Giuseppe Nuvolone
(Milano, 1619 - 1703)
ALLEGORIA DELLA POESIA
olio su tela, cm 76x61,5
ALLEGORY OF POETRY
oil on canvas, 76x61,5 cm
Esposizioni
La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento, Bologna, Palazzo del Podestà, 26 maggio - 29 agosto 1984;
Barocco italiano. Due secoli di pittura nella Collezione Molinari Pradelli, Mantova, Palazzo Te, 12 aprile – 12 giugno 1995;
Quadri di un’esposizione: pittura barocca nella collezione del maestro Francesco Molinari Pradelli, Bologna, Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni, 21 giugno 2012 – 7 ottobre 2012;
Le stanze delle muse. Dipinti barocchi della collezione di Francesco Molinari Pradelli, Firenze, Galleria degli Uffizi, 11 febbraio – 11 maggio 2014.
Bibliografia
H. Voss, Wien. Ausstellung Gemalde Alter Meister, in 'Galerie Sanct Lucas', Vienna 1964, scheda 23;
R. Longhi, Due esempi di Carlo Francesco Nuvolone, in 'Paragone', 185, 1965, pp. 44-46;
U. Ruggeri, Aggiunte a Carlo Francesco Nuvolone, in 'Arte Lombarda', 12, 1967, pp. 67-72;
La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento, catalogo della mostra (Bologna, Palazzo del Podestà, 26 maggio - 29 agosto 1984), a cura di C. Volpe, Firenze 1984, p. 77, scheda 36;
F. M. Ferro, Nuvolone. Una famiglia di pittori nella Milano del '600, Soncino 2003, p. 209;
Quadri di un’esposizione: pittura barocca nella collezione del maestro Francesco Molinari Pradelli, catalogo della mostra (Bologna, Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni, 21 giugno 2012 – 7 ottobre 2012) a cura di A. Mazza, Bologna 2012, pp. 40-41;
Le stanze delle muse. Dipinti barocchi della collezione di Francesco Molinari Pradelli, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 11 febbraio – 11 maggio 2014), a cura di A. Natali, Firenze 2014, pp. 158-159, scheda 27.
Si riporta un estratto della scheda redatta da Paolo Vanoli e pubblicata in occasione della mostra Le stanze delle muse. Dipinti barocchi dalla collezione di Francesco Molinari Pradelli.
“La tela, assegnata a Carlo Francesco Nuvolone da Hermann Voss (1964), fu acquistata dal maestro Molinari Pradelli tra il 1964 e il 1965 presso la Galleria Sanct Lucas di Vienna, dalla quale provengono diversi altri dipinti della collezione. Il quadro suscitò immediatamente l’attenzione di Roberto Longhi che lo illustrò in un articolo di “Paragone” del luglio 1965, ipotizzando di riconoscervi la figura allegorica di una musa e accostandolo per stile e cronologia al noto Ritratto della famiglia Nuvolone della Pinacoteca di Brera, databile intorno al 1650. Dall’interesse di Longhi per il dipinto resta traccia anche in una lettera dello studioso dell’agosto 1965 conservata tra le carte Molinari Pradelli nella quale si ringrazia il collezionista per l’apprezzamento riservato all’articolo sull’incantevole ‘Nuvolone azzurro’ (Mazza 2012, pp. 40-41). La lettura in chiave allegorica del soggetto avanzata in via ipotetica da Longhi non sembra tuttavia convincere del tutto il possessore del quadro, favorevole a riconoscere nella figura femminile il ritratto di una giovinetta di casa Nuvolone, come si evince da una missiva del febbraio 1974 di Mercedes Precerutti Garberi, direttrice dei musei civici di Milano, in cui la studiosa, dopo aver ricevuto le fotografie delle opere nuvoloniane del Maestro, ne avalla il tentativo di identificazione ribadendo la somiglianza tra la fanciulla della tela Molinari Pradelli e la giovinetta del Ritratto di famiglia di Brera. Al di là della questione di difficile soluzione inerente all’identità della modella in posa per il pennello di Nuvolone, va sottolineato come il ruolo assunto nell’economia della composizione dagli attributi iconografici della corona d’alloro e del libro consenta di riconoscervi senza dubbio una finalità allegorica orientata nell’ambito delle lettere, pur nell’approccio schietto e immediato, privo di filtri idealizzati, che caratterizza la raffigurazione. Un tema rimasto in secondo piano nella letteratura sul dipinto è invece quello relativo all’effettiva paternità della sua esecuzione, sebbene già nel 1967 Ugo Ruggeri avesse genericamente proposto di assegnarlo a Giuseppe Nuvolone, fratello minore di Carlo Francesco. La questione tocca il non agevole problema della prima attività di Giuseppe, che dalla fine del quinto decennio collabora assiduamente a fianco di Carlo Francesco mutuandone i caratteri di stile in una serie di dipinti su tela (santuari di Vimercate, 1648-1652; Madonna di Caravaggio in San Vitale a Parma, 1649), dove non è sempre agevole mettere a fuoco con esattezza i rispettivi apporti. Tuttavia, sulla scorta degli studi sul Ritratto della famiglia Nuvolone di Alessandro Morandotti (che per primo ha messo in discussione il riferimento a Carlo Francesco della tela qui presentata), grazie ai quali è stato possibile iniziare a distinguere le differenti peculiarità d’esecuzione pittorica dei due fratelli negli anni intorno al 1650, e in virtù delle conoscenze maturate sulla produzione di Giuseppe dai tempi del primo intervento di Longhi (1965), l’ipotesi di riconoscere nel più giovane dei fratelli l’esecutore della tela Molinari Pradelli acquisisce notevole consistenza. […] Il debito di Giuseppe nei confronti di Carlo Francesco rimane comunque evidente nell’invenzione, in dialogo con le mezze figure femminili di Francesco Cairo, nella ricerca di raffinate partiture cromatiche, a partire dall’azzurro che aveva suscitato l’ammirazione di Roberto Longhi, e nella malinconica intonazione sentimentale che pervade il volto della giovane donna, del tutto dipendente dalla ‘bellezza lombarda […] tenera e cedevole’ che Longhi aveva individuato come lascito della pittura di Carlo Francesco più fruttifero di futuri sviluppi, giù giù fino al Piccio e alla Scapigliatura”.
Opere dichiarate di interesse culturale particolarmente importante dal Ministero per i Beni Culturali, ai sensi dell'art. 3 della legge 1.6.1939. n. 1089 con decreto del 19 aprile 1984
The Italian Soprintendenza considers this paintings to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.