FELICE CASORATI
(Novara 1883 - Torino 1963)
La Danza
17.12.1949
tempera su carta pesante
cm 98,7x68,5
firmato e datato in basso a sinistra
al retro iscritto a matita "Chi è puro ha le ali / chi non è puro ha la rogna"
L'opera è accompagnata da autentica su foto firmata da Luigi Cavallo.
Provenienza
Bella Hutter, Torino
Collezione privata
Bibliografia
G. Bertolino, F. Poli, Catalogo generale delle opere di Felice Casorati. I dipinti e le sculture, Allemandi, 2004, n.860 (ill. b/n)
Felice Casorati è stato uno degli artisti più longevi, nonché uno dei più rappresentativi, del Novecento italiano, attraversando il periodo delle avanguardie, del ritorno all’ordine, del fascismo e infine del dopoguerra.
In questo contesto si inserisce la figura di Cesarina Gualino, mecenate, collezionista e protagonista della vita culturale torinese degli anni Venti, che insieme alla ballerina Bella Hutter promosse la diffusione del balletto moderno in Italia. Attorno alla loro attività nacque un vivace ambiente di sperimentazione artistica, in cui la danza, la musica e le arti visive dialogavano in modo innovativo. Il Teatro di Casa Gualino, inaugurato nel 1925, divenne un punto di riferimento per le avanguardie europee, ospitando artisti e coreografi come i Sakharoff, Mary Wigman e i Ballets Russes di Diaghilev. In questo clima di collaborazione e di scambio interdisciplinare si comprende la profonda attenzione di Casorati per la danza e per la sua dimensione scenica, che trova espressione piena ne La Danza.
L’opera presentata, appartenuta in origine alla collezione della stessa Bella Hutter, può essere considerata come la perfetta sintesi di una carriera che ha segnato l’arte italiana del secolo scorso, un dipinto composto nel periodo di piena maturità dell’artista, in cui è possibile osservare le varie fasi della sua singolare ricerca artistica. L’opera rivela l’attenzione di Casorati per la misura formale, la costruzione spaziale e il ritmo della composizione. Le figure danzanti sono rese attraverso una rigorosa struttura geometrica e un calibrato schema di pochi colori essenziali.
In questo lavoro si riflette il grande interesse che Casorati nutriva per le arti decorative, in particolar modo applicate al teatro. È proprio in questi anni che l’artista è impegnato nella sua attività di scenografo e costumista, che lo porterà a ideare allestimenti per importanti teatri italiani, come quelli per Orfeo di Claudio Monteverdi al Teatro dell’Opera di Roma nel 1935, oppure per la Follia di Orlando di Goffredo Petrassi-Aurel Millos al teatro alla Scala di Milano nel 1947.
Così il pittore scenografo parla dello stretto legame tra la propria ricerca pittorica e il lavoro teatrale nel 1949: “[…] ho parlato di invenzione di scene e costumi, ma l’invenzione dello scenografo non può essere arbitraria, non può essere frutto della fantasia libera del pittore, ma legata strettamente alla poesia ed alla musica; ma d’altra parte la pittura non deve limitarsi ad un’interpretazione, ad un commento, ma essere con la poesia e con la musica connaturata.” (da XII Maggio Musicale Fiorentino, 1949).
Queste esperienze influenzano profondamente la sua concezione pittorica, che riflette un senso architettonico dell’immagine e una calibrata orchestrazione delle masse e dei colori.
Nell’opera La Danza diventa così un momento di sospensione, un equilibrio tra misura classica e astrazione moderna, le figure si fondono con lo spazio scenico, creando una perfetta unione di equilibrio delle forme e armonia compositiva.
La sintesi perfetta di questa particolare produzione di Casorati, in stretto contatto con le forme decorative del teatro e della danza, è racchiusa nelle parole stesse dell’artista: “Non amo la pittura di emozione improvvisa, ma quella che nasce dal pensiero e dal ritmo; la pittura deve avere una sua musica interna, un ordine segreto.” (F. Casorati, in Scritti, interviste, lettere, a cura di M. Dalai Emiliani, Abscondita, Milano 2004, p. 57).
© FELICE CASORATI, by SIAE