giovanissimo Tiziano Bibl.: C. Gamba, Contributi alla conoscenza di Domenico Mancini, in dArte, VIII (1949), 3, pp. 211-217, fig. 161; B. Berenson, Une Conservazione de lÃ© de Giorgione au Louvre, in revue des arts 1, fasc. n. 2, 1951, pp. 67-76, fig. 13; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Venetian School, Londra 1957, 2 voll., I vol., p. 107, II vol., fig. 692; F. Heinemann, Giovanni Bellini e i belliniani, Venezia 1962, 2 voll., I vol., p. 20, cat. 59c; Dizionario enciclopedico dei pittori e degli incisori italiani, Milano 1983, 11 voll., VII vol., pp. 132-133; A. Tempestini, La Conversazione nella pittura veneta dal 1500 al 1516, in La pittura nel Veneto. Il Cinquecento, Milano 1999, 3 voll., pp. 939-1014, in partic. pp. 968-969 e 992, fig. 1072. Per una bibliografia completa su Domenico Mancini, F. Sorce, ad vocem, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 2007, vol. 68, pp. 474-476.

Domenico Mancini (attivo a Venezia allinizio del XVI secolo) MADONNA IN TRONO COL BAMBINO, SAN PIETRO E SAN GIOVANNI BATTISTA olio su tavola parchettata, cm 69x103 Provenienza: giÃ collezione Gonzaga, Mantova; dalla fine dellOttocento, Collezione Conte Carlo Gamba, Firenze; successivamente Eredi Cini di Pianzano, Firenze Domenico Mancini fu attivo in area padana allinizio del secondo decennio del XVI secolo, sebbene non si conoscano il luogo e la data di nascita di questo pittore. Il corpus delle opere di questo maestro non Ã¨ ancora unanimemente definito dalla critica, purtuttavia per una sua ricostruzione gli storici dellarte si basano su ununica tavola certa (firmata e datata 1511), la Madonna con un angelo musicante, Lendinara, Rovigo, sagrestia di Santa Sofia. Da tale punto di partenza, negli anni si sono susseguite riconduzioni di altri dipinti alla mano del maestro, fra cui anche il nostro, da sempre opera ritenuta dalla critica la piÃ¹ convincente, assai vicina a quella di Lendinara. Il Conte Carlo Gamba, in un articolo del 1949 dedicato al pittore, presentava il dipinto, giÃ appartenente alla sua collezione, con queste parole: estendere la conoscenza di Domenico Mancini offro la riproduzione di un quadro di mia proprietÃ che Ã¨ stato esposto a Palazzo Strozzi, alla Mostra della Casa Italiana nei secoli nel 1948, e che ritengo opera sua. Lo acquistai a Mantova cinquantasei anni fa, sperando che da un ripulimento sparisse il fondo nero e comparisse un paese, che aiutasse per sua parte a riconoscerne lautore. Gustavo Frizzoni, che lo vide allora, lo ritenne opera di Pellegrino da San Daniele; onde io, quando nebbi possibilitÃ cercai di rendermene persuaso studiando le opere di quel pittore: ma riuscii invece a convincermi che lattribuzione non calzava troppo bene. In una pubblicazione dei primi dellOttocento illustrante la Collezione del Conte Carlo dArco di Mantova, donatami da Carlo Loeser e purtroppo perduta nei varii traslochi di guerra della mia biblioteca agli Uffizi, Ã¨ riprodotta la tavola in questione con il nome di Palma il Vecchio, e come proveniente dalla Galleria Gonzaga. Il pittore vi si manifesta un bellinesco, seguace di Palma il Vecchio con qualche influsso di Giorgione. Quando a Lendinara vidi la Madonna di Domenico Mancini firmata e datata 1511, rimasi subito convinto questi essere senzaltro lautore della mia tavola, convinzione riconfermata allEsposizione di Venezia. La mia Madonna mostra un medesimo modo bellinesco di sfumare le carni argentine, un manto di uno stesso tono di azzurro, trattato con simili pieghe spezzate, ma gonfie e soffici, e con simili giochi di luce specie sulla serica fodera grigia cangiante. Il GesÃ¹ Bambino gira la testa e gli occhi dallo sguardo lucido, quasi febbrile, con espressione simile a quella dellangiolo di Lendinara; il S. Pietro Ã¨ ammantato del medesimo giallo aranciato della sua tunica, e il S. Giovanni ha un drappo di impasto grasso e succoso color smeraldo come quello del suddetto angiolo. Un giorno capitÃ² da me B. Berenson e mentre osservava un altro oggetto vide di sbieco il mio quadro e disse senzaltro: Domenico Mancini. Degna conferma alla mia convinzione Qualche anno piÃ¹ tardi, Bernard Berenson pubblica il dipinto riferendolo al Mancini in un articolo su La revue des Arts (1951), inserendolo successivamente negli elenchi, sempre come Domenico Mancini (1957). Non piÃ¹ visibile agli studiosi e non presente alla mostra di Giorgione nel 1955 a Venezia, dove invece comparivano la paletta Lendinara e il Ritratto di suonatore di Vienna (poi espunto dal corpus delle opere del maestro), essa tuttavia viene citata nella successiva letteratura artistica sulla base solo di riproduzioni fotografiche. Nel 1999 il dipinto Ã¨ stato nuovamente considerato in un contributo sulla pittura veneta di Anchise Tempestini, nel quale lo studioso afferma: dobbiamo dimenticare la bella Madonna col Bambino e San Pietro nella collezione Gamba di Firenze che, insieme con la Madonna col Bambino in trono e un angelo musicante, firmata e datata 1511, nel Duomo di Lendinara (Rovigo), Ã¨ una delle due uniche opere riferibili senza problemi a Domenico Mancini, pittore di notevolissime capacitÃ che innesta su una matrice chiaramente belliniana (la Madonna di Lendinara riprende puntualmente quella della pala di San Zaccaria) unabilitÃ tecnica, una pienezza sensuale nelle forme ed un naturalismo del panneggiare che lo qualificano come uno dei piÃ¹ dotati seguaci di Giorgione e soprattutto del giovanissimo Tiziano Bibl.: C. Gamba, Contributi alla conoscenza di Domenico Mancini, in dArte, VIII (1949), 3, pp. 211-217, fig. 161; B. Berenson, Une Conservazione de lÃ© de Giorgione au Louvre, in revue des arts 1, fasc. n. 2, 1951, pp. 67-76, fig. 13; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Venetian School, Londra 1957, 2 voll., I vol., p. 107, II vol., fig. 692; F. Heinemann, Giovanni Bellini e i belliniani, Venezia 1962, 2 voll., I vol., p. 20, cat. 59c; Dizionario enciclopedico dei pittori e degli incisori italiani, Milano 1983, 11 voll., VII vol., pp. 132-133; A. Tempestini, La Conversazione nella pittura veneta dal 1500 al 1516, in La pittura nel Veneto. Il Cinquecento, Milano 1999, 3 voll., pp. 939-1014, in partic. pp. 968-969 e 992, fig. 1072. Per una bibliografia completa su Domenico Mancini, F. Sorce, ad vocem, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 2007, vol. 68, pp. 474-476.

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363

Jacopo Vignali (Pratovecchio 1592 Firenze 1664) MOSE FA SCATURIRE LACQUA DALLA ROCCIA olio su tela, cm 65,5x111,5 restauri Lattribuzione del dipinto a Jacopo Vignali Ã¨ confermata con parere orale da Sandro Bellesi e Giovanni Pagliarulo. Questultimo studioso suggerisce un collegamento con le notizie documentarie del biografo settecentesco del pittore, Sebastiano Benedetto Bartolozzi, il quale ricorda che Vignali aveva eseguito questo tema biblico per uno dei suoi committenti. Limpostazione bozzettistica dellopera rimanda infatti allipotesi che possa essere in relazione alla citata committenza. Per notizie sul pittore, cfr. S.B. Bartolozzi, Vita di Jacopo Vignali, pittor fiorentino, Firenze 1753, p. XXI; G. Pagliarulo, in Il Seicento Fiorentino, catalogo della mostra, Palazzo Strozzi, 21 dicembre 1986-4 maggio 1987, Firenze 1986, pp. 183-187, pp. 246-254, Incisioni, Sculture, Arti Minori pp. 238-239.

Jacopo Vignali (Pratovecchio 1592 Firenze 1664) MOSE FA SCATURIRE LACQUA DALLA ROCCIA olio su tela, cm 65,5x111,5 restauri Lattribuzione del dipinto a Jacopo Vignali Ã¨ confermata con parere orale da Sandro Bellesi e Giovanni Pagliarulo. Questultimo studioso suggerisce un collegamento con le notizie documentarie del biografo settecentesco del pittore, Sebastiano Benedetto Bartolozzi, il quale ricorda che Vignali aveva eseguito questo tema biblico per uno dei suoi committenti. Limpostazione bozzettistica dellopera rimanda infatti allipotesi che possa essere in relazione alla citata committenza. Per notizie sul pittore, cfr. S.B. Bartolozzi, Vita di Jacopo Vignali, pittor fiorentino, Firenze 1753, p. XXI; G. Pagliarulo, in Il Seicento Fiorentino, catalogo della mostra, Palazzo Strozzi, 21 dicembre 1986-4 maggio 1987, Firenze 1986, pp. 183-187, pp. 246-254, Incisioni, Sculture, Arti Minori pp. 238-239.

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Pittore manierista Italia centrale, sec. XVI MOSE FA SCATURIRE LACQUA DALLA ROCCIA olio su tavola, cm 16,5x50,6 svelature sul retro, reca numero di inventario a bistro e iscrizione in matita Federico Zuccheri

Pittore manierista Italia centrale, sec. XVI MOSE FA SCATURIRE LACQUA DALLA ROCCIA olio su tavola, cm 16,5x50,6 svelature sul retro, reca numero di inventario a bistro e iscrizione in matita Federico Zuccheri

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360

Scuola romana, fine sec. XVI IL BATTESIMO DI GESU olio su tavola circolare, diam. cm 22,5 restauri e fenditura della tavola sul retro, reca iscrizione: quadretto della raccolta Rizzoni

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359

Amerigo Amerighi (Firenze 1857 Viareggio 1927) RITRATTO DI LUIGI XV olio su tavola ovale, cm 30x25 alcuni restauri sul retro, reca iscrizione a matita: Amerigo Amerighi 1908 Probabilmente trattasi del pittore Amerigo Amerighi sposato con Maria Elisabetta Torrigiani Filetto, i quali ebbero due figli: Fabio Amerighi e Maria Luisa Amerighi; questultima sposÃ² il Conte Giuseppe Cini di Pianzano.

Amerigo Amerighi (Firenze 1857 Viareggio 1927) RITRATTO DI LUIGI XV olio su tavola ovale, cm 30x25 alcuni restauri sul retro, reca iscrizione a matita: Amerigo Amerighi 1908 Probabilmente trattasi del pittore Amerigo Amerighi sposato con Maria Elisabetta Torrigiani Filetto, i quali ebbero due figli: Fabio Amerighi e Maria Luisa Amerighi; questultima sposÃ² il Conte Giuseppe Cini di Pianzano.

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Scuola veneta, sec. XVIII RITRATTO DI GIOVANE GENTILUOMO CON JABOT RITRATTO DI GENTILUOMO CON LETTERA coppia di dipinti ad olio su rame, cm 10x8 ciascuno (2) alcune cadute di colore

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Pierre Jules Mene (Parigi 1810-1879) CAVALLO CON PULEDRO bronzo, cm 7,5x15, lievi danni firmato

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Lotto di volumi di letteratura e storia, alcuni con belle legature, voll. 105

Lotto di vari volumi di Storia italiana, e francese, voll. 110

Lotto di album di fotografie di fotografie di ritratti di nobili personaggi del secolo XIX (16)

Lotto di volumi di storia e letteratura, alcune belle legature in mezza pelle e oro, voll. 170

Enciclopedia Italiana di Scienze, lettere ed arti, fondata da Giovanni Treccani, Roma,1935, con appendici e aggiornamenti, voll 36 e 5 appendici (41) e un lotto di volumi di letteratura moderna ed argomenti vari (una quantitÃ

Lotto di volumi sulla storia dellarte e cataloghi di vendita, voll. 100

Gallerie e musei minori di Firenze, volumi pubblicati dalla Cassa di Risparmio di Firenze, 13 voll; Firenze, Storia Arte e Monumenti, 15 voll; Galluzzi, Storia del Granducato di Toscana, 10 tomi, Firenze, 1822, 9 voll. (37)

Illustrazione Italiana, dal 1914 al 1918, voll. 14; e volumi di argomenti vari, molte tavole illustrate, 13 voll. (27)

Fotografia acquerellata, sec. XIX, raffigurante ritratto di gentiluomo seduto, cm 18,5x15

Coppia di librerie, Italia centrale, prima metÃ sec. XVIII, in noce e radica di noce, piano sagomato con becco di civetta, fianchi sformellati, tre piani interni, base modanata, piedi a trottola, prive degli sportelli, presentano modifiche e restauri, cm 164x37x127 (2)

Bradford Johnson, secc. XIX XX RITRATTO DI MARIA ELISABETTA AMERIGHI TORRIGIANI RITRATTO DI MARIA LUISA AMERIGHI CINI DI PIANZAN carboncino e matite colorate su carta, cm 59x44 ciascuno (2)

Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 Venezia 1944) VEDUTE DI VENEZIA tre acqueforti, misure varie (3)

Bradford Johnson, secc. XIX-XX RITRATTO DI MARIA LUISA AMERIGHI olio su cartone telato, cm 38x27,5 firmato

Scuola Preraffaellita, inizi sec. XIX CRISTO E UN APOSTOLO olio su tela, cm 100x80 lievi danni

Alberto Zardo (1876 1959) RITRATTO DI ELISABETTA AMERIGHI TORRIGIANI E MARIA LUISA AMERIGHI CINI DI PIANZANO SEDUTE IN UN SALOTTO olio su tavoletta, cm 26,5x37,5 firmato sul retro: firmato titolato e datato Casabianca 1912

Michele Gordigiani (Firenze 1835 - 1909) RITRATTO DI GENTILUOMO E GENTILDONNA pastelli ovali su carta, cm 67x51, uno siglato e datato 1875

Scuola francese, inizio sec. XIX RITRATTO DI GENTILUOMO CON GIACCA VERDE olio su tela, cm 32.5x24.5 danni

Corrado Giaquinto (Molfetta 1703 Napoli 1756) BACCANALE olio su tela, cm 50,5x64 lievi restauri Il dipinto Ã¨ corredato da expertise scritta di Stefano Causa, Napoli agosto 2009

Pittore manierista Italia centrale, sec. XVI MOSE FA SCATURIRE LACQUA DALLA ROCCIA olio su tavola, cm 16,5x50,6 svelature sul retro, reca numero di inventario a bistro e iscrizione in matita Federico Zuccheri

Scuola romana, fine sec. XVI IL BATTESIMO DI GESU olio su tavola circolare, diam. cm 22,5 restauri e fenditura della tavola sul retro, reca iscrizione: quadretto della raccolta Rizzoni

Scuola veneta, sec. XVIII RITRATTO DI GIOVANE GENTILUOMO CON JABOT RITRATTO DI GENTILUOMO CON LETTERA coppia di dipinti ad olio su rame, cm 10x8 ciascuno (2) alcune cadute di colore

Pierre Jules Mene (Parigi 1810-1879) CAVALLO CON PULEDRO bronzo, cm 7,5x15, lievi danni firmato

Pandolfini Casa d'Aste

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