Maestro dell'Adorazione di Ferrara
(attivo a Ferrara tra il secondo e il terzo quarto del sec. XV)
MADONNA CON BAMBINO IN TRONO TRA I SANTI LUDOVICO DA TOLOSA E BERNARDINO DA SIENA
tempera e oro su tavola, cm 44,5x37,5
MADONNA WITH CHILD ENTHRONED BETWEEN SAINTS LOUIS OF TOULOUSE AND BERNARDINO OF SIENA
tempera and gold on panel, 44.5x37.5 cm
Provenienza
Roma, Finarte, 10 maggio 1988.
Bibliografia
Dipinti Antichi, Roma, Finarte, 10 maggio 1988, p. 81 n. 39;
C. Guerzi, Pittori e cantieri della Ferrara tardogotica, da Alberto (1388-1393) a Niccolò III d'Este (1393-1441), tesi di dottorato, Università di Udine, a.a. 2007-2008, p. 243, n. VI.11.
Referenze fotografiche
Firenze, Fototeca del Kunsthistorisches Institut, inv. 458328.
Il dipinto è accompagnato da uno studio di Mauro Minardi del 2018, di cui si pubblica un estratto.
"L'evoluzione della pittura tardogotica ferrarese negli anni intorno al 1450 conosce un esponente significativo nell'autore della tavola in esame, il Maestro dell'Adorazione di Ferrara. [...] Essa non è ignota agli studi sul Quattrocento ferrarese. Nel transitare ad un'asta Finarte a Roma nel 1988 (Dipinti antichi 1988), comparve con la corretta attribuzione al Maestro dell'Adorazione di Ferrara (e una datazione al quinto decennio del Quattrocento), ribadita più di recente da Chiara Guerzi (2007-2008), nonché da Filippo Todini: una fotografia del dipinto, che esplicita il parere dello studioso in tale direzione, si conserva nella fototeca del Kunsthistorisches Institut di Firenze (inv. 458328). Il riconoscimento di questa figura del panorama figurativo estense spetta a Serena Padovani, la quale una quarantina di anni fa raccolse un piccolo gruppo di tavole intorno all'antependium su tela raffigurante l'Adorazione dei Magi e la Natività, proveniente dal monastero di Sant'Antonio in Polesine e oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara. [...] Con questa ricostruzione si giungeva all'identikit di un maestro operoso nel secondo quarto del secolo, mentre gli studi successivi hanno scalato tale attività intorno e oltre il 1450, dunque in quel momento di lenta ma progressiva, nonché assolutamente peculiare, apertura della pittura estense alla cultura rinascimentale.
[...] Parlando dell'operosità del Maestro dell'Adorazione di Ferrara nel corso degli anni cinquanta si giunge quindi alla tavola in predicato, la cui esecuzione, considerata la presenza di un aureolato San Bernardino (morto nel 1444 e canonizzato nel 1450), non potrà antecedere la metà del Quattrocento. D'altronde, ciò è indiziato da aspetti quali la forma semicircolare del trono, privo nel lessico architettonico di elementi di retaggio tardogotico, e la longilinea, ferma corporatura dei santi. La lavorazione della lamina d'oro e la costituzione un po' gracile delle membra di Maria, il cui volto ovale grandeggia sulle spalle un po' strette, denotano come i primordi dell'anonimo pittore e la sua formazione si siano tuttavia svolti appieno negli anni trenta-quaranta; e nella tela di Ferrara, l'opera con cui è possibile instaurare le maggiori consonanze formali, si noterà come, a fronte, di ciò che si è detto, la schiera di angeli fluttuante sul presepe mostra quella delicatezza curvosa di linee propria dell'ultimo gotico.
[...] Il contesto della tavola in esame interessa invece a fondo quello della devozione francescana, cui d'altronde parteciparono gli stessi estensi. La presenza di San Bernardino ci ricorda che Ferrara era stata una tra le tre sedi, accanto a Siena e Urbino, di cui l'Albizzeschi aveva rifiutato (nel 1432) la carica vescovile. [...] La tavola qui presentata entra quindi appieno nel fervore di questa devozione, ma il suo autore, oltre alle numerose anconette mariane di cui fu l'esecutore, si distinse anche per la sua finora ignota attività come decoratore di cassoni [...]. Tale operosità va infatti riconosciuta in un pannello raffigurante la Continenza di Scipione e la resa di Cartagine, transitato nel 2008 presso la sede londinese di Christie's come opera lombarda".