Due appuntamenti di rilievo internazionale

"ARTE A VENEZIA TRA XVI E XIX SECOLO"
e
"OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO"


Alla fine del mese di settembre il mondo dell’arte farà capo a Firenze, e in questo periodo Pandolfini è felice di offrire a tutti gli appassionati, collezionisti e curatori di Musei e Fondazioni due appuntamenti di rilievo nei saloni di Palazzo Ramirez-Montalvo: nel pomeriggio del 28 settembre saranno battute le aste ARTE A VENEZIA TRA XVI E XIX SECOLO e OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO.

 

ARTE A VENEZIA TRA XVI E XIX SECOLO è un catalogo costituito da una severa selezione di dipinti di artisti veneziani o con forte attinenza alla città lagunare, e da mobili, arredi e oggetti d’arte, opere di attività artigianali che hanno caratterizzato la storia della Serenissima, specialmente nei suoi secoli d’oro, con piccoli capolavori di perizia tecnica, ingegno e gusto.

La pittura è, comunque, la protagonista assoluta: l’immancabile la presenza delle eccellenze del vedutismo veneto, e tra questi colui che lo impersona per antonomasia, colui che nell’immaginario collettivo è “la veduta di Venezia”, Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, presente con la VEDUTA DEL BACINO DI SAN MARCO DALLA RIVA DEGLI SCHIAVONI, uno straordinario panorama di Venezia che trova il suo centro nell’entrata al Canal Grande e inquadra i maggiori edifici ecclesiastici e civili che prospettano sul bacino di San Marco, stimato 800.000/1.000.000 euro.

Altro grande protagonista della felice stagione dei vedutisti è Michele Marieschi, la sua VEDUTA DI PALAZZO DUCALE, caratterizzata dalla accentuata dilatazione prospettica che identifica le sue tele, è una delle vedute più richieste fra quelle da lui realizzate. La bella tela, comparsa sul mercato nel 1992 e riemersa dopo trent’anni da una collezione privata, è in catalogo con la valutazione di 70.000/100.000 euro, mentre sono richiesti 400.000/600.000 euro per un dipinto molto raro quanto enigmatico di Giandomenico Tiepolo del 1765, GRUPPO DI PULCINELLA, in cui sono raffigurati ben trentadue Pulcinella, stipati tra un monte e un muro, tutti gobbuti e panciuti e con il loro lungo cappello conico. Con una pennellata tremula e linea nervosa ma marcata che lo contraddistingue, Tiepolo in quest’opera riprende la cospicua produzione grafica di questi soggetti eseguita dal padre Giambattista negli anni trenta.

Splendida è anche l’ADORAZIONE DEI PASTORI di Sebastiano Ricci, opera in cui il pittore rivela una straordinaria capacità di replicare, interiorizzandola, la lezione dei grandi maestri del Cinquecento veneto, visibile soprattutto nell’evidente impianto veronesiano, specialmente nelle figure della Famiglia e dei testimoni. Quest’opera monumentale, non tanto nelle dimensioni quanto nell’impatto visivo e nella composizione scenica, è in catalogo con una richiesta di 80.000/120.000 euro.

“It is the poetry of portrait and the portrait of poetry”, con questa frase assai eloquente il poeta inglese George Byron descriveva colpito dalla sua potenza espressiva il RITRATTO DI GENTILUOMO IN BLU O DELL’ARIOSTO, considerato nell’Ottocento una delle icone della celebre collezione Manfrin, successivamente entrò in possesso del barone Meyer Amschel de Rothschild e nel 1977 venne battuta durante la celebre asta del patrimonio Rothschild. Oggi, questo dipinto, più conosciuto come RITRATTO DELL’ARIOSTO, torna sul mercato con una valutazione di 30.000/50.000 euro.

Per l’Ottocento il dipartimento di riferimento è felice di proporre, con una richiesta di 60.000/90.000 euro, PESCATORI (LAGUNA DI CHIOGGIA) di Gulielmo Ciardi, pittore tra i grandi protagonisti del secondo Ottocento veneto. Il dipinto può certo annoverarsi tra le opere iconiche dell’artista al declinare degli anni ‘80, ove la figura umana si inserisce senza contrasto nella vastità della natura e le vele solcano placide la superficie del mare.

 

OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO, che torna dopo un anno di sosta con tutti i presupposti per rinnovare il successo delle prime edizioni, è un’asta unica in Italia perché propone opere giudicate d’interesse nazionale, quindi di grande pregio e valore artistico, opere da Museo che possono diventare parte integrante di una collezione privata. Realizzare questo format è stata una scommessa, forse un azzardo, in ogni caso è stata vinta la prima e felicemente superato il secondo perché, come più volte ha ricordato Pietro De Bernardi «…il collezionismo più colto e lungimirante ha compreso il potenziale di queste proposte, e ha capito che in Pandolfini abbiamo visto la “Notifica” non come un vincolo limitante ma come un “sigillo” di garanzia del valore delle opere, un sigillo che vale per tutti, Istituzioni e privati…»

Nel catalogo di quest’anno è molto ben rappresentata la produzione pittorica nord-italiana a partire da una preziosa tavola dello Pseudo Jacopo Avanzi, tardo seguace di Giotto a Padova, raffigurante la CATTURA DI CRISTO, una splendida tavola cuspidata dipinta in oro e tempera che è valutata 150.000/250.000 euro, mentre è di 30.000/50.000 euro la richiesta per il CRISTO IN PIETÀ di Liberale da Verona, sofisticato interprete dei modelli di Donatello e di Andrea Mantegna.

Notevolissime sono le presenze di area bolognese del primo Seicento tra le quali troviamo gli storici “camini” dipinti, presumibilmente entrambi nel 1592, da Annibale e Ludovico Carracci in Palazzo Zambeccari: MORTE DI DIDONE del primo e ALESSANDRO E TAIDE INCENDIANO PERSEPOLI del secondo sono il corpus di un unico lotto valutato 120.000/180.000 euro.

Al medesimo ambito appartiene anche la splendida tela di Andrea Donducci, detto il Mastelletta, ADORAZIONE DEI MAGI. Riportato alle dimensioni originali e alla smagliante e preziosa cromia che appena s’intuiva all’epoca della sua prima comparsa sul mercato, il dipinto è in catalogo per la cifra di 180.000/220.000 euro. È curioso osservare che pur essendo un’opera di dimensioni imponenti e brulicante di personaggi, quindi costosa per l’epoca, conservi ancora oggi il mistero sulla sua committenza.

Per l’area fiorentina il catalogo annovera un’opera tuttora inedita per gli studi specialistici, ma attribuita senza riserve a Jacopo Zucchi nel novembre 2020 durante il procedimento di notifica, si tratta di un’ANNUNCIAZIONE dipinta ad olio su rame, presumibilmente per devozione privata, che ha una valutazione di 15.000/25.000 euro.

Completano cronologicamente il percorso le “Scene turchesche” dipinte da Antonio Guardi per il Maresciallo Schulenburgh. Sebbene non documentate in maniera specifica, CONSEGNA DEI DONI AL SULTANO  e PREGHIERA NELLA MOSCHEA devono essere parte dei quarantatre quadri  rappresentanti costumi turchi censiti come opere di Guardi nel 1746 dal Maresciallo Matthias von Schulenburgh nella stanza “del Ten.e Col. Arcoleo” di palazzo Loredan a San Trovaso, sua residenza veneziana. Oggetto di notifica nel 2021, le due tele sono offerte a 100.000/150.000 euro.

Concludiamo parlando del lorenese François Colombe du Lys autore di UNA BUONA VENTURA, un olio su tela in cui un giovane consegna una missiva spiegazzata sulla quale si legge “Francesco Colombo”, una firma italianizzata che consente di documentare la presenza dell’artista in Italia, presumibilmente a Roma. Opera rara nell’esiguo catalogo del pittore, ancor più in riferimento al suo operato in Italia, per questo considerata di interesse per il nostro patrimonio artistico, è proposta a 50.000/80.000 euro.

Esulando dalla pittura, protgonista assoluta di questa vendita, troviamo in catalogo un'opera presentata dal dipartimento di Gioielli: un eccezionale PENDENTE/PETTORALE raffigurante Sua Santità Papa Pio IX, stimato , con un stima di 8.000/12.000 euro.
Il raro monile fu omaggiato alla Contessa Giulia Guicciardini Pucci in occasione della sosta che fece Sua Santità il 18 Agosto 1857 nella Villa Guicciardini a Firenze, come testimonia il cartiglio che lo accompagna e in cui viene riportato come segue: "regalato da S. Santità Pio IX alla Contessa Giulia Guicciardini Pucci, nell'occasione della sosta che fece Santità Sua il 18 Agosto 1857 nella Villa Guicciardini a Montughi."

In ultimo, con piacere, ricordiamo che il catalogo presenta uno splendido Mondo Nuovo del XVIII secolo: si tratta di un rarissimo esemplare di camera prospettico-cinetica per la lettura successiva di stampe o disegni attraverso tre oculari. È, dunque, uno dei primi esempi di strumento ottico di tal genere realizzato come una lanterna lignea di forma architettonica a simulare un palazzo di tre piani con doppia scalinata a balaustra e un “lanternino” con orologio.

All’inverso della Lanterna Magica, il Mondo Nuovo era un congegno ottico che permetteva all’osservatore di proiettarsi in mondi all’interno della macchina stessa, attraverso l’uso di lenti concave, di stampe colorate, sistemi di carrucole con spago e luci interne: in tal modo lo spettatore si ritrovava d’un tratto in altri paesi, o all’interno di palazzi, oppure ancora in luoghi immersi nel verde. Il Mondo nuovo presentato da Pandolfini, proveniente da Palazzo Friggeri a Perugia, è pertanto uno straordinario prodotto dell’arte perugina del secolo XVIII ed è legato non solo alla storia di Palazzo Friggeri (opera del 1730 di B. Lorenzini) ma anche allo sviluppo delle arti e delle scienze tout court.