Giorgio Vasari
(Arezzo, 1511 – Firenze, 1574)
SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANNINO
olio su tavola, cm 131x87
HOLY FAMILY WITH SAINT JOHN THE BAPTIST
oil on panel, 131x87 cm
Provenienza
Firenze, Galleria Corsini.
Esposizioni
The Age of Vasari: A Loan Exhibition, Binghamton, University Aty Gallery, 1970;
Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”, Arezzo, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, 3 settembre – 11 dicembre 2011.
Bibliografia
U. Medici, Catalogo della Galleria Corsini, 1880, p. 29, n. 96;
The Age of Vasari: A Loan Exhibition, catalogo della mostra (Binghamton, University Aty Gallery) Binghamton 1970, p. 35;
L. Corti, Vasari. Catalogo completo, Roma 1989, pp. 32-33;
Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”, catalogo della mostra (Arezzo, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, 3 settembre – 11 dicembre 2011), a cura di A. Cecchi, A. Baroni, L. Fornasari, Milano 2011, pp. 114-115.
Si riporta qui di seguito un estratto della scheda redatta da Alessandro Cecchi per la mostra Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”
“Il dipinto era stato aumentato nelle dimensioni da giunte oggi rimosse e visibili nella foto Brogi n. 17642 scattata fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento quando ancora si trovava nella Galleria Corsini. È opera ben nota alla critica come attesta l’expertise di Roberto Longhi, in data imprecisata, che ne certifica l’autografia vasariana, con una datazione intorno al 1560-1565. Gli faceva eco, probabilmente negli anni Settanta, Mina Gregori da cui la tavola viene definita ‘opera autografa e di bella qualità di Giorgio Vasari’.
Esposto nel 1970 in America a Binghamton con l’attribuzione al Vasari, il dipinto è stato poi inserito, senza alcuna proposta di datazione, da Laura Corti nel catalogo dei dipinti autografi dell’aretino.
Nella tavola, di grandi dimensioni, per un quadro di destinazione privata e fors’anche decurtata in antico ai lati, la figura delle Vergine campeggia per tutta l’altezza del dipinto. È inginocchiata con il Bambino che le si stringe al collo, fra san Giuseppe, a sinistra, di cui si scorgono la testa e la mano aperta, e san Giovannino con le mani giunte e lo sguardo estatico a tenere stretta la crocellina di canna. La Madonna indossa una veste rossa fiammante su cui spiccano le maniche di colore giallo e il velo rosa sulla spalla destra fermato da una fibbia con una testina grottesca fra due volute. È opera degli anni sessanta, a giudicare dallo stile che la accomuna alle pitture del soffitto del Salone dei Cinquecento e alla produzione pittorica degli anni 1560-1568, fra cui l’Assunzione della Badia e le pale nelle chiese conventuali fiorentine. Difficile è pervenire a una datazione più precisa e impossibile identificare, per la mancanza di descrizioni precise e delle misure, l’opera fra quelle citate in quegli anni nelle Ricordanze che annoverano, sulla fine del 1559, ‘un quadro grande duna nostra donna a messer Averardo de Medici, cavalier di X° (Cristo)’, alla fine dell’anno seguente ‘uno quadro dune Nostra Donna” inviato a Venezia all’amico Cosimo Bartoli e ‘uno quadro d’una Nostra Donna’ fornito a Messer Tommaso de’ Medici”.
Opere dichiarate di interesse culturale particolarmente importante Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato, ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. N. 42 del 22.01.2004 con decreto del 28 novembre 2011.
The Italian Soprintendenza considers this paintings to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.