Baccio Maria Bacci
(Firenze, 1888 - 1974)
IL MARINAIO DELLA CORAZZATA DUILIO
olio su compensato, cm 75x68
firmato e datato "1929" in basso a destra
al retro: iscritto "354 Marinaio" e bozzetto di una veduta di Fiesole
THE SAILOR OF THE BATTLESHIP DUILIO
oil on plywood, 75x68 cm
signed and dated "1929" lower right
on the reverse: inscribed "354 Marinaio" and a sketch of a view of Fiesole
Provenienza
Firenze, Galleria Massimo Vezzosi
Collezione privata
Esposizioni
IV Mostra Regionale D'Arte Toscana, Firenze, 1930
Baccio Maria Bacci. Nel Futurismo e oltre, Fiesole, Palazzina Magnani, 2 marzo - 7 aprile 2002
Bibliografia
IV Mostra Regionale D'Arte Toscana, catalogo della mostra, Firenze, 1930, p. 52, n. 22, fig. XLIX
Baccio Maria Bacci. 1888-1974, catalogo della mostra, (Firenze, Accademia delle Arti del Disegno, 10 - 30 novembre 1982), a cura di M. Borghi, Firenze, 1982, p. 40, n. 345
Persone. Ritratti per cinque secoli, catalogo della mostra, a cura di M. Vezzosi, Firenze, 2001, pp. 42-43
Baccio Maria Bacci. Disegni. 1913-1946, catalogo della mostra (Firenze, Società San Giovanni Battista, 14 dicembre 2001 – 16 gennaio 2002) / Baccio Maria Bacci. Nel Futurismo e oltre, catalogo della mostra (Fiesole, Palazzo Magnani, 2 marzo – 7 aprile 2002), a cura di S. De Rosa, Firenze, 2002, n. 21
M. Mascii, La Tecnica dell’arte. Saggi sull’arte, l’iconografia, il restauro, Pistoia, 2006, p. 120; fig. 63 p. 143
Si riporta di seguito un estratto della scheda redatta da Alessandra Giannotti in occasione della mostra del 2001
“Esposto nel 1930 alla Primaverile fiorentina questo Ritratto di marinaio dichiara tutta la natura umanistica di Baccio e la sua forte religione del vero. Egli è ora più che mai un toscano dallo stile asciutto ed essenziale cresciuto all’ombra della grande tradizione quattrocentesca e presto eruditosi sui grandi testi moderni franco -tedeschi. Entro uno spazio rarefatto e vibrante nel digradare degli azzurri, le sole notazioni ambientali sono quelle fornite dall’esile struttura di una sedia e da un frammento di quadro che definisce la parete. Pur Mancando dunque una reale narrazione, l’artista offre significativi spunti interpretativi sull’indole più privata del nostro marinaio. Possiamo infatti comprendere il suo forte attaccamento alla celebre corrazzata di appartenenza, accanto alla quale decide di lasciarsi immortalare; intuiamo una certa aria volitiva, una fiera sicurezza ed una qualche indolenza rese esplicite dalla affettata posizione delle sue braccia; sappiamo infine che la sua navigazione si protrae ormai da qualche tempo, come suggeriscono l’ambrato colorito della pelle e la corrispondenza esibita alle spalle. Proprio quest’ultimo dettaglio diventa quasi una citazione del ricco repertorio naturalista francese reso celebre da Courbet, Manet e Van Gogh. Del resto il pittore fiorentino dimostra a più riprese una rara padronanza della ricca e varia cultura figurativa transalpina che egli declina nelle sue molteplici sfaccettature, passando in rassegna gli esempi del romanticismo Corottiano, quelli puristi ed Ingres, Flandrin e Puvis de Chavannes, fino ad arrivare a quelli impressionisti di Manet e Cézanne. (…)”.