Pittore bolognese, sec. XVII
ALBERO GENEALOGICO DELLA FAMIGLIA PIATESI
olio su tela, cm 215x148
datato "MDCXXXX" in basso a destra
Bolognese Artist, 17th century
THE PIATESI FAMILY TREE
oil on canvas, 215x148 cm
dated "MDCXXXX" lower right
Come indicato nei due cartigli, il dipinto raffigura l’albero genealogico della famiglia Piatesi di Bologna.
Alle origini della stirpe viene collocato Platesio, descritto come: “di natione Alemano, nobil aulico di Ottone il Magno, Duca di Sassonia, Re di Germania ed Imperatore Romano”.
Il cartiglio di sinistra richiama le vicende belliche che segnarono la penisola italiana dopo la morte di Carlo Magno. La cronaca narra che, per sedare le rivolte di quegli anni, papa Giovanni XII invocò l’aiuto di Ottone I di Sassonia, detto “Ottone il Grande”, il quale scese in Italia e sconfisse i ribelli. Deposti i precedenti regnanti, egli ne insediò di nuovi, tra cui figurava lo stesso Platesio. Non sappiamo se sia realmente esistito un principe germanico di nome Platesio; ciò che risulta significativo è che, nel cartiglio di destra, venga riportata una serie di fonti utilizzate per comporre l’albero genealogico. Colpisce in particolare che la prima menzionata sia “Otto frisingense scrittor Germanico”, ossia Ottone di Frisinga (ca. 1112-1158), vescovo, beato della Chiesa cattolica e autore del Chronicon o Liber de duabus civitatibus. Redatta tra il 1143 e il 1146, quest’opera racconta la storia universale dalle origini del mondo fino al tempo dell’autore. Il cartiglio ricorda come Ottone di Frisinga, nel “libro nono della sua historia”, scrisse “particolare belle cose di detto Re” e che “lasciò in Bologna uno chiamato Plates, prefetto del tributo detto mansionatico; dal quale, secondo l’autorità di Verio Beccadelli, scrittore delle antichità di Bologna, discende per retta linea tutta la sua posterità…”.
Nel corso del Seicento, in un clima di accesa competizione sociale e politica, molte famiglie nobili sentirono la necessità di affermare e rivendicare la propria ascendenza da personaggi di rilievo della storia e dell’antichità. La legittimazione del sangue aristocratico non si fondava soltanto su titoli, privilegi o patrimoni, ma si nutriva anche della costruzione di genealogie illustri, tramandate attraverso cronache, stemmi, ritratti o, come nel nostro caso, alberi genealogici.