ARCADE I DIPINTI DAL SECOLO XV AL XVIII

Firenze, 
mer 6 Marzo 2024
Asta Live 1281
157

Francesco Furini

€ 10.000 / 15.000
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Francesco Furini

(Firenze, 1603-1646)

ARTEMISIA

olio su tela, cm 77x61,5

 

ARTEMISIA

oil on canvas, cm 77x61,5

 

Provenienza

Collezione privata

 

Bibliografia di riferimento

Un’altra bellezza. Francesco Furini, a cura di M. Gregori e R. Maffeis, catalogo della mostra, Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti, 22 dicembre 2007-27 aprile 2008, Firenze 2007.

G. Cantelli, Francesco Furini e I Furiniani, Florence 2010, pp. 118-119, cat. nos. 39, 40, 40A, 31

 

L’inedito dipinto qui offerto arricchisce il catalogo di Francesco Furini aggiungendosi al piccolo corpus di Artemisie dipinte dal pittore (G. Cantelli, Francesco Furini e I Furiniani, Florence 2010, pp. 118-119, cat. nos. 39, 40, 40A, 31) in cui la sovrana greca è colta in un momento di riflessivo dolore sulle ceneri del marito, sciolte nella coppa dorata che tiene in mano.

Le tipiche cifre stilistiche di questo importante maestro fiorentino sono nella nostra tela ben presenti: il viso tenero della modella con i particolari occhi allungati, i capelli di seta che ricadono in delicate ciocche sulla spalla, il candore della pelle che rifulge dal fondo scuro e il brano di natura morta costituito dalla coppa e dalle raffinate brocche alla sua destra, dove si scorge anche cesellato il profilo di un re, alludente con ogni probabilità a Mausolo, il defunto compagno di Artemisia. Questi elementi di oreficeria ritornano in molte celebri opere dell’artista dal Parto di Rachele (Staatsgalerie im Neuen  Schloss Schleißheim) alla Temperanza del Museo de Arte di Ponce, fino alla Circe della Pinacoteca di Lucca, per citarne solo alcune.

La datazione che possiamo suggerire si aggira intorno alla fine degli anni Trenta del Seicento sia per lo scarto stilistico rispetto alle opere giovanili del 1628-30 sia per la convincente derivazione della tipologia femminile da alcuni disegni degli Uffizi avvicinabili ai fogli preparatori per gli affreschi nel Salone degli Argenti e quindi agli anni 1639-42.

 

Ringraziamo Sandro Bellesi per aver confermato l'attribuzione su base fotografica.