Antonio Alberti, detto il Barbalonga
(Messina, 1603 - 1649)
SAN GEROLAMO PENITENTE
olio su tela, cm 57x74
SAINT JEROME PENITENT
oil on canvas, 57x74 cm
Bibliografia di confronto
A. Italiano, Gli anni di Antonio Barbalonga Alberti a Roma, in 'Commentari d'arte', XIV, nn. 39-40, gennaio-agosto 2008, pp. 61-72.
Formatosi presso la bottega del messinese Comandè, pittore ancora legato al tardo manierismo, Barbalonga si trasferì intorno al 1627-1629 a Roma, entrando nell'entourage di Domenico Zampieri, detto il Domenichino.
Lo stretto rapporto familiare e professionale con Domenichino — Barbalonga visse infatti insieme al Sassoferrato presso la famiglia dello Zampieri — gli consentì di partecipare attivamente ai progetti che la committenza romana affidava al maestro. Tale condizione favorì il suo inserimento in un ambiente socio-culturale di primo piano e gli valse, in seguito, la guida della bottega romana del Domenichino, al momento della partenza di quest’ultimo per Napoli, nonché l'ingresso nella prestigiosa Accademia di San Luca.
Gli anni della sua permanenza a Roma coincidono con l'affermarsi del linguaggio barocco di artisti come Lanfranco, Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini. Barbalonga rimase tuttavia fedele alla misura classica del Domenichino, pur risentendo inizialmente degli influssi più marcatamente neo-veneziani di Annibale Carracci, come nel caso del dipinto qui presentato.
Con la partenza del Domenichino per Napoli, Barbalonga rivolse la propria attenzione alla pittura di Guido Reni, della quale rielaborò i caratteri in una sintassi segnata da raffinata eleganza grafica e da sottile ricercatezza coloristica.