ARTE È RICERCA | DIPINTI SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DA UNA RACCOLTA FIORENTINA

Firenze, 
mer 16 Novembre 2022
Asta Live 1187
33

COPPIA DI ORCIOLI, MONTELUPO, SECONDA METÀ SECOLO XVI

€ 8.000 / 12.000
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COPPIA DI ORCIOLI, MONTELUPO, SECONDA METÀ SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia con verde ramina, giallo antimonio, giallo arancio e blu di cobalto; alt. cm 42 e 41,5, diam. bocca cm 14,8 e 13,8, diam. base cm 16,2 e 14,8

dimensioni

 

A PAIR OF SPOUTED PHARMACY JARS, MONTELUPO, SECOND HALF 16TH CENTURY

 

Bibliografia di confronto

O. von Falke, Le maioliche italiane della Collezione Pringsheim, ed. Ferrara 1994, vol. I, n. 41 tav. XXV;

C. Ravanelli Guidotti, Maioliche di Montelupo, Firenze 2019, pp. 134-135 n. 14

 

La coppia di orcioli farmaceutici ha corpo ovoidale con piede a disco e collo cilindrico breve terminante in un orlo appena estroflesso e tagliato a stecca; dalla spalla, arrotondata, scendono due anse a forma di drago che terminano nel punto di giunzione con il ventre del vaso con una coda semplice, non arricciata. Il collo è decorato da una linea giallo arancio con filetti in blu di cobalto, le anse sono dipinte in policromia con verde, giallo e blu con tocchi più scuri a definire le squame; gli occhi e la bocca sono definiti da sottili linee blu. Un largo motivo decorativo “a palmetta persiana” si estende su tutta la superficie del vaso, ad eccezione di una vasta porzione sul fronte occupata da un medaglione incorniciato da una ghirlanda robbiana arricchita da piccoli frutti e pigne, centrata da fioretti multipetalo e fermata da sottili nastri. Al centro del medaglione lo stemma della famiglia fiorentina Catani (D'azzurro, alla fascia d'argento accompagnata da tre conchiglie d'oro), sormontato da una riserva con un uccello affrontato a una spiga di grano; ai lati dell’emblema due figure fantastiche “a candelabra” con teste barbate e corpi puntinati.

Gli orcioli appartengono a un contesto farmaceutico nobiliare laico e trovano puntuale riscontro in orcioli simili prodotti con successo duraturo dalle botteghe di Montelupo. I due contenitori, pur nell’alternanza tra alcuni dei principali ornati della manifattura di Montelupo e forme coerenti, ma con varianti morfologiche, trovano riscontro in particolare nella decorazione del medaglione centrale in vasi apotecari prodotti per le principali spezierie toscane. Ad esempio la variante nella forma delle anse è coerente con alcuni orcioli della farmacia del convento di San Marco a Firenze, con medaglioni con ritratti di Santi. Ma la maggiore vicinanza nel progetto dell’impianto decorativo si riscontra invece nell’orcio ora conservato nella Galleria di Palazzo Cini a Venezia, già della collezione Pringsheim, prodotto per una farmacia laica e pubblicato da Carmen Ravanelli Guidotti, unitamente a due esemplari molto simili recentemente transitati sul mercato londinese (Sotheby’s, From Earth to Fire, Londra 1 novembre 2018, lotto 622), che condividono con il nostro il decoro a “palmetta persiana”, ma anche la presenza di grottesche con figure mostruose barbate, lì a circondare l’emblema della famiglia Stepazola di Verona. Tutti questi confronti sono databili tra il 1545 e il 1580 circa, arco temporale che riteniamo conforme per la coppia qui presentata.