Scuola francese, sec. XVII
SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
olio su tela, cm 174x123,5
French School, 17th century
SAINT CATHERINE OF ALEXANDRIA
oil on canvas, 174x123.5 cm
Inedito e pressoché intatto sotto le vernici ingiallite, l’affascinante paletta è riconducibile con ogni evidenza ad un artista francese del primo Seicento, memore delle cadenze manieriste fiorite a Fontainebleau e lontano invece dalla “Grande Manière” debitrice della scuola romana di cui Poussin – ma anche il Vouet del tempo francese per limitarci ai nomi più noti – si affermarono come i maggiori protagonisti. Una situazione che corrisponde ad esempio a quella del giovane Laurent de La Hyre (Parigi, 1606 – 1656) che a differenza di molti suoi connazionali non fece mai il quasi obbligatorio viaggio a Roma, educandosi piuttosto sulla Maniera neo-parmigianinesca fiorita nel secondo Cinquecento alla corte di Francia, le cui cadenze sono ancora assai vive nel precoce Ercole e Onfale nel Kurpfälzisches Museum di Heidelberg, restituitogli da Jacques Thuillier e Pierre Rosenberg con una datazione poco oltre la metà del terzo decennio del Seicento e non a caso precedentemente ritenuto del Primaticcio. Nelle ancelle che in quella tela affiancano la regina ritroviamo il profilo aguzzo e sfuggente della nostra Santa, incorniciato da trecce appuntate in apparente disordine, le dita affilate in gesto eloquente, i veli trasparenti bordati d’oro: caratteri presenti anche in vari fogli di La Hyre intorno al 1625, come quelli relativi alla Storia di Ciro e Pantea a definire la bella principessa persiana, così vicina alla nostra giovane alessandrina. Ulteriori e più stringenti confronti si possono istituire tra le figure dei saggi pagani a destra nel nostro dipinto e quelle dei francescani che accanto a Niccolò IV assistono alla scoperta del corpo di San Francesco miracolosamente intatto nel dipinto ora al Louvre che La Hyre firmò nel 1630 come sua prima commissione pubblica di rilievo. L’impostazione spaziale del nostro dipinto richiama infine un’altra pala di La Hyre ora all’Ermitage, dalla chiesa dei Giacobiti a Parigi, e il relativo disegno preparatorio (Ann Arbor, Michigan, Museum of Art). Sebbene l’artista abbia dipinto un Martirio di Santa Caterina, come risulta dal suo inventario che ne elenca una copia, nessun disegno o menzione specifica sembra legarsi al nostro dipinto in maniera più solida, almeno allo stato attuale degli studi.