Maestro della Madonna Giovannelli (Jacobello del Fiore?)
(attivo in Veneto tra il nono decennio del XIV e l'inizio del XV secolo)
LA CATTURA DI CRISTO
tempera e oro su tavola, cm 28x20
THE CAPTURE OF CHRIST
tempera and gold on panel, 28x20 cm
Provenienza
Bologna, Collezione privata;
Milano, Finarte, 27 marzo 2002, lotto 27;
Venezia, Finarte-Semenzato, 21 settembre 2002, lotto 140;
Roma, Finarte, 14 novembre 2006, lotto 4.
Bibliografia
D. Benati, Jacopo Avanzi nel rinnovamento della pittura padana del secondo ‘300, Bologna 1992, p. 114, fig. 119;
M. Lucco, Venezia 1400-1430, in La pittura in Veneto. Il Quattrocento, vol. I, Milano 1989, pp. 13-48;
A. De Marchi, Ritorno a Nicolò di Pietro, in "Nuovi Studi", 3, II, 1997, pp. 5-24;
C. Guarnieri, Per un corpus della pittura veneziana del Trecento al tempo di Lorenzo, in "Saggi e Memorie di storia dell'arte", vol. 30, 2006, pp. 42-44;
D. Benati, Jacobello del Fiore: his oeuvre and a sumptuous crucifixion, Matthiesen Fine Art, Londra 2007;
V. Anselmi, Jacobello del Fiore o della pittura a Venezia tra il neogiottismo di fine Trecento e la "rivoluzione" gentiliana, tesi di dottorato discussa presso l'Università di Firenze, a.a. 2012-2014, pp. 40-42;
La splendida tavola qui offerta è stata pubblicata da Daniele Benati che nel 1992 ha reso noto, illustrandolo, un gruppo di opere riunito solo oralmente da Carlo Volpe e di cui aveva dato notizia Andrea De Marchi (Per un riesame della pittura tardogotica a Venezia: Nicolò di Pietro e il suo contesto adriatico, in “Bollettino d’arte” 1987, 44-45, pp. 25-66, alle pp. 30-31).
Come è ormai noto, il gruppo ha il suo elemento principale nell’importante Crocefissione un tempo a Milano presso la Galleria Salamon-Agustoni-Algranti, pubblicata una prima volta da Arslan nel 1960 come opera di Altichiero.
Ad essa Volpe collegava, seguito da Boskovits e De Marchi, due tavolette nella Pinacoteca Vaticana raffiguranti l’Orazione nell’orto e la Deposizione (Benati 1992, cit., figg. 117-18), una Salita al Calvario nelle raccolte reali a Hampton Court e, per l’appunto, la Cattura qui in esame: De Marchi e Benati hanno anzi ipotizzato che tutte facessero parte di un dossale dedicato alla Passione di cui la citata Crocefissione costituiva l’elemento principale.
Se la definizione del corpus dell’anonimo maestro, cui si aggiungono altri numeri, trova concordi tutti gli specialisti, non altrettanto risolta è l'identificazione della sua personalità: alcuni, tra cui proprio De Marchi e Lucco, hanno analizzato la sua attività quale preludio al primo Jacobello del Fiore, arrivando ad identificare il Maestro in Francesco del Fiore, il padre di Jacobello; mentre altri, tra cui appunto Benati seguito da Anselmi, hanno proposto l'identificazione dell'anonimo Maestro in Jacobello del Fiore.
La questione non è più stata affrontata in sede critica negli ultimi anni e rimane ancora aperta, ma, in ogni caso, è la testimonianza della straordinaria qualità di quest'opera, capace di condensare le forti volumetrie emiliano-padovane con l'eleganza decorativa e la folta narrativa dei pittori veneziani del secondo Trecento.
Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Regionale per la Lombardia, Soprintendente Regionale, ai sensi del D. Lgs. N. 165 del 30.03.2001 con decreto del 20 giugno 2002.
The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.