Gennaro Greco
(1663 - 1714)
VEDUTA IDEATA
olio su tela, cm 36x48
firmato "Gen. Greco" in basso a destra
IDEALIZED VIEW
oil on canvas, 36x48 cm
signed "Gen. Greco" lower right
Esposizioni
La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento, Bologna, Palazzo del Podestà, 26 maggio - 29 agosto 1984.
Bibliografia
La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento, catalogo della mostra (Bologna, Palazzo del Podestà, 26 maggio - 29 agosto 1984) a cura di C. Volpe, Firenze 1984, p. 143.
Si riporta qui di seguito la scheda redatta da Alessandro Brogi in occasione della mostra La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento.
"Lodato artefice di 'vedute prospettiche', 'architetture dirute, e altre magnifiche fabbriche', il Greco avrebbe studiato, a detta delle fonti, gli scritti teorici del Padre Pozzo. Nel 1708 lo sappiamo iscritto alla Corporazione dei pittori napoletani, e nel 1717 - dice sempre il De Domenici - morì pressoché cinquantenne, cadendo da un'impalcatura mentre dipingeva il soffitto di una chiesa di Nola. Hermann Voss nel 1926 ne pubblicò un certo numero d'opere, passate sul mercato antiquario di Berlino e di Londra, consentendo finalmente una conoscenza effettiva della sua produzione. Questa, palesemente al corrente dei precedenti del rovinista, naturalizzato romano, Giovanni Ghisolfi, e in parallelo agli esiti di artisti come Angelo Maria Costa, viene a far da ponte, in Napoli, fra la tradizione seicentesca originata dal Codazzi e proseguita dal Luciani, e le successive, ma assai più 'capricciose' e geniali invenzioni di Leonardo Coccorante.
La palmare somiglianza che lega questa ariosa veduta ai dipinti dello stesso Gennaro Greco (uno dei quali firmato) pubblicati dal Voss nel 1926 ed ora di ubicazione ignota. In particolare, il confronto con il primo di quelli in ordine di riproduzione rivela precise e risolutive coincidenze, tanto nel repertorio architettonico e nell'impaginazione spaziale, aperto su direttrici oblique, quanto nella ferma e pur lieve e chiara stesura luministica, gradevole qualità quest'ultima che costituisce forse, e non meno nel presente caso, il maggior pregio dei divertimenti prospettici del Greco"