Firenze, 
mar 23 Maggio 2023
Asta Live 1209
5

Antonio Maria Panico
(Bologna, 1555 - Farnese, 1617)

Antonio Maria Panico

€ 18.000 / 24.000
Stima
Aggiudicazione
Valuta un'opera simile

Antonio Maria Panico

(Bologna?, 1555/60 – Farnese (Viterbo), prima del 1617)

SANTA MARGHERITA IN UN PAESAGGIO

olio su tela, cm 69x52

 

SAINT MARGARET IN A LANDSCAPE

oil on canvas, cm 69x52

 

Provenienza

Londra, mercato antiquario, 1968;

Gilberto Algranti, 1995;

collezione privata

 

Bibliografia

“The Burlington Magazine”, 1968, luglio, tav. XXII.

A.Brogi, Aggiunte ad Antonio Maria Panico, in “Paragone” XXXIX, 1988, 459-463, pp. 39-49 (specificamente, fig. 85 e p. 42, nota 11.

G. Bertini, Antonio Maria Panico, in La scuola dei Carracci. I seguaci di Annibale e Agostino. A cura di E. Negro e M. Pirondini, Modena 1995, p. 258.

A Brogi, voce “Panico, Antonio Maria” in Dizionario Biografico degli Italiani, 80, Roma 2014.

 

Comparso per la prima volta sul mercato antiquario inglese con un’attribuzione al Domenichino, circa il 1610, proposta oralmente da Roberto Longhi, il delizioso dipinto qui offerto è stato ricondotto da Alessandro Brogi all’attività di un altro allievo di Annibale Carracci, appunto Antonio Maria Panico, ricordato dalle fonti bolognesi (Malvasia) e romane (Mancini, Bellori) tra gli aiuti romani del grande artista bolognese.

Spetta a Donald Posner nel 1970 (Antonio Maria Panico and Annibale Carracci, in “The Art Bulletin” 1970, pp. 181-83) un primo tentativo di ricostruzione del suo catalogo, e soprattutto dell’individuazione della sua personalità nelle opere uscite dalla bottega romana di Annibale, dopo che un’opera giovanile documentata del 1596 era stata pubblicata da Erich Schleier nelle pagine della stessa rivista (Panico, Gentileschi and Lanfranco at San Salvatore in Farnese, ibidem, pp. 172-80).

Il trasferimento a Roma di Antonio Panico, ricordato specificamente da Mancini, e il contatto con Annibale Carracci sono immediatamente posteriori a quella data e conducono all’evidente maturazione dell’artista nel segno del solenne classicismo romano riscontrabile nel Miracolo dell’Eucarestia documentato nel 1603 per la cappella del Sacramento in S. Salvatore in Farnese.

È anteriore al 1604 l’importante pala con i SS. Antonio e Francesco in adorazione del Crocefisso dipinta per la chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo sull’isola bisentina, ancora in territorio farnesiano, ora a Dublino (National Gallery of Ireland): ed è proprio questa a tradire il più stretto legame con le opere romane di Annibale Carracci, e insieme a offrire i migliori confronti col nostro dipinto, dove è evidente tuttavia – e soprattutto nel paesaggio – il legame con Domenichino, circa il 1603, come è forse il suo esempio ad ispirare la dolcezza che, nella santa, tempera la severità del modello scultoreo a cui la figura palesemente si ispira.