Aert Mytens
(Bruxelles, 1541 - Roma, 1602)
CROCIFISSIONE
olio su tela, cm 180,5x236,5
THE CRUCIFIXION
oil on canvas, 180.5x236.5 cm
Esposizioni
L'arte a Roma e in Italia nell'età dei giubilei dal XVI al XVIII secolo, Helsinki, Museo Amos Anderson, 30 novembre 2000 - 28 gennaio 2001.
Bibliografia
L'arte a Roma e in Italia nell'età dei giubilei dal XVI al XVIII secolo, catalogo della mostra (Helsinki, Museo Amos Anderson 30 novembre 2000 - 28 gennaio 2001) a cura di S. Rossi, F.G. Lönnberg 2000, pp. 87-88;
Si riporta qui di seguito un estratto della scheda di Sergio Rossi redatta in occasione della mostra L'arte a Roma e in Italia nell'età dei giubilei dal XVI al XVIII secolo.
"Punto fondamentale di riferimento per questo dipinto è l'enorme tela di analogo soggetto ubicata presso la chiesa di San Bernardino all'Aquila, opera documentata di Aert Mytens e databile tra il 1599 ed il 1600.
[...] Aert Mytens, detto Rinaldo Fiammingo, nasce a Bruxelles e si trasferisce a Napoli, dove si è già formata una folta colonia di pittori fiamminghi, all'incirca nel 1575. Qui rimarrà per oltre vent'anni, raggiungendo una grande notorietà e divenendo anche Console di San Luca nel 1693. Dopo il 1597 scompaiono le sue tracce da Napoli e lo ritroviamo invece documentato all'Aquila (1599-1600) e poi, nel 1601, a Roma dove muore nell'anno seguente. E già nel 1604 Carol van Mander gli dedica una monografia nelle sue celebri Vite dei pittori fiamminghi scritte sul modello vasariano, a conferma che il Mytens godesse di una vasta celebrità. Ora proprio i pittori fiamminghi costituivano a Napoli una vera e propria 'colonia' ed oltre che esserci una ben distinta maniera pittorica questi artisti provenivano quasi tutti dall'area cattolica dei Paesi Bassi ed erano dunque portatori di una religiosità particolarmente intensa e vivida, temprata dai conflitti recenti e comunque in grado di ben soddisfare il gusto della committenza meridionale, tutta orientata in senso fortemente patetico.
È stata determinante la pubblicazione da parte del Cannatà dei documenti relativi alla grande Crocifissione di San Bernardino all'Aquila, menzionata anch'essa dal van Mander e ancora in loco e che dimostra senza ombra di dubbio che Rinaldo Fiammingo aquilano ed Aert Mytens siano la stessa persona.
La Crocifissione di cui ci stiamo occupando è, un modello, con qualche piccola variante, della grande pala aquilana: ma se iconograficamente e compositivamente le si avvicina molto, da un punto di vista qualitativo e stilistico il confronto va piuttosto avanzato col capolavoro tardo del Mytens, quella Coronazione delle spine ora a Stoccolma e che il pittore ha completato a Roma poco prima di morire, ma che ha probabilmente iniziato all'Aquila ed è quindi assolutamente coevo alla nostra tela. in entrambi questi dipinti tardi troviamo infatti la stessa creatività visionaria e la stessa atmosfera sulfurea fatta di improvvisi sbattimenti di luce, di scarti e contorsioni di linee che rimandano non solo allo stesso autore ma anche al medesimo stato d'animo creativo".